video suggerito
video suggerito
30 Settembre 2025 12:50

Le banane si coltiveranno in Sicilia: ma non è un buon segno per (quasi) nessuno

Se la Sicilia diventa terra di banane – dopo mango e avocado – non è solo una curiosità agricola: è il segnale che il Mediterraneo si sta tropicalizzando, tra nuove opportunità economiche e seri interrogativi sul futuro delle colture tradizionali.

A cura di Francesca Fiore
40
Immagine

La notizia che la multinazionale Chiquita avvierà la coltivazione di banane in Sicilia ha fatto il giro dei media come curiosità agricola. Ma in realtà, più che un fatto di cronaca, è il segnale tangibile di come il clima stia trasformando il volto del Mediterraneo. La banana, pianta tropicale per eccellenza, non è solo un nuovo prodotto a chilometro zero: è un campanello d’allarme, perché cresce laddove le temperature non scendono troppo e gli inverni sono sempre più miti.

Dal mango all’avocado: il Mediterraneo che cambia pelle

Non si tratta di un caso isolato: già da tempo la Sicilia e la Calabria hanno visto prosperare coltivazioni di frutti tropicali come mango e avocado. Oggi parliamo di circa 500 ettari dedicati a queste colture nell’isola, con epicentri soprattutto nel Palermitano e nel Catanese.

L’avocado siciliano ha ormai conquistato spazi nella grande distribuzione: meno costoso da trasportare, più sostenibile rispetto a quello importato da Sudamerica o Israele, e sempre più apprezzato dai consumatori. Anche il mango ha trovato un habitat favorevole: estati lunghe e calde, escursioni termiche ridotte, piogge concentrate in pochi episodi intensi. Sono le stesse condizioni che rendono ora possibile coltivare banane.

Ma anche le banane non sono del tutto una novità in Sicilia: negli ultimi anni alcune cooperative e aziende agricole, soprattutto nel Palermitano, hanno già sperimentato con successo piccole coltivazioni locali, dimostrando che il clima mediterraneo – sempre più caldo e stabile – può accogliere anche piante tipicamente tropicali. La vera svolta, però, arriverà con il progetto di Chiquita, che nel 2025 avvierà la messa a dimora di 20.000 piante biologiche tra Marsala e Campobello di Mazara, con l’obiettivo di raccogliere i primi frutti nel 2026.

Immagine

Dal punto di vista economico, la “tropicalizzazione” del Mediterraneo apre scenari interessanti. Per gli agricoltori significa diversificazione della produzione e nuove opportunità di mercato, specie in un’epoca in cui i consumatori cercano prodotti esotici ma locali.

Ma ogni medaglia ha il suo rovescio: se il clima favorisce frutti tropicali, allo stesso tempo mette in difficoltà colture storiche come grano duro, agrumi, ulivi e vitigni autoctoni, che rischiano di soffrire siccità prolungate, ondate di calore sempre più violente e parassiti prima sconosciuti. La biodiversità agricola mediterranea, costruita in secoli di storia, potrebbe subire uno stravolgimento.

Un Mediterraneo sempre più tropicale

Gli scienziati parlano di una vera e propria “tropicalizzazione” del bacino mediterraneo: stagioni alterate, estati più lunghe, inverni brevi e miti, precipitazioni irregolari. Quello che prima era straordinario sta diventando normale. La banana che cresce a pochi chilometri dall’Etna, il mango siciliano ormai familiare come l’arancia di Ribera, l’avocado calabrese che compete con quello messicano: tutti segnali che il clima sta ridisegnando le mappe dell’agricoltura.

Guardare una banana siciliana non significa solo pensare a un frutto più vicino e sostenibile. Significa riconoscere che il cambiamento climatico non è un concetto astratto: è già arrivato sulla nostra tavola. Se il Mediterraneo diventa adatto a coltivazioni tropicali, non è un regalo del tempo, ma la prova di un equilibrio che si sta spostando. La sfida, oggi, è duplice: cogliere le opportunità economiche senza dimenticare i rischi ambientali, e non smettere di leggere  in questi nuovi frutti non soltanto il gusto dell’esotico, ma anche il segno di un pianeta che ci chiede di cambiare rotta.

Immagine
Quello che i piatti non dicono
Segui i canali social di Cookist
api url views