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6 Aprile 2023 16:00

La storia di Giorgio Locatelli: l’anima rock e l’eleganza di un ballerino classico

Lo chef Giorgio Locatelli è uno dei più famosi della tv. Ha 1 Stella Michelin ed è celeberrimo in Inghilterra, dove è titolare di Locanda Locatelli a Londra.

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Lo chef Giorgio Locatelli è uno dei volti più amati dagli italiani. Il riconoscibilissimo capello brizzolato, quel leggero accento inglese regalato dai tanti anni vissuti a Londra, un'eleganza, uno charme e una gentilezza decisamente fuori dal comune sono le più immediate caratteristiche che si riscontrano nel cuoco stellato. In realtà c'è molto di più: Giorgio Locatelli è uno degli chef più talentuosi della sua generazione. Primo italiano a ricevere una Stella Michelin all'estero, amatissimo nel Regno Unito sia dal pubblico sia dai vip (la Regina Elisabetta aveva una smodata passione per la sua cucina), in pochissimi anni ha reso Locanda Locatelli, il suo ristorante, uno dei luoghi più ambiti della Capitale inglese. Vediamo la storia di Giorgio Locatelli, lo chef che ha conquistato gli italiani con il verbo e non con la violenza.

La storia di Giorgio Locatelli, il nostro ambasciatore in Inghilterra

Nato a Corgeno, in provincia di Varese, il 7 aprile 1963, Giorgio Locatelli comincia a lavorare in cucina fin da bambino. I genitori e gli zii hanno infatti dei ristoranti: suo padre riesce a conquistare perfino la Stella Michelin alla Cinzianella, locale fondato dai nonni nel 1966. Tutta la famiglia Locatelli ha fatto dell'eccellenza nella ristorazione il suo mantra: suo zio è il celebre Renato Gnocchi, probabilmente l'uomo che più di tutti ha spinto Giorgio verso i fornelli, e autore dei famosi amaretti di Gallarate esportati in tutto il mondo.

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Foto da Facebook

Il piccolo Giorgio Locatelli passa tanto tempo in cucina, a curiosare, ma la famiglia non vorrebbe per lui questa vita di sacrifici. In particolare nonna Vincenzina è molto contraria: vede che Giorgio è molto intelligente e si chiede perché debba sacrificarsi in cucina, in un periodo storico in cui solo gli "sfaticati" a scuola intraprendono questa strada. In effetti Locatelli non fa l'alberghiero, fa la scuola di odontotecnica ma dopo il diploma si impone con i genitori e pretende l'inserimento in brigata.

A 20 anni lascia casa perché "per me Carogeno era un buco e, nonostante l'eccellente ristorante di zio, dove sono cresciuto e che forse avrei ereditato, ho preso lo zaino e sono andato via". Nel 1983 va a Londra, una città che lo affascina moltissimo, ed entra nelle cucine del Savoy Hotel, un prestigiosissimo albergo del centro. Fa anche un'esperienza in Svizzera ma il richiamo della cucina francese, soprattutto negli anni '80, è irresistibile. Si trasferisce a Parigi, al Laurent, e poi al Tour d'Argent, il più antico ristorante di Francia, con vista aperta sulla Senna e su Notre-Dame, che ha ospitato nomi del calibro di Alfred de Musset, Ernest Hemingway e Gustave Eiffel.

Sembra tutto magnifico ma la realtà è molto diversa da ciò che ci immaginiamo: l'esperienza al Tour d'Argent è traumatica e umiliante per il giovane Giorgio Locatelli, un vero inferno con vessazioni fisiche e psicologiche, condite da tanto razzismo nei suoi confronti. Torna a casa ammaccato dalla fatica e dal bullismo, ancora una volta nonna Vincenzina gli chiede di smettere e di trovarsi un lavoro più "onorevole", ma il nipotino dissente. L'esperienza parigina, paradossalmente, lo spinge a fare meglio: ha una sorta di moto d'orgoglio patriottico sotto tutti quegli "italiano di m***a" che gli dicono e decide di riscoprire la nostra cucina tradizionale e, soprattutto, decide che non si sarebbe mai comportato come hanno fatto i suoi capi con la propria di brigata, una volta diventato chef.

