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4 Luglio 2025
11:00

Le carote fanno davvero abbronzare? Risponde l’esperto

Le carote sono realmente la chiave per un'abbronzatura perfetta oppure siamo di fronte a una delle più celebri, e radicate, fake news estive? Lo abbiamo chiesto a Simone Gabrielli, nostro esperto di fiducia.

A cura di Emanuela Bianconi
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Intervista a Dott. Simone Gabrielli
Biologo e nutrizionista.
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Sei tra coloro che, a partire dalla primavera, inizia a fare incetta di carote perché convinto che facciano abbronzare? Ci dispiace deluderti, ma le cose non stanno proprio così. Ne abbiamo parlato con Simone Gabrielli, biologo e nutrizionista, che ci ha spiegato nel dettaglio cos'è la melanina e in cosa consiste l'abbronzatura, smontando una delle fake news più in voga dell'estate.

Una falsa credenza, talmente radicata, che sta creando fenomeni social addirittura pericolosi: è il caso del Carrotmaxxing, l'ultimo trend di TikTok che vede alcuni influencer e utenti consumare dosi esagerate di carote per ottenere una tintarella impeccabile, anche senza esporsi al sole.

Tutta "colpa" o merito del beta-carotene, pigmento vegetale di colore arancione presente in molti ortaggi e frutti di colore rosso-arancio, come appunto le carote. "Una volta ingerito, viene convertito nel fegato in vitamina A, importante per la salute della pelle, della vista e del sistema immunitario", ci spiega il nostro esperto.

Da qui nasce l’idea, piuttosto diffusa, che “mangiare carote aiuti ad abbronzarsi”. In realtà, il beta-carotene non stimola la produzione di melanina, cioè il pigmento che ci fa abbronzare, ma può contribuire a rendere l’incarnato più dorato e luminoso grazie al suo deposito nei tessuti cutanei.

"Un effetto puramente estetico, che richiede settimane e un’assunzione regolare, ma moderata, di questo carotenoide, sempre all’interno di una dieta varia ed equilibrata", puntualizza Gabrielli.

Nonostante si pensi il contrario, quindi, non esistono cibi in grado di favorire la tintarella. Frutta e verdure estive sono sì importanti, ma per ben altre ragioni: ricche di acqua, vitamine e sali minerali, sono fondamentali per fare il pieno di sostanze benefiche, reintegrare i liquidi persi a causa delle alte temperature e proteggere la pelle dall'esposizione solare e dai rischi dei radicali liberi.

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Perché pensiamo che mangiare carote acceleri l'abbronzatura?

Come già svelato, sgranocchiare un gran quantitativo di carote, proprio come fossimo dei conigli, non ci farà abbronzare prima. Non esistono evidenze scientifiche che dimostrino in alcun modo la correlazione tra il consumo di questi ortaggi, o di altri cibi in generale, e un miglioramento della tintarella.

Ma in cosa consiste l'abbronzatura? "Per dirla in modo semplice, è una reazione di difesa della pelle. Quando ci esponiamo al sole, i raggi ultravioletti, soprattutto gli UVB, colpiscono la nostra pelle e il corpo risponde attivando i melanociti, le cellule che producono melanina, il pigmento scuro che ci fa ‘colorare'", puntualizza Gabrielli. Serve a creare una specie di “filtro protettivo” che dovrebbe limitare i danni del sole.

Le carote contengono beta-carotene, pigmento vegetale dalle spiccate proprietà antiossidanti, che protegge la pelle dalle scottature. La sua caratteristica peculiare è quella di essere un precursore della vitamina A: ciò significa che il nostro organismo è in grado di convertirlo nella sua forma attiva, ma solo in parte rispetto al retinolo, in base alle proprie necessità.

Se ingeriti in grandi quantità, questi ortaggi possono conferire ai palmi di mani e piedi un colorito arancio-giallastro, non dorato o bronzeo, che ha poco a che fare con l'abbronzatura: ciò che si verifica, infatti, è un accumulo di carotenoidi nei tessuti adiposi sottocutanei.

Stiamo parlando della carotenosi, o carotenodermia, una condizione che di per sé non è tossica, ma che denota una dieta squilibrata e fuori controllo. Soprattutto non è esente da rischi: si tratta di una provitamina tossica per il fegato, se assunta con esagerazione, e nel lungo periodo può comportare scompensi metabolici o cellulari.

