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12 Settembre 2021 13:00

Muffa sugli alimenti: quali si possono ancora mangiare e quali buttare

Avete aperto il frigorifero e trovato delle colorate e poco invitanti muffe sui vostri alimenti? Non sapete cosa fare ma volete caldamente evitare pericolose intossicazioni? Niente paura: ecco una guida semplice per imparare a riconoscere i cibi che possono essere consumati anche con la muffa e quelli che è meglio accompagnare alla pattumiera.

A cura di Rossella Croce
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Le muffe sono minuscoli funghi amanti degli ambienti umidi: spore che facilmente si propagano sugli alimenti, fuori o dentro dal frigorifero. Se ingerite, le muffe possono rivelarsi pericolose per il nostro organismo, ma è importante sottolineare delle differenze: in alcuni casi (come alcuni famosi ma non troppo profumati formaggi) la muffa è un elemento fondamentale per la maturazione e la fermentazione, in altri può compromettere irrimediabilmente non solo il sapore ma anche la salubrità del cibo.

Quando vediamo comparire la muffa sugli alimenti possiamo scegliere tra due strade: in alcuni casi è sufficiente eliminare la parte compromessa per poter consumare il resto senza alcun pericolo, in altri invece la spazzatura è l'unica soluzione. Come fare a scegliere? Ecco quali sono gli alimenti "sicuri" che possiamo gustare eliminando lo strato di muffa e quali sono quelli che dobbiamo assolutamente buttare.

Alimenti che non si possono più mangiare

Le muffe sono piccoli funghi amanti delle basse temperature e dell'umidità e possono alterare gli alimenti in modo irreversibile. Di certo sarà capitato anche a voi di vedere comparire muffe colorate e poco profumate sui vostri alimenti, in dispensa come in frigorifero: cosa fare? Ecco alcuni alimenti che, purtroppo, sarete costretti a buttare, per evitare pericolose intossicazioni:

  • yogurt: nei prodotti freschi, le muffe proliferano molto più velocemente e per questo motivo, se trovate anche piccole tracce di muffa sulla superficie del vostro yogurt, non esitate a buttarlo;
  • carne: cotta o cruda, se la carne presenta macchie di muffa, non è in nessun caso più commestibile, va buttata senza se e senza ma;
  • ricotta: anche nel caso della ricotta, parliamo di un latticino fresco, meglio quindi non rischiare in caso di muffa;
  • succhi di frutta: nei succhi di frutta anche una semplice e minuscola macchia di muffa può rovinare il contenuto dell'intera bottiglia;
  • marmellate dietetiche: lo zucchero delle marmellate impedisce spesso la formazione di muffa ma, nel caso delle marmellate dietetiche, la mancanza (o il basso contenuto) di zuccheri facilita la proliferazione e ci obbliga a buttarle;
  • pane: a meno che la muffa non sia solo superficiale e a uno stadio iniziale e quindi tale da poter essere eliminata, sarà meglio e senza dubbio più sicuro buttare il pane (se parliamo di quello confezionato ancor di più);
  • frutta secca: sempre meglio conservarla in luoghi asciutti e lontano da fonti di calore; se vedete comparire muffe, non vi resta che dirigervi verso la spazzatura;
  • pomodori: anche in questo caso meglio buttare tutto perché la muffa si sviluppa facilmente negli alimenti ricchi di polpa e succosi (cetrioli, fragole, pesche, albicocche).
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Alimenti che si possono ancora mangiare

Quando troviamo tracce di muffa sugli alimenti è sempre bene fare attenzione eppure non sempre "muffa" significa necessariamente "pattumiera" e molti cibi possono essere comunque consumati dopo aver eliminato accuratamente le parti compromesse. Ecco quali:

  • Formaggi prodotti con la muffa: ci sono formaggi in cui la muffa è un vero e proprio ingrediente costitutivo oltre che elemento di pregio come il Gorgonzola, il Roquefort (in cui la muffa si sviluppa all'interno) e il Brie o il Camembert (dove la muffa è presente in superficie);
  • formaggi a pasta dura: in caso di parmigiano, pecorino o provolone stagionato, vi basterà togliere via la parte con la muffa per poterli consumare senza pericolo;
  • insaccati e salumi: prosciutto crudo, prosciutto cotto, salame o bresaola possono essere consumati eliminando la parte "contaminata". Attenzione però al colore: se i vostri insaccati tendono a un preoccupante color nero, è il caso di buttarli perché probabilmente troppo contaminati;
  • frutta e verdura a polpa soda: zucca, zucchine, carote e cavoli possono essere recuperati e consumati dopo aver tolto le parti compromesse;
  • marmellata: lo zucchero e l'acqua contrastano la formazione di muffe ed è per questo che vi basterà eliminare la parte superficiale.
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Cosa succede se ingeriamo la muffa per sbaglio?

Ingerire un po' di muffa per sbaglio non è un problema: se il tuo sistema immunitario funziona regolarmente il tuo corpo sarà perfettamente in grado di assimilarla, senza creare malesseri o reazioni particolari. Anche le muffe che possono provocare vomito o diarrea, in genere, non sono letali. La presenza della caratteristica muffa dal colore verde o bianco che puoi trovare su frutta, verdura, pane e latticini, non provoca malessere perché nociva, ma semplicemente per via del cattivo sapore.

Ci sono poi le così dette "muffe buone", ovvero quelle che stanno su salumi e formaggi e aiutano non solo la conservazione di questi prodotti, ma anche lo sviluppo della complessità dei loro sapori: l'esempio più classico è quello della muffa del gorgonzola, ma le trovi anche su formaggi come brie e camembert, o sui salumi.

A questa regola c'è però un'eccezione: se la muffa consumata produce un tipo particolare chiamato micotossina, questa potrebbe causare disturbi al fegato e reni. Questa muffa si trova nelle colture di cereali e noci, ma anche nel sedano, nel succo d'uva, nelle mele e in altri prodotti: ingerendone una quantità minima, in ogni caso, non avrai alcun problema, perché i tuoi succhi gastrici sono in grado di distruggerla. Se però sperimenti sintomi come nausea molto forte o febbre è bene rivolgersi al tuo medico curante.

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