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Non è la prima volta che una band di fama mondiale decide di esplorare il settore enologico, ma quando si parla dei Queen l’operazione assume un peso diverso. Dopo il lancio della vodka “Killer Queen” nel 2014, il gruppo ha avviato le pratiche per registrare il proprio stemma come marchio anche nella categoria delle bevande alcoliche, vino incluso. È il primo passo verso un progetto che unisce il fascino del brand musicale a un settore in continua crescita come quello del vino di celebrità.
Il peso di un logo iconico e le incognite
Lo stemma dei Queen, disegnato da Freddie Mercury, non è un semplice marchio grafico: racchiude i simboli zodiacali dei membri del gruppo e una fenice che sovrasta una corona. La sua forza visiva lo rende perfetto per un’etichetta, capace di trasformare una bottiglia in oggetto da collezione. La scelta non è casuale: in un mercato in cui il packaging è determinante, il logo garantisce riconoscibilità immediata e un forte valore emotivo per i fan.
Molti dettagli rimangono da chiarire. Non si sa ancora con quale cantina i Queen collaboreranno né in quale area vitivinicola verrà prodotto il vino. L’assenza di informazioni lascia spazio a diverse ipotesi: un rosso strutturato per richiamare la potenza della band, uno spumante per celebrare il lato festoso dei concerti, oppure un bianco elegante pensato per un pubblico più ampio. Ogni scelta avrà un impatto diretto sul posizionamento e sull’immagine del prodotto.
Uno degli aspetti più interessanti è la volontà dichiarata di non ridurre il progetto a puro merchandising: il rischio di molte operazioni simili è quello di proporre vini anonimi con un’etichetta accattivante, destinati a un consumo una tantum o a finire sugli scaffali dei collezionisti. I Queen sembrano invece puntare su un controllo diretto dell’immagine e della qualità, un approccio che lascia intendere un prodotto pensato per resistere al di là della novità iniziale.

I celebrity wines, un mercato in fermento
Il settore dei “celebrity wines” è in espansione: cantanti, attori e sportivi hanno già legato il proprio nome a etichette vinicole, con risultati alterni. Alcuni progetti hanno trovato un equilibrio tra identità del brand e sostanza enologica, altri si sono limitati a operazioni di immagine. I Queen partono da una posizione privilegiata: un pubblico globale e trasversale, una forte identità visiva e una capacità di comunicare che ha resistito al passare del tempo.
Anche il canale di distribuzione sarà decisivo. Un’edizione limitata numerata potrebbe attirare i collezionisti, mentre una gamma più ampia e accessibile renderebbe il vino un prodotto di largo consumo, pronto a raggiungere mercati internazionali. È probabile che il lancio avvenga prima nel Regno Unito, con successiva espansione verso Europa, Stati Uniti e Asia, dove i Queen hanno una fanbase consolidata.
Al momento, il vino dei Queen è un progetto in divenire: non ci sono ancora bottiglie né etichette ufficiali, ma il terreno è pronto. La musica dei Queen ha attraversato decenni senza perdere rilevanza; la sfida ora è capire se la stessa longevità potrà valere anche per un progetto enologico. Dietro la registrazione di un marchio ci sono decisioni strategiche che vanno oltre la nostalgia dei fan: vitigni, regioni, collaborazioni, posizionamento di prezzo e qualità effettiva del vino. Solo quando questi tasselli saranno definiti si potrà capire se il brindisi in onore dei Queen sarà davvero degno del loro nome.