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9 Maggio 2020 15:00

Donne di Mare, l’associazione che salva i piccoli pescatori palermitani con il delivery

Un'iniziativa tutta al femminile per promuovere il pesce povero e salvare i piccoli pescatori tramite le consegne a domicilio. Sulla pagina Facebook le modalità d'acquisto: pagamento alla consegna, ordine minimo di un chilo e i pescatori penseranno ad eviscerare il pescato. "Pesce povero a chi?" il nome provocatorio della campagna di sensibilizzazione.

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Avviare la consegna a domicilio del pesce fresco per agevolare il contatto fra i clienti e i pescatori, in un ottica di ripartenza dopo il lockdown: ma una ripartenza ragionata, in cui gli obiettivi sono quelli della tutela della biodiversità ittica del mare siciliano e l'avvio di pratiche sane di pesca, che tutelino un patrimonio non solo economico ma soprattutto culturale.

L'iniziativa è di Donne di Mare, l'associazione palermitana multidisciplinare  che cerca di riavvicinare i clienti ai singoli pescatori, con un'iniziativa unica: un'opportunità che permette allo stesso tempo di divulgare le qualità nutritive, il valore e il gusto del pesce povero.

"Pesce povero a chi?"

È questo il titolo provocatorio della campagna di Donne di Mare, che ha messo al centro del progetto la Cooperativa Onda Lunga di cui fanno parte 20 pescatori con imbarcazioni molto piccole. Il delivery può essere la salvezza di questi lavoratori in un mercato che tende sempre di più alla pesca grossa.

Come acquistare il pesce

Donne di Mare ha pensato ad un sistema di acquisto molto intuitivo: niente app di multinazionali ma una chat dedicata sulla pagina Facebook dell'associazione. L’ordine minimo sarà di un chilo di pesce, che verrà eviscerato e consegnato a casa entro due ore dal rientro della barca. Il servizio è disponibile solo a Palermo, nelle zone limitrofe al porto del capoluogo siciliano. Per ora il pagamento può essere effettuato solo tramite contanti ma, assicurano le associate, "provvederemo a migliorare il sistema, è una formazione nuova".

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Tramite un video sui social c'è stata la presentazione della fattorina, un'operatrice sanitaria, che garantisce il rispetto delle norme di sicurezza. "Il messaggio che vogliamo dare a chi si accosta a questo progetto è il seguente – scrive Paola Gianguzza, vice presidente dell'associazione e professoressa associata di ecologia marina all'Università di Palermo- non stiamo facendo un acquisto in pescheria, dunque va da sé che le varietà del pescato non vengono ordinate, ma sono ovviamente casuali. Il pesce verrà eviscerato dai pescatori in barca, nel momento in cui lo smagliano dalla rete, lo posizionano nella cassetta con il ghiaccio, perché appunto già venduto".

Il comparto dei piccoli pescatori soffre da decenni a Palermo, nel caso specifico ma è un problema di tutta la nazione, a causa della pesca indiscriminata e questo, oltre ad impoverire le persone, impoverisce il mare con conseguenze molto gravi per l'ecosistema del Mediterraneo.

Chi sono le Donne di Mare

Un'associazione tutta al femminile con esperienze e competenze diverse. Dodici professioniste del campo scientifico, giuridico, sociale, culinario e della pesca, che si sono riunite per fare qualcosa di importante per il territorio. Donne di Mare si propone come una realtà forte grazie alle proposte pratiche portate all'economia siciliana: rispetto dei diritti e delle pari opportunità, tutela dell’ambiente e valorizzazione dei territori.

L'ente si avvale anche di risorse nazionali ed internazionali mirate a incidere su alcune macro azioni: prime fra queste la lotta all'inquinamento dei mari, la formazione professionale, la valorizzazione del settore pesca, il contrasto agli sprechi alimentari e la promozione del sicurezza Food safety e food security.

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