La Guinness è una birra scura, corposa e spumosa diventata simbolo indiscusso dell’Irlanda – a Dublino c’è il celebre stabilimento produttivo originale – e una delle birre più consumate del mondo. Appartiene a una categoria che si chiama “birra stout” ed è stata invenata dallo stesso uomo a cui dobbiamo il Guinness World Record.
Se parli dell’Irlanda pensi automaticamente alla Guinness: è la birra irlandese per antonomasia, diventata un vero simbolo dell’isola e un prodotto apprezzato in tutto il mondo, tanto che il suo stabilimento produttivo originale di Dublino si è trasformato in un museo che accoglie ogni anno milioni di appassionati da tutto il mondo. Caratterizzata da un sapore intenso e aromatico e dal classico colore molto scuro, praticamente nero, la Guinness fa parte della famiglia delle birre stout, ovvero quella serie di birre scure inglesi e irlandesi che, come indica il nome, sono molto robuste e molto corpose. La Guinness non è l’unica che esiste ma di certo è diventata la più famosa. Ma sai quando è nata questa prelibatezza da bere? Tutto si deve a un Arthur Guinness, il papà della birra irlandese più celebre ma anche di un premio molto particolare, il Guinness World Record.
Prima di scoprire come è nata la Guinness è doveroso compiere un passo indietro e capire meglio cosa è e dove ha origine la birra stout. Quella che oggi viene chiamata birra stout è nata a Londra nel XVIII secolo: all’inizio si chiamava porter-stout e infatti nacque proprio come una versione più forte di una già diffusa birra porter. Stout era un termine generico che veniva utilizzato, all’epoca, in abbinamento a diversi stili di birra ma, man mano che la nuova porter-stout si diffuse, “stout” finì per indicare questa nuova tipologia e diventò un stile di birra a sé.
Nello stesso periodo, circa nel 1759, a Dublino un uomo di nome Arthur Guinness aprì un omonimo birrificio, che però inizialmente si concentrò solo sulla produzione di birra chiara. È solo diversi anni dopo che il signor Guinness iniziò a sperimentare con la birra scura e i suoi esperimenti presto ebbero successo, complice anche l’avvento in Gran Bretagna delle nuove birre pale ale che andarono a soppiantare sempre di più le birre scure.
Questo fu la fortuna della Guinness, che presto si impose nel mercato tanto da spingere il suo fondatore a registrare ufficialmente il marchio nel 1862 di quella che diventerà la celebre birra Guinness. In questa occasione venne ideato anche il celebre logo composto da un’arpa dorata, ispirata a un’antica arpa gaelica custodita al Trinity College di Dublino. Guinness fece in modo che la sua birra si distinguesse sempre di più, soprattutto rispetto alle stout inglesi: il birrificio di Dublino, infatti, fu il primo ad utilizzare malti black-patent, il roasted barley e fiocchi d’orzo per la sua produzione, donando alla birra una colorazione più marcata e un sapore molto più deciso, amaro e tostato.
Arthur Guinness morì nel 1803 ma la sua eredità passò a uno dei suoi molti figli e nelle sue mani Guinness crebbe sempre di più fino a diventare una delle birre più diffuse, esportate e amate del mondo: addirittura nel XIX c’era la convinzione che la Guinness e le altre birre stout fossero benefiche per la salute, tanto da essere consumate da atleti e dalle donne incinte o che allattavano.
Nel XX secolo la produzione di birre stout iniziò a diminuire sempre di più, soppiantante da altre tipologie di birre e da una compressione dei costi che spinse i birrifici a rivalutare i parametri di densità e grado alcolico, che scesero progressivamente, ma questo non intaccò la Guinness che anzi divenne ancora più celebre grazie a massicce campagne pubblicitarie ideate tra il 1930 e il 1940 che tutt’oggi fanno parte dell’iconografia e del merchandising del marchio inglese, per esempio tutti gli spot con gli animali tra cui il celebre tucano.
Cosa ha reso la Guinness così amata rispetto a tutte le altre birre strout? Di certo il merito è di una combinazione di più fattori: prima di tutto l’inconfondibile ed intenso colore scuro, l’accenno tostato, la freschezza del luppolo, il sapore rinfrescante, la consistenza liscia e vellutata. Anche la sua versatilità, seppure è un aspetto meno conosciuto: la Guinness Original, servita rigorosamente fredda, si sposa alla perfezione con formaggi e pesce, specialmente l’aragosta, e dessert speziati. Può essere anche un vero e proprio ingrediente, come nella particolare Guinness cake irlandese, proprio a base di birra.
Un’altra caratteristica inconfondibile della Guinness è la sua schiuma, molto densa, quasi simile alla crema: per spillarla bene il bicchiere, rigorosamente quello a campana rovesciata diventato un’icona del marchio, deve essere rigorosamente inclinato di 45°. La spuma è talmente importante per il prodotto Guinness che è stato studiato un modo di ricrearla anche quando si versa dalla lattina, tramite la famosa piccola sfera in materiale plastico presente all’interno della confezione e che permette la formazione del cappello di schiuma al momento del riempimento del bicchiere, come avverrebbe se fosse spillata da una spina.
La Guinness appartiene e rappresenta la serie di birre note come Irish dry stout, caratterizzate dal colore scuro, dal sapore secco e amaro con retrogusto di caffè e liquirizia e con un grado alcolico che va dai 4 ai 7 gradi. Pur essendo le più famose, non sono le uniche birre stout esistenti, anche se le altre rimangono produzioni più artigianali e di nicchia.
Tra le più interessanti e particolari spiccano:
Forse non ci hai mai pensato ma il nome Guinness non è associato solo alla birra: esiste un particolare premio molto singolare che si chiama proprio Guinness World Record, in Italia “Guinness dei primati”. Ha qualche collegamento con la celebre birra irlandese? Ebbene sì: fu l’amministratore delegato delle birrerie Guinness di Dublino Hugh Beaver a ideare i famosi premi: era il 1955 e durante una battuta di caccia osservò la velocità di un animale e si mise a riflettere sull’idea di quali primati si potessero riconoscere ufficialmente, da quelli naturali a quelli umani.
Gli sembrava un tipo di discussione che poteva essere popolare e intrigante, soprattutto in posti come le birrerie e davanti a un bicchiere della sua birra, così ideò un libro che raccogliesse tutti questi dati e curiosità. Si ebbe così la prima stesura del libro, uscito il 27 agosto 1955, ottenendo numeri da record: oggi ha all'attivo più di 100 milioni di copie vendute in 100 paesi diversi e traduzioni in 37 lingue diverse, ed è così celebre da diventare anche un programma televisivo trasmesso in 35 paesi. Oggi il libro e l’industria non sono più associati, ma di comune accordo hanno deciso di mantenere il nome, onorando i legami del passato senza cambiare nulla.