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23 Agosto 2025 18:00

Le origini dei biscotti: dal pane cotto due volte all’espiazione dei peccati

Tutti noi li mangiamo ma forse sono pochi quelli che conoscono la storia dei biscotti. Un viaggio che parte dagli antichi Romani fino ad arrivare alla nascita della prima fabbrica produttrice: scopriamo insieme la loro evoluzione.

A cura di Arianna Ramaglia
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Hanno silenziosamente lasciato il posto a dolci ben più instagrammabili, ma non possiamo negare che i primi ad aver conquistato il nostro cuore siano stati i biscotti. Protagonisti dell'immancabile zuppa di latte, di una dolce coccola notturna o di un veloce spuntino durante pesanti sessioni di studio o lavoro, sono uno dei comfort food più consumati, ma forse anche più sottovalutati. Ne esistono di mille varietà e ogni Paese ha i suoi caratteristici (pensiamo ai nostri cantucci, ai cookies americani o ai macarons francesi): ma ti sei mai chiesto i biscotti da dove nascono? E soprattutto perché si chiamano così? Ti raccontiamo tutta la loro storia in questo articolo.

Il pane cotto due volte

Panis bis coctus: pare che questa sia l'origine del termine, derivante dal latino e che significa "pane cotto due volte" (quindi bis-cotto). Se ci piace credere alle leggende, si narra che Giasone, insieme agli Argonauti in viaggio verso il Vello d'Oro, incaricò il cuoco di preparare il cibo da portare: questi si addormentò e lasciò cuocere troppo il pane, diventando più duro di quanto dovesse e di dimensioni molto più ridotte. Giasone decise di portarlo ugualmente con sé e fu una mossa vincente, perché il pane cotto in questo modo riuscì a conservarsi molto più a lungo.

Non siamo sicuri che questa storia sia vera o meno, ma il concetto di base lo è: sembra infatti che gli antichi Romani avessero il cosiddetto panis nauticus, il "pane dei marinai", che veniva cotto due volte, appunto. Questo perché la doppia cottura serviva a eliminare tutta l'umidità e allungare i tempi di conservazione di questo alimento, quindi era estremamente adatto ad affrontare i lunghi viaggi in mare.

Il biscotto come cibo dei nobili

Questo metodo di preparazione si protrasse negli anni, anche durante il Medioevo, in cui i cuochi arabi cominciarono ad arricchire questi primi biscotti con miele, frutta secca e altre spezie, distribuendoli in occasione di feste religiose o come piccoli lussi quotidiani. Un primo punto di svolta si ebbe quando, al posto del miele come dolcificante, si cominciò a utilizzare lo zucchero che però all'inizio era un alimento costoso e disponibile soltanto per le classi più benestanti: per questo motivo i biscotti cominciarono a diventare un cibo consumato soltanto dai nobili. Tra le varietà che si svilupparono nei secoli successivi, troviamo i savoiardi, nati nel XIV secolo alla corte dei Savoia, e i cantucci, specialità toscana che viene accompagnata dal vinsanto: la loro forma allungata e sottile si prestò perfettamente alla loro immersione nei calici di vino o nei bicchieri di liquore.

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Dal consumo sporadico alla produzione industriale

La situazione cambiò quando l'avvento del colonialismo e una maggiore produzione di zucchero, portarono questo ingrediente ad avere prezzi più contenuti e quindi a essere più disponibile. Da qui, i biscotti cominciarono a essere consumati da sempre più persone provenienti da diverse classi sociali, servendo come accompagnamento ad alcune bevande provenienti da altri Paesi, come caffè, cioccolata e soprattutto tè. In Inghilterra, il famoso afternoon tea consolidò lo stretto legame tra una tazza di tè fumante e i biscotti, trasformando quindi il loro consumo sporadico in un rituale ben preciso.

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E sarà proprio il loro largo consumo (e anche l’arrivo della rivoluzione industriale) a far nascere, in terra inglese, la prima industria di biscotti da Huntley & Palmers a Reading: nata nel 1822 come piccolo negozietto, iniziò nel 1846 la produzione di migliaia di tonnellate di biscotti, confezionati in eleganti scatole di latta esportate in tutto il mondo, e diventando così la più grande produttrice al mondo. Da questo momento in poi i biscotti conosceranno un'ampia fama data non solo dalla produzione industriale ma anche dalla facilità di reperire gli ingredienti che servono alla loro preparazione, come farina, zucchero, burro e uova: in questo modo diventò anche più semplice realizzare queste piccole delizie a casa, espandendo ancora di più il loro consumo e dando vita, oggi, a un'infinita quantità di varianti.

Curiosità bonus: nel Medioevo servivano per espiare i peccati

E restiamo sempre in Regno Unito e sempre nel tema della ritualità, raccontando un uso dei biscotti assai strano e bizzarro. Nell'Inghilterra medievale furono inventati i cosiddetti "funeral biscuits": si trattava di piccoli biscotti distribuiti durante i funerali e mangiati vicino la bara con la convinzione che riuscissero ad assorbire i peccati del defunto. È il primo utilizzo più antico di biscotti che passano dall'essere un semplice alimento a parte integrante di un rituale simbolico.

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