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25 Luglio 2025 18:00

Il Resort più croccante del mondo: dove il pistacchio diventa architettura

Dove i gusci di pistacchio non si buttano, ma diventano pareti, tetti e ispirazione: un eco‑resort unico nel cuore della giungla balinese, tra design organico e sostenibilità da copertina.

A cura di Francesca Fiore
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Foto di www.yankodesign.com

Un hotel fatto con i pistacchi. Sì, hai capito bene, non è il nome di un nuovo gusto di gelato, né un errore di stampa: esiste davvero un hotel che trae ispirazione – e in parte materia – dal pistacchio. Si chiama Pistachio Villas, si trova nella giungla verdeggiante di Ubud, a Bali, ed è la prova vivente che l’architettura e la gastronomia possono flirtare sul serio.

Non parliamo di un semplice omaggio estetico al nostro snack preferito: qui i gusci di pistacchio sono stati triturati e integrati nei muri dell’edificio. Come dire: dal piatto al cemento, passando per il design. Una alternativa “croccante” nel mondo dell’eco‑architettura.

Architettura gourmet con vista giungla

Il resort si compone di nove ville private, ciascuna progettata per richiamare la forma iconica del pistacchio aperto. Guardato dall’alto, sembra un fiore tropicale sbocciato in mezzo alla vegetazione. Un’opera d’arte architettonica e biologica al tempo stesso, che fa impallidire i classici bungalow da cartolina. Ma il vero tocco da maestro non è solo nella forma: la facciata è costruita usando gusci di pistacchio riciclati, mescolati a malta naturale. Non li puoi mangiare (peccato), ma puoi goderti una parete che racconta una storia di sostenibilità e stile. Altro che marmo di Carrara.

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Foto di www.yankodesign.com

Il progetto non si limita alla scenografia. Anche nei materiali, l’hotel abbraccia una filosofia zero sprechi: legno, bamboo, pietra locale e pannelli solari fanno da protagonisti. L’acqua piovana viene raccolta e riutilizzata, e l’energia arriva in buona parte dal sole.  Tutto è progettato per invitarti a rallentare: luce naturale filtrata, pavimenti che cambiano consistenza sotto i piedi, camminamenti tra piante tropicali e vasche private immerse nel silenzio. Qui il lusso non è gridato, ma sussurrato.: è un’esperienza sensoriale che ha più in comune con una degustazione a occhi chiusi che con una vacanza standard.

Più pistacchio per tutti (ma solo metaforicamente)

Importante precisazione: non troverai pistacchio nel menu, nelle creme viso, né nei cocktail del bar (anche se ci stanno pensando, giurano). Il pistacchio qui è materiale e concetto, non decorazione da piatto Instagram. È l’anima del progetto, non il contorno.

E forse è proprio questo il bello: trasformare ciò che normalmente scartiamo – un guscio qualunque – in elemento nobile, poetico, architettonico. Un gesto che unisce design e rispetto per la natura, e che lancia un messaggio: anche i piccoli scarti possono avere un grande impatto.

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Quello che i piatti non dicono
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