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21 Luglio 2022 8:00

Oro alimentare: cos’è e perché non giustifica una pizza da 99 euro (o un gelato da 70)

Dopo un primo piatto di pesce a 70 euro, realizzato con un raro crostaceo, ecco la pizza decorata con foglioline d'oro proposta a 99 euro. Tanti i cibi guarniti con l'oro alimentare e venduti, nella maggior parte dei casi, a prezzi ingiustificati.

A cura di Alessandro Creta
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Qualcuno di noi pagherebbe mai una pizza 99 euro, o un gelato 70, per la sola presenza di oro commestibile sul prodotto? Per chi crede che questo prezioso materiale nobiliti, oltre l'estetica, anche il gusto della pietanza si sbaglia di grosso. L'oro edibile, infatti, non ha sapore, tantomeno odore. La consistenza? Al palato nemmeno ci si accorge della sua presenza.

Sta facendo abbastanza scalpore, quasi quanto lo scontrino da 500 euro per una cena di pesce, la decisione di un locale veronese (di cui non faremo il nome) di inserire nel proprio menu una particolare pizza. Fin qui nulla di strano, di pizze con topping peculiari o cotture non tradizionali negli ultimi tempi se ne stanno vedendo sempre di più in vari locali d'Italia. La sua particolarità sta nel fatto che questa pizza, di fatto una simil margherita come tante altre, venga decorata con dell'oro. Discorso simile, sempre per rimanere sull'attualità, per un gelato dorato venduto in Puglia alla modica cifra di 70 euro. E no, stavolta Briatore non c'entra nulla.

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Sì, proprio oro, il più prezioso dei metalli reso lamina e adagiato delicatamente sulla pizza (in questo caso specifico), ma anche su gelati, bistecche (alla maniera di Salt Bae, il famoso macellaio superstar) o sulla pasta, solo per fare un altro esempio. Un tocco di classe in più a nobilitare il piatto e, apparentemente, a giustificare un prezzo anche 10 volte superiore alla controparte "popolare".

Per esempio, la pizza di cui sopra viene venduta dal ristoratore alla modica cifra di 99 euro. Gli ingredienti? Semplici: fior di latte, salsa di pomodoro, 200 grammi di burrata e qualche foglia d'oro a ornare il tutto, dandole quel tocco quasi reale. Quanto basta, secondo l'esercente, per giustificare un prezzo simile. Mangiarla, sempre secondo il ristoratore, farebbe vivere al cliente "…un momento di gloria", sentendosi potente solo per il fatto di vedere dei piccoli filamenti dorati (ed è oro a tutti gli effetti, 24 carati ed edibile) all'interno del piatto. Sentirsi potenti, prima di spendere quasi 100 euro.

Più che potenti, vi potreste sentire "fregati" (sia chiaro, nessuna truffa è in atto): al contrario di come molti potrebbero pensare, infatti, la semplice presenza di piccole foglioline d'oro non basta per motivare un sovrapprezzo così importante. Una pizza che costerebbe, in casi normali, forse 12 o 13 euro arriva a sfiorare i 100, decisamente meno un gelato, ma sappiate che non è tutto oro quello che luccica. Si tratta, infatti, solamente di pura estetica, e nient'altro. Solo un accattivante specchietto per le allodole o per scatti social accalappialike.

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L'oro alimentare (in cucina è usato pure l'argento) viene commercializzato in sottili e piccoli fogli, da maneggiare con molta cura per non strapparli durante l'utilizzo. Anche il delicato trattamento, comunque, non giustifica il prezzo in menu. Basterebbe fare un giro semplicemente su Amazon, dove si trovano confezioni da 10, 15, 20 lamine di oro edibile, per lo più da 44 millimetri di lato e dello spessore di 2 micron, a una cifra davvero esigua, anche meno di 20 euro. Pacchetti da 10 fogli, addirittura acquistabili a 9 euro.

Ora, non sappiamo quanto questi imprenditori gold friendly paghino esattamente le loro lamine ma, per dire, chi vuole "sentirsi potente", citando sempre il ristoratore veneto, può farlo anche tranquillamente a casa. Magari per puro gioco, divertimento e curiosità, non di certo spendendo 99 euro. Come detto, tra l'altro, si tratta meramente di un fattore estetico.

Oro edibile: insapore, inodore e inconsistente

L'oro alimentare, infatti, non ha sapore, né odore, e dato lo spessore di pochissimi micron (un micron è pari a un milionesimo di metro, oppure 0,001 millimetri) non ci si accorge nemmeno di averlo in bocca. Non ha quindi una consistenza tangibile al palato, non ha proprietà nutrizionali. È praticamente inutile, se non per dare un tocco di colore aristocratico. E nella società dell'apparenza questo è un elemento chiave.

In foto, lì sì, viene bene. Per la gioia dei ristoratori che sull'utilizzo dell'oro edibile hanno deciso di giocarci. Come non citare, poi, la bistecca ricoperta da fogli dorati confezionata nei locali di Salt Bae e venduta alla modica cifra di 650 euro. Una bistecca che, per i motivi di cui sopra, ha praticamente lo stesso sapore della sua controparte "nuda", la quale perlomeno ci farebbe risparmiare qualche soldo. Va detto altresì che chi frequenta i suoi ristoranti non è certo in cerca del risparmio, anzi molta gente dal portafogli gonfio ci va consapevole di star pagando non solo il cibo, ma anche il contesto extra lusso e lo show che Salt Bae, quando presente, è capace di mettere in piedi. Anche la sola presenza dell'imprenditore star, in qualche modo, incide sul conto.

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Dalla pagina Facebook London’s Best Restaurants

Va detto come l'oro alimentare in Italia fu sdoganato, all'inizio degli anni Ottanta, da Gualtiero Marchesi nel suo storico risotto allo zafferano. Si era però in un ristorante rinomato, tristellato da lì a pochi anni, in cui la cucina era considerata alla stregua dell'arte. In un contesto simile, in un posto del genere, inevitabilmente costoso di base, l'utilizzo dell'oro edibile aveva una sua coerenza, un suo perché.

Alla fine di questa disamina, però, una domanda ce la poniamo. Vale la pena spendere cifre esageratamente alte solo per l'utilizzo di un ingrediente di cui non si distingue il sapore, che non ha odore e impossibile da percepire in bocca? A maggior ragione per una pizza? Ancor peggio per un gelato? Noi una risposta ce l'abbiamo…

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Quello che i piatti non dicono
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