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7 Gennaio 2024 15:00

E se per smaltire la plastica la mangiassimo? La provocazione di una ricercatrice

È la provocazione di una ricercatrice italiana: una soluzione innovativa per risolvere il problema della plastica. Al momento è solo una provocazione e il gelato non è commestibile. In futuro chissà.

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La plastica è uno dei più importanti e incredibili materiali mai inventati dall'uomo ma da quando l'abbiamo messa a punto, nel 1907, abbiamo abusato troppo di questo oggetto e oggi è un problema. Se per risolverla questa piaga riuscissimo a mangiarla la plastica? È un dubbio venuto anche ad Eleonora Ortolani, una studentessa italiana di 27 anni residente a Londra, vincitrice di una delle borse di ricerca della Fondazione Swarovski chiamata "Creatives for Our Future". La ricercatrice ha trasformato la plastica in un gelato alla vaniglia (anche se è illegale al momento).

Un gelato alla vaniglia nato dalla plastica

Il progetto, denominato Guilty Flavours (gusti colpevoli), nasce dall'idea di rendere edibile ciò che comunemente non lo è, spingendo le persone a esplorare in modo creativo il futuro del cibo. Eleonora Ortolani, laureata in design al Politecnico di Milano e attualmente impegnata in un master in "Material Futures" alla Central Saint Martins di Londra, ha lavorato a stretto contatto con chef, scienziati ed esperti del settore alimentare per trasformare i rifiuti di plastica in un sorprendente campione di gelato.

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Ma come funziona questa innovazione? La Ortolani utilizza enzimi digestivi e batteri per ottenere il gelato dai materiali plastici di scarto. Il gusto di vaniglia è dato da una seconda ricerca: un laboratorio di Edimburgo sta lavorando da molto tempo alla creazione di questo sapore a partire dalla plastica, ricevendo batteri e supporto per creare questa innovazione. L'ispirazione arriva dal mondo del design dove da tempo gli stilisti e gli architetti provano a usare plastica, funghi, batteri e altri microorganismi per creare prodotti sostenibili. Siamo ormai abituati a vedere mobili fatti con plastica riciclata, così come abiti e scarpe. Soprattutto nel mondo dell'abbigliamento sportivo le aziende sono all'avanguardia per cercare di unire il messaggio di un mondo più sano e di un corpo più in salute. Molte squadre di calcio di importanti campionati utilizzano maglie fatte con plastica riciclata, quindi perché non potremmo mangiarla? La sfida della ricercatrice è stata quindi quella di trovare una soluzione radicale per affrontare il problema della plastica, trasformandola in qualcosa di totalmente diverso: il gelato.

Ovviamente al momento questo gelato è illegale ed è più una provocazione che altro. È conservato in freezer e non può essere avvicinato perché va studiato il prodotto e come potrebbe interagire con il nostro corpo. L'intenzione è quella di dimostrare che si possono trovare soluzioni innovative al problema della plastica. Resta ancora il mistero sul sapore effettivo di questo particolare gelato realizzato con la plastica, suscitando la curiosità e la riflessione sulla ricerca di alternative sostenibili per affrontare le sfide ambientali.

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