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27 Ottobre 2020 15:00

Massimo Bottura scrive a Conte: “Ecco le mie 5 richieste per salvare i ristoranti”

Massimo Bottura scrive a Giuseppe Conte: "Senza liquidità molti non ce la faranno e il paese perderà una delle colonne portanti della sua identità". Per il cuoco tristellato si va verso una catastrofe culturale e identitaria se le regole del Dpcm saranno confermate per tutto il mese. Lo chef si affida al Corriere suggerendo cinque misure che potrebbero a suo dire "salvare" il mondo della ristorazione italiano.

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Massimo Bottura, chef 3 Stelle Michelin dell'Osteria Francescana, ha scritto una lettera aperta, pubblicata dal Corriere della Sera, al presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Il cuoco modenese ha chiesto 5 cose per salvare la ristorazione perché "Io credo che oggi un ristorante, in Italia, valga una bottega rinascimentale: facciamo cultura, siamo ambasciatori dell’agricoltura, siamo il motore del turismo gastronomico, facciamo formazione, ed ora abbiamo dato inizio ad una rivoluzione culinaria ‘umanistica’ che coinvolge il sociale. L’ospitalità e la ristorazione, l’arte e l’architettura, il design e la luce sono gli assi portanti della nostra identità. Negli ultimi cinque anni a Modena, grazie ad un micro ristorante come l’Osteria Francescana, sono nati oltre 80 bed&breakfast".

Le 5 regole d'oro di Massimo Bottura

Lo chef che per due volte è stato incoronato come migliore al mondo dalla World's 50 Best ha chiesto cinque misure per aiutare i ristoranti a non morire, perché "oggi più che mai ci sentiamo soli e si rischia la depressione":

  1. Chiusura serale almeno alle 23.
  2. Liquidità in parametro ai fatturati.
  3. Cassa integrazione almeno fino alla stabilizzazione del turismo europeo.
  4. Decontribuzione 2021 visto che per il 2020 le tasse sono state pagate in toto.
  5. Abbassamento dell’aliquota Iva al 4% per il prossimo anno.

Massimo Bottura spiega poi le sue motivazioni: "Abbiamo chiuso a marzo e ci avete chiesto di riaprire dopo tre mesi rispettando le regole. L’abbiamo fatto. In tantissimi si sono indebitati per mettersi in regola: mascherine, gel, scanner di temperatura, saturimetri, sanificazione dell’aria, test per tutto lo staff, ingressi alternati, tavoli distanziati. Per uscire da questa crisi senza precedenti, abbiamo bisogno di speranza e fiducia. La speranza è quella che ci mantiene in una condizione attiva e propositiva. La fiducia è credere nelle potenzialità personali e degli altri”. Un appello al governo dopo le restrizioni imposte dall’ultimo Dpcm a bar e ristoranti, accalorato ma ragionevole, in pieno stile Bottura.

Il cuoco, diventato da poco ambasciatore per l'Onu, spiega a Conte e al consiglio dei ministri tutto che "oggi, senza liquidità molti non ce la faranno e il paese perderà una delle colonne portanti della sua identità. Abbiamo bisogno della chiusura serale almeno alle 23; di liquidità in parametro ai fatturati; della cassa integrazione almeno fino alla stabilizzazione del turismo europeo; della decontribuzione 2021 visto che per il 2020 abbiamo già adempito in pieno; dell’abbassamento dell’aliquota Iva al 4% per il prossimo anno. La politica è fatta di coraggio e di sogni. È simile alla poesia. È fatta di immaginazione e di futuro. La politica deve rendere visibile l’invisibile".

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Quello che i piatti non dicono
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