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12 Marzo 2024 16:30

“Chiuso in una cella frigorifera, umiliato e malmenato”: l’accusa shock al personale di Giorgio Locatelli

Davide Nanni, volto noto dei social e talentuoso "chef dei boschi" accusa in un libro la brigata di Giorgio Locatelli per le umiliazioni subite a inizio carriera.

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"Accettai l'offerta di lavorare lì di buon grado, fresco di diploma. Partii con la mia ragazza, presa nello stesso ristorante. Eravamo giovani, felici e pronti a spaccare il mondo. Sapevo che nelle brigate aleggiava un po’ di nonnismo cameratesco, ma non immaginavo che potesse raggiungere livelli simili": parole di Davide Nanni, chef star dei social, che al Corriere della Sera racconta un'orrenda esperienza avuta a Locanda Locatelli, il ristorante londinese di Giorgio Locatelli. Il cuoco abruzzese, che oggi è tornato a lavorare nella propria regione, parla di vere e proprie vessazioni da parte di chef, sous chef e capo partita del ristorante (i diretti sottoposti di Locatelli) con accuse molto gravi di violenza fisica e verbale.

"Mi scherniva davanti a tutti. Il mio peggior incubo" dice Nanni

Davide Nanni descrive minuziosamente nel suo libro le vessazioni subite a Locanda Locatelli. Non c'è un'accusa "materiale" al giudice di Masterchef perché non sarebbe stato direttamente Giorgio Locatelli a vessare il sottoposto: "La gestione era in mano a quei tre che si rivelarono il mio peggior incubo — dice il cuoco abruzzese — Giorgio Locatelli passava ogni tanto, per controllare che fosse tutto ok". Oltre ai classici episodi di nonnismo, come i lavori più faticosi e umili assegnati agli ultimi arrivati, Nanni avrebbe subito molto di più.

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Il cuoco diventato famoso per preparare le ricette nei boschi, oltre 335.000 follower su Instagram, ricorda con particolare scoramento il rapporto avuto col sous chef: sarebbe stato preso di mira dal proprio superiore, con lavori impossibili e umiliazioni pubbliche davanti a tutta la brigata. Ogni mortificazione sarebbe stata accompagnata da allusioni e occhiolini rivolti alla fidanzata di Davide Nanni, anche lei in brigata del ristorante stellato. Nanni racconta poi di turni impossibili in cui "a volte trovavo ancora i lavapiatti che finivano il turno della notte" e di riposini in bagno, su uno strofinaccio posto sul pavimento per provare a chiudere gli occhi. La relazione con la fidanzata sarebbe finita a causa di questo clima infernale che avrebbe portato Nanni in una situazione di enorme stress, per un lavoro umiliante e poco gratificante.

Nanni conclude parlando di un episodio davvero molto grave, che lo avrebbe segnato profondamente: "Tutto il giorno pulivo gigantesche casse di rucola, gambo per gambo. Un pomeriggio per sbrigarmi eliminai le radici con un solo strappo, lo videro. Il capo partita mi raggiunse e mi sbatté il mazzo in faccia, spaccandomi il labbro. Una volta fecero cadere cinque litri di brodo in cella frigorifera. Mi diedero la colpa. Mi obbligarono a pulire senza spegnere la refrigerazione". Una tortura in piena regola quella che avrebbe subito il cuoco abruzzese che dice di aver lasciato Locanda Locatelli stremato dalle mortificazioni subite: "Ero dimagrito di 20 chili in quattro mesi" conclude, con amarezza.

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