
Portare una torta fatta in casa al ristorante per festeggiare un compleanno o un'occasione speciale può sembrare un gesto spontaneo, innocuo, una dimostrazione di affetto in più nei confronti della persona (o delle persone) a cui si dedica il pranzo o la cena. Eppure i ristoranti non possono accettarla. E no, non è una questione di scortesia, ma ha a che fare con la legge.
Ogni ristoratore, infatti, si fa garante della sicurezza del cibo e delle bevande che somministra, con le regole e le procedure riportate nelle apposite linee guida del sistema HACCP (Hazard Analysis and Critical Control Points), obbligatorie da Regolamento CE 852/2004 per prevedere rischi fisici, chimici e microbiologici che possono compromettere la salute degli avventori. Un ristorante è legalmente responsabile – anche in termini penali – non solo di tutto ciò che viene prodotto nella cucina, ma anche di quello che entra e che viene servito: un dolce preparato in un ambiente domestico non segue un piano di autocontrollo, non dispone di attrezzature registrate, né può fornire in modo specifico informazioni sugli ingredienti utilizzati e sulla loro provenienza, oltre alle modalità di conservazione, tra cui la temperatura, importante per evitare lo sviluppo e la proliferazione di batteri potenzialmente tossici.
Senza dimenticare l’aspetto delle contaminazioni crociate, che riguardano le allergie e le intolleranze: tutte le attività di ristorazione, infatti, devono possedere ed esporre al pubblico la lista degli allergeni presenti in ogni preparazione, come da Regolamento UE 1169/2011. Insomma, in parole povere: una torta home made manca dei requisiti fondamentali di tracciabilità che la rendono un alimento sicuro e di cui la responsabilità ricade sul ristoratore se servita nel proprio locale.

Quando è possibile portare una torta in un ristorante?
Alcune eccezioni esistono. In determinate condizioni, portare un dolce dall’esterno è possibile, ma solo se vengono rispettati i requisiti stabiliti dalla legge. Lo diciamo subito: non si tratta mai di torte fatte in casa, bensì il via libera lo possono avere quei prodotti realizzati da laboratori autorizzati che forniscono al ristorante tutta la documentazione necessaria che rende l’alimento tracciabile, disponendo di una vera e propria carta di identità. Cosa significa? Il ristorante può accettare di servire una torta che arriva da fuori solo se:
- proviene da una pasticceria o da un laboratorio soggetto all’autocontrollo HACCP che ha superato i testi igienico-sanitario svolti dall’ASL di competenza, che ha concesso quindi l’autorizzazione all’attività in quanto rispettosa di tutte le regole
- è accompagnata da scontrino o documento fiscale che ne certifica la provenienza
- riporta l’elenco degli ingredienti utilizzati e degli eventuali allergeni
- il ristorante acconsente esplicitamente, perché non è comunque obbligato a farlo: vuol dire che non ci si può presentare con il dolce senza che il ristoratore sia stato preventivamente avvisato e avendo ricevuto l’approvazione, anche se in possesso di tutti i requisiti precedentemente elencati
Molti locali, oltretutto, per una maggiore tutela, richiedono una dichiarazione scritta della pasticceria che attesti la produzione del dolce nel rispetto di tutte le norme previste. Da sapere: alcuni ristoratori possono applicare il cosiddetto diritto di servizio per coprire i costi aggiuntivi di conservazione e porzionatura, che spesso è stato al centro di casi di cronaca che hanno “infiammato” i social, per prezzi addizionati ritenuti troppo alti. Spesso il cliente, infatti, pensa erroneamente che il taglio della torta sia gratuito: il ristoratore ha il diritto di applicare la tariffa che più ritiene giusta. In questo caso, però, l’esercente per non passare dalla parte del torto deve essere trasparente, comunicando subito che portare una torta da una propria pasticceria comporta una spesa extra. In questo modo non si rischiano sorprese sgradite.