Per la domenica di Pasqua ci sono tavole imbandite in ogni dove ma, soprattutto i turisti, spesso si chiedono dove andare a mangiare a Napoli. Abbiamo scelto i ristoranti che più ci hanno convinto con le loro proposte pasquali, tra classici intramontabili, piacevoli innovazioni e l'immancabile pizza.
L'Italia ha una tradizione di pranzi liturgici unici al mondo: le feste comandate si consacrano con delle tavole imbandite, grondanti di cibo, vino e buoni propositi. Pasqua non fa eccezione e nel Bel Paese poche sono le città che possono rivaleggiare con Napoli quando si tratta di pantagrueliche tradizioni gastronomiche legate alle feste. Tortani e casatielli, minestre maritate e pastiere, uova sode in abbondanza e tanti salumi affettati che in questo periodo prendono il nome di ‘a fellata o piatto benedetto. Ma se non siamo a casa dov'è che possiamo mangiare a Pasqua a Napoli? Vediamo le proposte più interessanti della città partenopea.
Con la Pasqua si inaugura la stagione dei grandi flussi turistici in città, una stagione che ormai vede una pausa solo nei primi 3 mesi dell'anno. Non ci sono tantissimi ristoranti che dedicano un menu intero a questa festività, anche perché il pranzo è molto meno canonico rispetto a quanto abbiamo visto col Natale, ma ci sono alcune chicche che ti suggeriamo se sei in città, alla ricerca di qualcosa di buono. Abbiamo scelto tutti indirizzi che sono in zone turistiche della città.
Indirizzo: Vicolo Santa Maria Cappella Vecchia, 46
Nomen omen perché "Classico Ristorante Italiano Contemporaneo" è proprio il nome del ristorante in questione. Un locale che si rivolge all'alta borghesia partenopea pur mantenendo prezzi abbastanza abbordabili. Il menu di Pasqua è prezzato a 65 euro, in linea con la media della città in un giorno di festa, con un menu bello sostanzioso: antipasto con ricotta salata e fave; focaccia ripiena di scarole; fellata con salame piccante, pancetta e pecorino, casatiello, pizza pasqualina e pizza rustica; i plin al ragù e ricotta come primo, unica rivisitazione di un piatto tradizionale napoletano; l'agnello al forno con patate per secondo e poi i dolci con la pastiera, la colomba e il gelato. Il ristorante è molto bello, raffinato e familiare, senza fossilizzarsi su inutili formalismi. Altra cosa particolarmente interessante che vogliamo segnalare: leggendo il menu ti sarai immaginato uno chef anziano, napoletano verace, con la pancetta e invece in cucina c'è Dilip Roche, classe '94 nativo dello Sri Lanka, arrivato da bambino in Italia insieme al padre che oggi è il suo secondo. Non a caso durante l'anno le influenze singalesi ci sono nel ristorante, senza esagerare, ma per la Pasqua si è scelta la via della tradizione.
Indirizzo: Via S. Giovanni Maggiore Pignatelli, 35
Un locale rustico e trendy, perfetto se vuoi fare un aperitivo di grande qualità o se vuoi mangiare cose gustose a prezzi giusti. È perfetto soprattutto se ti vuoi divertire perché Upnea è un locale divertente e gioviale. Questa descrizione vale per tutto l'anno, vale ancora di più a Pasqua. Non c'è un menu dedicato ma puoi gustare tutti i classici di questo ristorante che in 10 anni ha saputo imporre una visione diversa in una città ancora in espansione: un bistrot contemporaneo che sfrutta (nel senso buono del termine) la grande tradizione napoletana senza però ingabbiarla ma proponendo ai turisti e ai concittadini piacevoli scoperte. Per il 20 aprile il menu classico (qui spendi circa 35 euro a persona) si arricchisce di alcuni piatti iconici della festa come la minestra maritata e la fellata, questa in particolare si propone davvero interessante perché i salumi sono della Macelleria del Centro Storico, una piccolissima bottega d'eccellenza a San Marzano sul Sarno (città famosa per gli omonimi pomodori) che fa salumi di alta qualità, anche un po' rivisitati (il salame con il Parmigiano Reggiano è una prelibatezza rara). Ci sarà poi un primo con le fave di stagione, pastiere in monoporzione ma non l'agnello, come scelta etica.