Se consumati nelle giuste dosi e combinazioni, quindi abbinandoli sempre a una fonte di grassi buoni, i carotenoidi si dimostrano degli efficacissimi antiossidanti naturali. Oltre alla funzione provitaminica, svolgono un'azione protettiva nei confronti di diverse patologie, rafforzano il sistema immunitario e sono fondamentali per la salute di pelle, occhi e dell'organismo in generale. Una loro carenza, invece, sembra correlata a un maggiore pericolo di sviluppare una patologia di natura infiammatoria, come per esempio l'artrite reumatoide.

Diversi studi scientifici, inoltre, hanno evidenziato il loro ruolo protettivo nei confronti della pelle: sembrerebbe che una supplementazione di beta-carotene, almeno 2-3 mesi prima dell’esposizione solare, permetta di ridurre le scottature e favorisca l’abbronzatura. Parliamo, ovviamente, di studi su supplementi titolati e "controllati", non sul cibo, ma è presumibile che un consumo regolare e sensato di alimenti che contengano quei micronutrienti sia comunque favorevole alla pelle e alla tintarella.

Ma qual è il fabbisogno giornaliero di un soggetto adulto? Sei milligrammi al giorno di carotenoidi sono più che sufficienti e, oltre alle carote, li troviamo in altri vegetali di colore rosso-arancione, come zucche, patate americane, melone, albicocche, anguria, peperoni, ma anche in diversi vegetali a foglia verde, come spinaci, cavoli e prezzemolo. Più intenso è il loro colore, maggiore è il livello di carotene.

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Cos’è il Carrotmaxxing, la pericolosa tendenza di TikTok per avere un’abbronzatura perfetta? 

L'errata convinzione che le carote accelerino i processi legati all'abbronzatura ha generato un pericoloso trend social, il cosiddetto Carrotmaxxing. Nato su TikTok, come altre follie virali, vede diversi utenti e influencer ingurgitare quantità spropositate di carote allo scopo di ottenere una tintarella più intensa e naturale senza esporsi al sole.

Come abbiamo visto, il beta-carotene di cui sono ricchi questi vegetali ha il merito di proteggere la pelle dai danni dei radicali liberi generati dall'esposizione solare, ma non stimola la produzione di melanina, quel pigmento responsabile della vera abbronzatura.

Ciò che può verificarsi con il Carrotmaxxing, e dunque con un eccesso di betacarotene, è quella condizione di cui abbiamo già parlato, ovvero la carotenosi, che conferirà alla pelle, e in particolare ai palmi di mani e piedi, una colorazione giallastro-aranciata.

"Una dieta ricca di frutta e verdura fa bene anche alla pelle, ma l’abbronzatura sana si conquista con l’esposizione graduale al sole, protezione adeguata, idratazione e buon senso – conclude il nostro esperto – Le scorciatoie estetiche fai-da-te, soprattutto quando diventano virali, andrebbero sempre osservate con spirito critico".

In conclusione, le carote sono uno dei più preziosi alleati di salute e bellezza. Svolgono un ruolo protettivo nei confronti della pelle, preparandola e rendendola più resiliente all'esposizione solare, ma di certo non ci faranno abbronzare. Piuttosto rendiamole protagoniste dei nostri menu e spuntini, e godiamocele in tutta la loro irresistibile dolcezza e fragranza.

Con un'unica accortezza: crude o cotte, non dimentichiamo mai di aggiungere sempre un filo di olio extravergine di oliva, qualche dadino di avocado o di saltarle in padella con una noce di ghee, al fine di preservare il loro contenuto di betacarotene. La vitamina A è una vitamina liposolubile e può essere assorbita solo in presenza di un veicolo grasso.

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A cura di
Emanuela Bianconi
Giornalista professionista dal 2013, ho una Laurea specialistica in Editoria e Giornalismo e un Master in Gestione della produzione cinematografica e televisiva. Sono una grande appassionata di tematiche legate al benessere e promotrice di un'alimentazione sana, naturale e "consapevole”, argomenti di cui scrivo su Cookist.
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