Tra mare, mito e sapori autentici: un viaggio nel gusto lungo la costa laziale, partendo dal Circeo per poi arrivare a Sperlonga e proseguire fino a Gaeta. Ecco quali sono i piatti tipici di questa zona.
C’è una costa, nel basso Lazio, dove il mare scintilla come vetro liquido e i monti sembrano scivolare direttamente nell’acqua: qui, tra scorci vertiginosi e promontori battuti dal vento, la leggenda incontra la geografia. È la Riviera di Ulisse, così chiamata perché, secondo il mito, proprio qui l’eroe greco si sarebbe fermato durante il suo lungo viaggio verso Itaca, affascinato dai sortilegi della maga Circe. E se Ulisse fu trattenuto da forze magiche, oggi sono la bellezza del paesaggio e la ricchezza della cucina a fare da incantesimo.
In questo tratto di costa che abbraccia Gaeta, Sperlonga, Itri, Formia e i piccoli borghi collinari, si mangia bene da sempre. È una terra di confine, dove la cultura gastronomica del Lazio si mescola con quella campana, dando vita a una tavola genuina, saporita e profondamente identitaria. In questo itinerario tra mare e monti ti raccontiamo i piatti, i prodotti e i sapori da non perdere nella Riviera di Ulisse. Una guida per chi ama esplorare assaporando: ecco quali sono i piatti da assaggiare fra Sperlonga e Gaeta.
La forza della cucina della Riviera di Ulisse sta nella sua naturalezza: i piatti sono nati dalla necessità, dalla stagionalità e dalla vicinanza al mare e ai monti. Si mangia ciò che offre la terra e ciò che si pesca, senza sprechi e senza eccessi. Partendo lungo la costa da Nord si parte dalla bellezza del promontorio del Circeo, dove mito, natura e sapori si intrecciano in modo unico, per arrivare prima a Sperlonga e poi a Gaeta, situata nell'omonimo golfo: è la Riviera di Ulisse, che prende il nome dai riferimenti mitologici legati all’Odissea di Omero, secondo cui l’eroe greco Ulisse (Odisseo) avrebbe toccato proprio queste terre durante il suo leggendario viaggio di ritorno a Itaca.
Nella zona fra Sperlonga e Gaeta ogni ingrediente racconta una storia, ogni piatto è legato a una funzione precisa: la tiella per i lavoratori, le olive come provviste per il viaggio, le salsicce per conservare tutto ciò che il maiale offriva. Ulisse forse si fermò qui per amore, o per magia: tu puoi farlo per il gusto.
Ogni tratto di mare ha la sua zuppa, ma quella della Riviera di Ulisse si distingue per abbondanza e varietà. È una ricetta di recupero, nata per non sprecare nulla: si usano pesci “poveri” ma gustosi – come tracine, scorfani, gronchi – insieme a molluschi e crostacei locali (cozze, vongole, sconcigli, seppioline, polipetti). Il risultato è un piatto saporito e profondo, da assaporare lentamente, magari con del pane tostato per raccogliere ogni goccia di brodo.
Un piatto che racconta l’anima marina di Sperlonga, ma con il corpo e la sostanza della cucina casalinga del Lazio. I bombolotti, una pasta corta simile ai rigatoni ma con un taglio leggermente più largo e spesso, vengono conditi con un ragù bianco di seppie, delicato ma saporito. Le seppie vengono tagliate finemente e cotte a lungo, spesso insieme a un soffritto di cipolla e vino bianco, con l’aggiunta di aromi come alloro, prezzemolo fresco e talvolta una spolverata di peperoncino.
Un piatto semplice all’apparenza, ma che richiede attenzione e rispetto per un ingrediente tanto delicato quanto prezioso: le cicale di mare (note anche come canocchie). Questi piccoli crostacei dal gusto fine e dolce sono tipici delle acque del Tirreno e trovano in questo piatto la loro celebrazione. Gli spaghetti, spesso trafilati al bronzo per trattenere meglio il sugo, vengono saltati con le cicale appena scottate, aglio in camicia, olio extravergine d’oliva e un tocco di vino bianco. È un piatto “di mare” nel senso più puro, perfetto da gustare in terrazza con un calice di bianco fresco, mentre il rumore delle onde accompagna ogni forchettata.
Semplice nell’aspetto, ma sorprendente al primo morso, la tiella è un simbolo della cucina gaetana. A metà tra una focaccia e una torta salata, è composta da due dischi di pasta lievitata farciti con ripieni diversi: super estivo quello con il polpo in umido, ma sono gettonatissime anche le farciture con scarola, alici, cipolle, spinaci o misto mare. Un tempo era il pasto dei contadini e dei pescatori, facile da trasportare e resistente anche per intere giornate di lavoro: oggi si trova in ogni forno di Gaeta ed è perfetta da portare in spiaggia o gustare in riva al porto.
Le olive nere di Gaeta, piccole e affusolate, sono famose in tutta Italia: ma mangiarle qui, sul loro territorio d’origine, ha tutto un altro sapore. Vengono lavorate tradizionalmente in salamoia o lasciate essiccare al sole, dopo una lenta marinatura in acqua e sale. Sono perfette da sole come antipasto, ma anche per insaporire sughi di pesce, piatti di verdure e naturalmente la tiella. Il loro nome è oggi riconosciuto dal marchio DOP.
Pescate nel mar Tirreno e lavorate secondo tradizione, le alici della Riviera di Ulisse sono conservate sia sotto sale sia marinate in aceto. La salatura ha origini antichissime: già i Romani usavano questa tecnica per prolungarne la durata oltre la stagione estiva. Oggi vengono servite come antipasto, condite con olio, prezzemolo e limone, oppure usate per arricchire primi piatti semplici e gustosi.
Non c’è solo mare in questa cucina: i monti Aurunci, che fanno da cornice alla Riviera, offrono pascoli e boschi dove si allevano suini e si producono insaccati di qualità. Quella tradizionale di Itri e Formia, ovvero la salsiccia paesana al coriandolo dei monti Aurunci, sono fatte con tagli meno nobili del maiale – fegato, cuore, milza – macinati insieme al grasso, conditi con aglio, pepe e talvolta semi di coriandolo. Il risultato è un insaccato rustico e deciso, ottimo se stagionato oppure cotto alla brace. Una vera delizia per chi ama i sapori intensi e autentici.
Sebbene i più celebri caseifici di bufala si trovino poco più a sud, anche il basso Lazio vanta una solida tradizione legata a questo prezioso latte. Nelle campagne tra Fondi e Formia si producono provole e caciotte di bufala, dal gusto morbido e rotondo, che varia in intensità a seconda della stagionatura. Le provole, fresche o affumicate, sono perfette da gustare con pane casereccio e un filo d’olio. Le caciotte, invece, offrono una gamma più ampia: da quelle giovani e dolci a quelle stagionate, più sapide e compatte.
A completare l’esperienza gastronomica tra Sperlonga e Gaeta, vale la pena scoprire anche i vini del territorio, che rientrano principalmente nella Doc Moscato di Terracina. Questo vino, prodotto sia in versione secca che passita, proviene dal vitigno Moscato di Terracina, una varietà aromatica autoctona che regala profumi intensi e un gusto ricco, perfetto da abbinare ai dolci locali o ai piatti di pesce più saporiti. In zona si trovano anche interessanti espressioni di Malvasia Puntinata, Trebbiano, e Greco, spesso vinificati in blend per vini bianchi freschi e minerali, ideali con frutti di mare e crudi.