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2 Ottobre 2025 9:00

Garganelli, la pasta nata a casa del Cardinale quando finì il ripieno dei cappelletti

I garganelli, pasta all’uovo romagnola nata tra storia e leggenda, simbolo di ingegno e tradizione, oggi amatissima con ragù, condimenti classici o rivisitazioni moderne. Scopriamo insieme la loro storia.

A cura di Enrico Esente
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Un tipo di pasta, nato quasi per caso, che è diventato uno dei simboli gastronomici di una regione. Stiamo parlando dei garganelli, molto più che "semplice" pasta all'uovo, che racchiude storie di cuoche ingegnose a servizio dell'alta nobiltà. La loro origine si perde tra leggenda e realtà, ma ancora oggi i garganelli restano uno dei piatti più amati della tradizione emiliano-romagnola, protagonisti indiscussi delle tavole quotidiane e dei periodi di festa.

La storia (confusa) sulla nascita dei garganelli

Ancora oggi non abbiamo notizie del tutto certe circa l'origine dei garganelli. Una cosa che accade spesso con i piatti della tradizione dove le usanze regionali s'intrecciano con racconti e leggende. La versione più accredita li fa nascere a Imola, precisamente la notte di Capodanno del 1725, nella casa del cardinale Cornelio Bentivoglio d'Aragona, uomo di fiducia del pontificio della Romagna. La cuoca del palazzo, trovandosi con tanta sfoglia di pasta avanzata, destinata ai cappelletti, non li poté più preparare perché terminò il ripieno. La donna però riteneva ingiusto sprecare tutto quel cibo e così, armata di un fuscello preso dalla legnaia e un pettine da telaio, arrotolò quei quadretti di pasta creando dei piccoli tubetti rigati. Erano nati i primi "veri" garganelli.

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Si chiamano in quel modo poiché è un termine che deriva dal dialetto romagnolo in cui "garganel", significa gola. Se effettivamente osservi bene un garganello, il piccolo "tubo" rigato ricorda proprio la conformazione della trachea. Da qui poi il nome popolare è diventato ufficiale. Più che un riferimento al condimento o alla tecnica, il nome è un richiamo diretto alla somiglianza visiva della pasta con un dettaglio anatomico che in Romagna conoscevano molto bene.

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Bisogna saper che però, oltre alla versione sull'origine raccontata in precedenza, ne esiste ancora un'altra. Secondo questa, i garganelli sarebbero stati inventati nella cucina di Caterina Sforza, signora di Imola e Forlì. In questa circostanza, anche qui la sfoglia di pasta sarebbe servita per fare i cappelletti ma, un gatto "dispettoso", rubò e mangiò il ripieno. Anche in questo caso, l'ingegno della cuoca trasformò un imprevisto in una prelibatezza destinata a durare nei secoli.

Una pasta che racconta il territorio

Insomma i garganelli sono diventato un formato di pasta tanto apprezzato nella cucina italiana perché sono un racconto di creatività, ingegno e tradizione. Stando alle storie sulle origini che sono arrivate sino ai giorni nostri, nascono da imprevisti che poi si sono trasformati in un simbolo della Romagna. Ma effettivamente qual è il modo più tradizionale per portarli a tavola? Semplice, con il ragù alla romagnola dove la rigatura della pasta trattiene perfettamente il condimento.

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Un formato che si presta anche ad altri abbinamenti più raffinati: panna e prosciutto, salsiccia e piselli, oppure con verdure di stagione e formaggi freschi. Inoltre, nelle versioni più moderne, i garganelli vengono proposti anche con sughi di pesce o con condimenti leggeri, mantenendo sempre quella capacità unica di esaltare ogni ingrediente.

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Quello che i piatti non dicono
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