
Stop alla cottura di aragoste vive: questa la decisione che arriva dal governo inglese che riconosce questi animali come esseri senzienti e quindi capaci di provare dolore. Un provvedimento che rientra in un più ampio piano governativo volto a implementare misure contro il maltrattamento degli animali e che rappresenta un passo significativo verso la loro tutela. Una scelta che, purtroppo, non tutti i Paesi hanno ancora adottato ma che è già in vigore in nazioni come Austria e Svizzera, mentre in Italia si cominciano a muovere i primi timidi passi.
Molluschi e crostacei sono esseri senzienti
Sembra strano doverlo specificare, perché è una di quelle decisioni che dovrebbero essere scontate, come se morire gettati in un pentolone di acqua bollente non fosse una giustificazione sufficiente per porre fine a questa atrocità. Eppure c'è chi ancora continua a farlo. Non più, però, in Inghilterra, dove pochi giorni fa è stata approvata una misura che vieta la bollitura delle aragoste vive. Il governo ha dichiarato che saranno pubblicate delle linee guide alternative in quanto "la bollitura in acqua non è un metodo di uccisione accettabile".
La decisione si basa su una legge introdotta nel 2022 che riconosce agli invertebrati, tra cui polpi, granchi e aragoste, la capacità di provare emozioni: secondo quanto riportato dal Guardian, infatti, uno studio condotto da esperti della London School of Economics ha dichiarato che esistono "forti prove scientifiche che i crostacei decapodi e i molluschi cefalopodi siano senzienti". Ciò significa che gettarli vivi in acqua bollente provoca loro una sofferenza atroce, come possiamo facilmente immaginare (e che, fortunatamente, non possiamo provare). "Quando animali vivi e coscienti vengono immersi in acqua bollente, sopportano diversi minuti di dolore lancinante. Questa è una tortura ed è del tutto evitabile." ha affermato Ben Sturgeon, amministratore delegato dell'organizzazione benefica Crustacean Compassion, che ha accolto con grande entusiasmo il piano.

Quali sono le alternative
Non si tratta, chiaramente, di smettere di mangiare aragoste e granchi, ma semplicemente garantire loro una morte più dignitosa e meno sofferente: esistono, infatti, altri metodi che, nei ristoranti o a casa, possono essere utilizzati. L'elettroshock, ad esempio, è considerato il metodo migliore, consigliato anche dalla maggior parte delle associazioni veterinarie del mondo: in questo modo, aragoste e astici perdono conoscenza in mezzo secondo e muoiono in cinque secondi, mentre i granchi impiegano circa dieci secondi. Un'altra soluzione – tenendo conto anche dell'elevato costo di una macchina per lo stordimento elettrico – consiste nel colpire l'animale con un colpo secco alla testa, in modo da provocare una morte veloce e indolore.
La situazione in Italia e nel mondo
Fortunatamente, l'Inghilterra non è il primo Paese a prendere un provvedimento simile. Nazioni come Svizzera, Norvegia, Austria e Nuova Zelanda hanno già vietato la bollitura di aragoste vive o imposto che questi animali vengano storditi o uccisi in modo più rapido e meno atroce. In Italia, purtroppo, non esiste ancora una legge nazionale che vieti esplicitamente questa pratica, anche se alcuni passi in avanti sono stati compiuti. A Parma ad esempio, qualche anno fa, è stato introdotto un nuovo regolamento che obbliga tutti i ristoranti a uccidere i crostacei prima di cuocerli. Inoltre, è stata vietata anche la pratica di legare le chele alle astici e di lasciare gli animali vivi sul ghiaccio, evitando loro un'inutile agonia.

Più recente, invece, la notizia della nascita di una coalizione chiamata "Dalla parte dei crostacei" – formata da otto associazioni animaliste e capitanate da Animal Law Italia – che ha chiesto al Governo italiano una maggiore tutela per aragoste, astici e granchi. La coalizione ha presentato un manifesto in quattro punti, in cui si dichiara la volontà di vietare la detenzione degli animali vivi a contatto con il ghiaccio e la loro bollitura da vivi, il divieto della vendita diretta al consumatore di crostacei vivi e ottenere il riconoscimento di questi animali come esseri senzienti.