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10 Aprile 2023 11:00

La curiosa storia dei krumiri, i biscotti a forma di baffi del Re

Si dice che la forma curva dei biscotti fosse ispirata ai baffi a manubrio che avevano reso iconico Vittorio Emanuele II. Ecco la storia dei krumiri, i biscotti di Casale Monferrato.

A cura di Monica Face
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Nati per accompagnare un liquore dell’epoca, vennero inventati nel 1878 da un pasticciere di Casale Monferrato e ancora oggi sono venduti in una scatola di latta sempre uguale. Benché la produzione di questi biscotti sia ancora oggi a livello artigianale, sono conosciuti in tutta Italia e anche all’estero. Ecco come sono nati e come sono diventati famosi i biscotti krumiri.

Storia di un successo

Probabilmente sentendo la parola hai pensato ai lavoratori che boicottano uno sciopero. Il nome deriva dai Khumir, nome degli abitanti della Crumìria, una regione della Tunisia occidente confinante con l'Algeria. Questa tribù era nota soprattutto per le loro scorrerie e atti di banditismo. Ma è improbabile che per risalire alla storia dei krumiri sia necessario arrivare così lontano.

È molto più accredita l’ipotesi che accosta i biscotti a un liquore in voga nella metà dell’Ottocento, il krumiro, e a una storia che ha reso famosa Casale Monferrato. Chi, dopo aver trascorso una serata in buona compagnia bevendo un bicchierino, non ha voglia di mangiare un dolcetto? Sarà successo qualcosa di simile una sera del 1878 quando Domenico Rossi, un pasticcere di Casale Monferrato, dopo aver amabilmente chiacchierato e bevuto un po’ di krumiro con i suoi amici, rientrò nel suo laboratorio per creare qualcosa che si adattasse proprio a quel liquore. Non sappiamo quali e quanti impasti avrà fatto il pasticcere prima di essere soddisfatto, ma quello che è certo è che i biscotti da lui inventati ebbero un successo tale da varcare presto i confini di Casale Monferrato e, poco dopo, anche quelli dell’Italia.

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La forma

Chissà se parte di questo successo non sia dovuto proprio alla loro forma così particolare. La caratteristica curvatura a manubrio pare fosse un omaggio ai famosi mustacchi, i baffi di Vittorio Emanuele II, il re  "galantuomo", per commemorarne la morte. E del resto, hai mai visto un altro tipo di biscotto con una forma simile? Nonostante sia passato più di un secolo da quell'invenzione e benché oggi ci si avvalga di impastatrici e macchine per facilitare la preparazione, il taglio e la curvatura sono ancora oggi eseguite manualmente.

La popolarità e le imitazioni

Un po’ per la forma curiosa, un po’ per la bontà, ben presto furono in tanti a Casale Monferrato a cercare di imitare questi biscotti. Rossi, nel tentativo di rivendicarne la paternità, iniziò a far pubblicare sulle Gazzette locali più e più annunci, asserendo che i suoi erano gli unici originali, tutte le altre erano sono imitazioni. E per identificarli iniziò a chiamarli krumiri, proprio per via del liquore che li aveva ispirati. Niente a che vedere quindi con gli scioperi boicottati: questi biscotti avevano solo bisogno di un nome simpatico e riconoscibile.

E a sottolineare la proprietà, il pasticcere iniziò a venderli in scatole di latta con uno stemma sabaudo che ricordava il Re e la scritta ROSSI incisa sul coperchio, che non è mai stata cambiata e che ancora oggi viene usata per la vendita.

I riconoscimenti e il successo oltre confine

Solo pochi anni dopo, nel 1884, all’Esposizione Universale di Torino i famosi biscotti ricevettero la medaglia di bronzo, seguita da quella d'oro dal municipio di Casale che riconobbe a Rossi la paternità dei krumiri. Premi e riconoscimenti furono presto accompagnati anche da blasoni reali e dal Gran Diploma d’Onore all'Esposizione di Casale nel 1900. Un successo enorme, per un pasticcere che aveva solo voglia di un biscottino, no?

E non è tutto: Diego D’Ambrosio, un italiano emigrato negli Stati Uniti e titolare di un’iconica barberia di Washington, era solito intrattenere i suoi clienti offrendo un krumiro per ingannare l’attesa. Si dà il caso che, tra i frequentatori del suo negozio, D’Ambrosio abbia tagliato i capelli (e magari anche i baffi) anche personaggi famosi tra cui cardinali, ambasciatori e politici. E tra i tanti a essere passati di là c'è anche Bill Clinton che, dopo aver assaggiato un biscotto, pare li abbia definiti "Wonderful krumiri".

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Come fare i krumiri

Nel 1953 Ercole Portinaro rilevò la pasticceria Rossi e, con essa, anche la ricetta originale dei krumiri che, dopo anni, è stata anche brevettata e che oggi vanta anche la denominazione Pat (Prodotto agroalimentare tradizionale). Ricetta originale e dosaggi sono ancora segreti e gelosamente conservati, ma sono noti gli ingredienti: solo farina di grano tenero, uova fresche, burro, zucchero e vanillina pura. Tra i trucchi per la preparazione dei krumiri c’è l’assenza di acqua e un lungo riposo dell’impasto, che contribuiscono a rendere friabile i biscotti. Dopo aver realizzato le lunghe strisce di pasta con la tipica zigrinatura, si passa al taglio e alla curvatura rigorosamente fatti a mano. Segue la cottura e un ulteriore riposo di una notte. Si procede quindi alla disposizione ordinata nella caratteristica scatola di latta, rossa, che è rimasta sempre la stessa anche se, nel tempo, si è diffusa anche la vendita a peso.

Come gustare i krumiri

I krumiri sono stati inventati con il preciso scopo di accompagnare un liquore e ancora oggi, se l’abbinamento ti piace, puoi servirlo insieme a un amaro. Ma per la loro friabilità e dolcezza sono adatti anche all’inzuppo, sia nel tè che nel latte. Vuoi una chicca? Provali per accompagnare la crema pasticciera. Insomma sono così versatili da poterli gustare in ogni momento della giornata, dalla colazione alla pausa caffè, dalla merenda al dopo cena.

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