Il nome è il frutto - tanto per restare in tema - di una somiglianza morfologica tra la nettarina e il mallo, ovvero la parte di polpa verde e carnosa che racchiude il guscio e il gheriglio della popolare frutta secca. A parte questo, tra la pesca e la noce non c'è nessuna parentela.
Tra le varietà di pesche ce n’è una particolarmente apprezzata perché senza quel “vellutino” sulla buccia che fodera le pesche comuni: ci stiamo riferendo alla deliziosa nettarina, che oltre a essere croccante, succosa, profumata e ricca di benefici, è anche liscissima, perfetta per essere lavata e addentata così com’è, ma anche usata in tantissime ricette dolci e salate, dalle macedonie alle insalate, passando per i succhi di frutta. In commercio si trovano sia a polpa bianca sia a polpa gialla, e sono note anche con il nome di pesche noci, noci pesche e perfino peschenoci tutto attaccato. Ma qual è l’origine del nome? Cos’hanno in comune con l’altrettanto popolare frutta secca? Scopriamolo insieme.
Se pensavi che le noci pesche fossero in qualche modo imparentate con le noci rimarrai deluso, non è così. Quando si tratta del variegato universo vegetale non è raro, infatti, imbattersi in incroci avvenuti in modo spontaneo oppure innesti agronomici, ma la questione del nome della noce pesca può essere paragonata a quella del caco mela: niente ibridi messi a punto in laboratorio, ma una specifica tipologia di Prunus persica, ovvero di albero di pesco, conosciuta come Prunus persica var. nucipersica, nota anche come pesca nettarina o, familiarmente, nettarina. Che cos’ha di diverso dalle altre? Gli amanti di questo frutto lo sanno bene: la superficie è glabra, priva della patina vellutata data dai “peli”, chiamati in botanica tricomi.
Quando si parla di noci, però, l’immagine di un esterno levigato non è la prima caratteristica che viene in mente: il guscio è ruvido, mentre il gheriglio è irregolare, solcato da venature. La parte della noce a cui si fa riferimento non arriva nei negozi ed è quella del mallo (o esocarpo), cioè la polpa verde e carnosa che racchiude il frutto, rivestita da una sottile buccia (l’esocarpo) liscia e lucente: ed ecco qui il collegamento visivo alla nostra noce pesca.
La denominazione latina nucipersica (che vede l’unione di nux – noce e di persica – pesca) risale al XIX secolo, ma in realtà il perché la nettarina sia sprovvista di peluria si sa solo da poco più di un decennio ed è il merito è di un gruppo di ricercatori italiani. Nel 2014 viene pubblicata la ricerca svolta in collaborazione tra CRA di Roma, Parco Tecnologico Padano di Lodi e Università Statale di Milano dove si rivela che il responsabile è un’anomalia genetica causata dal gene PpeMYB25, che impedisce proprio la formazione dei tricomi, ovvero le strutture filiformi che rendono alcuni vegetali pelosi. In questo modo si è potuto capire già dal seme se si tratta di un albero di nettarine o meno, senza dover aspettare la fruttificazione, che avviene dopo 2-3 anni.