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8 Febbraio 2023 13:00

Dolci di Carnevale napoletani: le specialità tipiche da preparare

Quali sono i dolci imperdibili del Carnevale napoletano? Graffe, migliaccio, chiacchiere e tante ricette della tradizione, tutte da provare.

A cura di Rossella Croce
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Si avvicina la festa più colorata dell'anno, manca poco alla settimana "grassa" per eccellenza: prepariamoci al Carnevale, i giorni in cui "ogni scherzo vale". Celebrato in ogni regione della Penisola, il Carnevale è un momento amatissimo anche in Campania e, come tutte le ricorrenze, vanta piatti tipici dedicati, dolci e salati. Cosa si mangia a Carnevale nella città della pizza e della sfogliatella? Quali sono i dolci tradizionali napoletani del periodo dell'anno che anticipa la Quaresima?

Da Nord a Sud, il Carnevale potrebbe definirsi la festa del dolce fritto e la scuola partenopea non fa certo eccezione: graffe, castagnole e chiacchiere ma anche creme golose e torte inaspettate non mancano sui banconi e sulle tavole napoletane. Abbiamo acceso la tua curiosità? Allo vediamo gli imperdibili dolci napoletani della settimana di Carnevale.

1. Migliaccio

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Dolce tipico della tradizione campana, servito per il pranzo del martedì grasso, il migliaccio è una torta di semolino morbida e profumata, una ricetta antica realizzata con prodotti semplici come ricotta, uova, burro e zucchero. Piatto della cucina contadina, preparato fin dal Medioevo, il migliaccio deve il suo nome alla ricetta originale che prevedeva l'utilizzo del miglio, nel tempo sostituito dal semolino, prodotto dalla macinazione della semola del grano duro. Perché non è mai passato di moda? Perché è una torta tenera e profumata, davvero semplicissima da preparare.

2. Graffe

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Sono così buone da poter essere gustate tutto l'anno ma è nella settimana di Carnevale che rivendicano davvero il trono della pasticceria napoletana: parliamo delle graffe, sontuose, soffici e deliziose frittelle ricoperte di zucchero. Un impasto a base di patate, farina, lievito e burro per una ricetta che, grazie alla doppia lievitazione, risulta morbidissimo: la ricetta delle graffe è probabilmente una rielaborazione dei krapfen tedeschi, arrivati nella terra della sirena Partenope nel lontano 1700. A Napoli la graffa è una vera istituzione servita in numerose varianti: ottime ripiene con crema e amarena e perfino in versione salata.

3. Sanguinaccio

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Il sanguinaccio è una crema golosa e profumata a base di cioccolato e cannella: un dolce avvolgente dal sapore leggermente speziato, tipico del Carnevale napoletano, spesso servito insieme alle più note chiacchiere. Riconosciuto come prodotto agroalimentare tradizionale e diffuso in tutte le regioni centro meridionali, il sanguinaccio deve il suo nome alla prima versione della ricetta che prevedeva l'utilizzo del sangue del maiale, uno scarto della macellazione che, in un ottica zero sprechi, trovò impiego nella pasticceria contadina campana. Non c'è da preoccuparsi: dal 1992 in Italia la vendita del sangue è ufficialmente vietata e nel sanguinaccio che assaporiamo oggi non ve ne è traccia.

4. Castagnole

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La loro forma ricorda delle piccole castagne, il loro gusto quello di deliziose frittelle, il profumo bé, quello della settimana più golosa dell'anno: del resto, chi non ama le castagnole? Probabilmente originarie delle regioni centrali, le castagnole sono diventate in breve tempo uno dei dolci tipici anche della tradizione campana e partenopea: un impasto semplice con cui è possibile realizzare delle soffici frittelle, ripassate nello zucchero o farcite con creme golose.

5. Chiacchiere

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Chiudiamo la nostra rassegna con un grande classico che, a onor del vero, abbonda sulle tavole carnevalesche di tutte le regioni italiane e che non può quindi mancare su quelle napoletane: parliamo di chiacchiere, delizia della settimana più burlona che c'è. Conosciute anche come frappe, lattughe, sfrappole, gnocculi o cenci, le chiacchiere sono un simbolo del Carnevale italiano, un dolce (fritto o al forno) molto semplice a base farina, uova, zucchero e burro. Caratteristica principale delle chiacchiere? Sono così fragranti e irresistibili da creare una vera e propria "dipendenza da dolci".

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Quello che i piatti non dicono
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