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21 Novembre 2025 11:00

Dragoncello: benefici, come usarlo in cucina e quando fare attenzione

Dal profumo intenso, ottimo per dare un tocco raffinato a salse e marinature, il dragoncello è una pianta di cui sono noti fin dai tempi antichi gli usi a scopo terapeutico e che sta diventando un ingrediente ricercato anche nella nostra cucina.

A cura di Federica Palladini
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Il dragoncello, o estragone, è un ingrediente a metà tra una spezia e un'erba aromatica affascinante già a partire dal suo nome botanico, Artemisia dracunculus, che nasconde un’etimologia misteriosa, unendo personaggi della mitologia greca a creature leggendarie. Artemisia, infatti, può derivare da Artemide, la dea della caccia, dalla regina Artemisia di Carie, la sovrana che fece costruire il Mausoleo di Alicarnasso, considerato una delle sette meraviglie del mondo antico, o dalla parola greca artemes che significa letteralmente “sano” in riferimento alle proprietà terapeutiche per cui il dragoncello è noto da secoli.

A essere dei draghi o, meglio, delle fiamme di drago, sono le sue foglie, che per la loro forma affusolata assomigliano alle lingue di fuoco che escono dalle sue fauci. Insomma, siamo di fronte a un vegetale che ha qualcosa di evocativo ed elegante: appartiene alla famiglia delle Asteraceae, arriva da Russia e Mongolia e si coltiva in quasi tutto il mondo, tra Asia, America ed Europa. Se ne distinguono due varietà principali: il dragoncello francese (Artemisia dracunculus var. sativa) e il dragoncello russo (Artemisia dracunculus var. dracunculoides), con il primo che vince per pregio, grazie al profumo intenso, mentre il secondo è più rustico e meno odoroso. Non ci resta di andare alla scoperta di questa pianta, dalle sue proprietà a come usarla in cucina.

Proprietà e benefici

Il dragoncello è usato da sempre nelle medicina tradizionale asiatica in quanto fin dai tempi antichi gli si attribuiscono proprietà officinali: è digestivo, analgesico, antipiretico, antibatterico, antinfiammatorio, tutte caratteristiche che i moderni studi scientifici tendono a confermare, con tanto di potenziali virtù antiossidanti in aggiunta. Dal punto di vista nutrizionale si tratta di un alimento composto prevalentemente d’acqua, che vede la presenza di buone quantità di vitamina A, vitamina C, importanti per la vista, la pelle e il sistema immunitario e sali minerali, soprattutto potassio, calcio, magnesio e fosforo. Una panoramica positiva, in cui possiamo riconoscere i seguenti benefici.

Favorisce la digestione e riduce il gonfiore addominale

Uno degli impieghi più tradizionali è quello del dragoncello sotto forma di infuso digestivo e carminativo: oltre a contribuire alla produzione di succhi gastrici, rendendo la digestione più rapida e efficace, viene utilizzato per ridurre la formazione di gas intestinali, alleviando la sensazione di pesantezza e gonfiore.

Antisettico, antibatterico e antinfiammatorio

Il dragoncello è conosciuto a livello terapeutico per la sua azione antisettica, antibatterica e antinfiammatoria. Nell’uso popolare è indicato soprattutto come lenitivo per placare irritazioni all’interno della bocca e della gola.

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Stimola l’appetito 

Il gusto leggermente amarognolo tipico delle sue foglie agisce sui recettori del gusto stimolando l’appetito, proprio come succede con altri vegetali amaricanti, tipo la cicoria o la rucola: aiuta così l’organismo a prepararsi alla digestione, rendendo più efficiente l’intero processo.

Effetto antiossidante

Le foglie di dragoncello sono ricche di polifenoli e oli essenziali: studi farmacologici hanno messo in evidenza il loro potere antiossidante, agendo quindi contro i radicali liberi responsabili dell’invecchiamento cellulare.

Regola i livelli di zucchero nel sangue

Alcune ricerche, anche se ancora in fase preliminare e non definitive, suggeriscono che l’estratto di dragoncello possa favorire una migliore sensibilità all’insulina, contribuendo alla stabilizzazione della glicemia.

Sostituto del sale

Da non sottovalutare è il contributo che il dragoncello può dare in veste di sostituto del sale quando si condiscono i cibi. Diminuire l’uso di sodio si rivela sempre più importante all’interno di una dieta sana e, in generale, le spezie e le erbe aromatiche diventano dei preziosi alleati.

Controindicazioni

Diciamolo subito: l’assunzione di dragoncello è ritenuta perlopiù innocua. Come tutti gli alimenti non bisogna però esagerare, prendendo qualche particolare precauzione in gravidanza e allattamento, questo perché non ci sono ancora certezze sui potenziali effetti dannosi dell’estragolo. Si tratta di una sostanza che costituisce l’olio essenziale del dragoncello e che si ricava anche da altri vegetali: è classificata come composto naturale genotossico – quindi che può danneggiare il DNA – e cancerogeno. Per esempio, proprio nel 2025, l’Efsa non ha potuto dichiarare completamente priva di pericoli la sua presenza in prodotti per bambini e lattanti a base di semi di finocchio, come infusi e miscele di spezie, non riuscendo a stabilire un livello sicuro di esposizione.

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Come si usa in cucina

Il dragoncello rispetto ad altre erbe e spezie è meno comune nelle nostre dispense, diffuso nella cucina d’Oltralpe e nordica, dove a essere protagoniste sono le foglie, sia fresche (che mantengono un bel verde acceso) sia essiccate, con quest’ultime che concentrano maggiormente l’aroma. Di che sentori stiamo parlando? Ricordano una via di mezzo tra il prezzemolo e l’anice e ne basta poco, dato che il profumo si rivela invasivo. La varietà più utilizzata è quella francese, perché, come visto all’inizio, rispetto alla russa è più aromatica: per non perdere la fragranza si aggiunge all’ultimo, in chiave di guarnizione o all’interno di salse, una su tutte la bernese, o a base di yogurt, panna acida e vinaigrette. In Francia sono molto popolari l’aceto al dragoncello, per condire insalate e verdure, e la senape al dragoncello, che si distingue, oltre al sapore, anche per il colore verde brillante. Si sposa perfettamente con le carni bianche di pollo e di tacchino, con pesci come la trota e il salmone, indicato come elemento in una marinatura al vino o al limone, e con le uova, dando un tocco in più a frittate e omelette. Un abbinamento top? Con l’avocado, arricchendo per esempio una maionese o una crema realizzata con la polpa del frutto.

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