Indirizzo: Vico Sospiri, 10B/10C
Il ristorante dello chef Gianluca D'Agostino è una sicurezza per la Napoli gourmet: una mano super che gli è valsa per 10 anni la Stella Michelin al Veritas e che, siamo sicuri, gli varrà la Stella Michelin anche nel futuro prossimo nel suo primo locale da chef patron. La cucina di D'Agostino è molto sentimentale perché è fatta di grandissimi accostamenti di sapore, a volte semplici, a volte più complessi. La più grande qualità dello chef è il suo palato incredibile, costantemente allenato da uno studio forsennato sugli alimenti, sul vino e sugli abbinamenti. Anche in questo caso non abbiamo un menu dedicato ma saranno inseriti i classici della tradizione partenopea a disposizione di chi li vuole: l'agnello al forno, la minestra maritata, la pastiera, la fellata e il tortano. I menu degustazione sono tre, da 75, 100 e 130 euro; disponibile anche il menu alla carta. A prescindere dalla scelta ti consigliamo di non perderti il piccione (a prescindere dalla ricetta proposta) e la pasta ripiena, i due cavalli di battaglia dello chef.
Indirizzo: Piazza S. Maria la Nova, 9
Un pezzo dell'alta cucina spagnola un una delle zone più sottovalutate di Napoli. Essencia è un altro ristorante candidato alla Stella Michelin secondo noi. Dario Gallo, titolare e chef, si è formato al Disfrutar con Oriol Castro, Eduard Xatruch e Mateu Casañas, una bella carta di presentazione, e insieme alla compagna Natalia Quaglietta, maître, gestisce questo angolino iberico a Santa Maria la Nova, un'oasi di pace e arte nel caos partenopeo. Qui c'è una cucina molto tecnica e ricercata, con sapori che possono essere "strani" al primo assaggio ma che poi ti conquistano al secondo. Questa volta abbiamo un menu pasquale, a 80 euro, che comprende un aperitivo di benvenuto; un antipasto con uovo cotto a bassa temperatura, parmentier e limone fermentato; un secondo antipasto con piselli, lardo e sesamo; il primo è un risotto con carciofo arrosto, provolone del monaco, aglio nero e prezzemolo; l'agnellino con patate e verza come secondo; il vino con la percoca come pre dessert, la pastiera come dolce.
Indirizzo: Via Santa Lucia, 78 – 80 – 82
Miglior pizzaiolo al mondo per 50 Top Pizza, 3 Spicchi per il Gambero Rosso, diverse menzioni sui più importanti giornali del pianeta: Diego Vitagliano è il golden boy (forse dovremmo dire pibe de oro però) della pizza napoletana, un maestro degli impasti che si è imposto sulla scena cittadina con una grande varietà di proposta, cosa molto insolita in città. Qui solitamente ci sono le pizze napoletane tradizionali, al massimo quelle più contemporanee e poi è arrivato Vitagliano: pizze con lunghe maturazioni, farine forti, che spaziano dalla napoletana contemporanea, a quella scrocchiarella romana, con un'attenzione notevole al senza glutine. Le nostre preferite sono Abra-ciami (in foto, 13 euro) con provola dei Monti Lattari, carpaccio di Angus, maionese alla brace, rucola, paprica dolce nella versione contemporanea; la Provola e pepe scottata (10 euro) nella versione tradizionale; la Rustica (10 euro) con porchetta arrosto, patate a sfoglia al burro, provola nella versione romana e la 4 casi campani (15 euro) con caciocavallo podolico, blu di bufala, pecorino carmasciano, fiordilatte, pomodorini semidried, crumble multicerali nella versione cruncy. Per Pasqua ha aggiunto una pizza speciale poi, la Ricordo di Pasquetta (12 euro) con fiordilatte, coppa di Parma, carciofini arrostiti, olive taggiasche, pepe cuvée per ricordare un po' il gusto del carciofo arrostito che tradizionalmente in Campania si prepara a Pasquetta.