Dopo 4 anni in Francia torna a Londra, nel 1995, e prende in mano la cucina dell'Olivo prima e del ristorante Zafferano poi. Qui conquista la sua prima Stella Michelin nel 1999. La critica gastronomica mondiale si accorge di questo giovane cuoco italiano dall'anima rock ‘n' roll, così diverso dai top chef che si fanno largo negli anni '90 come Marco Pierre White e Gordon Ramsey. Quest'ultimo in particolare supporta Giorgio, lo stima, gli piace il suo stile e, curiosamente, condivide la stessa via in cui è sita Locanda Locatelli. Il 3 Stelle scozzese parla bene di lui con tutti: così simili nell'idea di cucina, così diversi nella vita di tutti i giorni.

A differenza di Parigi, Londra accoglie a braccia aperte Giorgio Locatelli. Qui fa anche un incontro professionalmente e personalmente fondamentale: nel 1989 conosce Plaxy Cornelia Exton, la donna che diventerà sua moglie. Il primo appuntamento è tragicomico: arriva dopo un turno diurno di Locatelli al locale, peccato che Giorgio avesse già comprato i fiori e li avesse tenuti incautamente in cucina. Lo chef si presenta con questo mazzo di fiori penzolanti, Plaxy invece trova il coraggio di cucinare e prepara una minestra di verdure che non esita a definire "inguardabile". Fortunatamente i due vanno oltre questi dettagli e si mettono insieme. Diciamo "fortunatamente" perché in realtà la Exton è molto di una compagna: è la socia e la mente dietro il successo di Locatelli.

Si sposano nel 1995, l'anno del ritorno di Giorgio in Inghilterra e l'anno dopo nasce anche la prima figlia, Margherita, altra donna fondamentale nel processo creativo del cuoco lombardo. Per Locatelli questa famiglia è un sogno (c'è anche Jack, biologicamente figlio solo di Plaxy, nato da una relazione precedente). Giorgio ne ha però anche un altro da realizzare: nel 2002 ci riesce e apre il suo ristorante, Locanda Locatelli. Ora è il capo, gestisce la cucina e gli affari insieme alla moglie Plaxy. Locanda Locatelli si trova nel lussuoso quartiere di Marylebone, ha ben 80 coperti e una fama solidissima conquistata molto rapidamente, consacrato ormai come "ristorante delle star". La celebre Nigella Lawson, la più famosa cuoca del Regno Unito, dice che questo posto è come casa sua, l'unico luogo in cui passerebbe le feste di famiglia. Carlo e Camilla d'Inghilterra sono grandi appassionati della cucina di Giorgio, per non parlare dei tantissimi calciatori, attori e artisti sedutisi ai tavoli del ristorante.

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Foto da Facebook

Le cose proseguono lisce come l'olio per Locanda Locatelli: fa scoprire la vera cucina italiana ai britannici, ottiene la Stella Michelin a meno di un anno dall'apertura (sempre confermata in 20 anni di lavoro) e la famiglia cresce bene, fino al 2014, che potremmo definire l'annus horribilis per lo chef. Locanda Locatelli, infatti, esplode per una fuga di gas, il locale è completamente distrutto. Lo chef è disperato, demoralizzato, vuole abbandonare il sogno ma ancora una volta interviene Plaxy Exton: no, non si chiude un bel nulla. Ristrutturazione per alcuni mesi e locale totalmente rimodernato, per ripartire più forti di prima, con una nuova idea di cucina grazie alla figlia Margherita.

La giovane, classe 1996, fin da piccola soffre di gravissime allergie alimentari che la portano a shock anafilattici. Papà Giorgio prende a cuore la cosa e adatta il menu alle esigenze di tutti: inclusivo, ancor prima che questo termine diventasse di moda. Alla ripartenza dopo l'esplosione c'è però un'altra piccola aggiustatina: Margherita Locatelli è infatti vegana e così Giorgio studia menù particolari da proporre a lei e a tutti i clienti che fanno questa scelta di vita.

Il periodo di chiusura del locale coincide anche con le prime esperienze televisive, mezzo comunicativo da cui Locatelli si è sempre tenuto lontano. Diventa il protagonista di "Italy Unpacked" insieme a Andrew Graham-Dixon, un famoso giornalista della BBC: il programma racconta l'arte e la cucina tradizionale italiana. Il binomio funziona perché Locatelli è pacato, acculturato, sa parlare col pubblico e sa interagire con le persone. Dall'Italia lo notano e quando Antonia Klugmann lascia il posto da giudice di Masterchef fanno subito la proposta al cuoco "inglese". Con il pubblico italiano è amore a prima vista: charme, eleganza e sapere, tutti racchiusi sotto quella criniera sale e pepe inconfondibile.

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