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29 Novembre 2024 13:00

Cucinare in sicurezza: quali sono le pentole più indicate e come usarle

Per cucinare bene non serve solio scegliere ingredienti di qualità e imparare le tecniche giuste, ma sono fondamentali anche gli strumenti, compreso il pentolame. Non solo perché una pentola ben fatta cucina meglio gli alimenti, ma soprattutto perché ti permette di cucinare in sicurezza: non tutti i materiali, infatti, sono del tutto sicuri. Ecco una breve guida sulle pentole più indicate per cucinare in sicurezza.

A cura di Martina De Angelis
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In cucina la qualità è al primo posto da tutti i punti di vista, che si tratti degli ingredienti che utilizzi fino agli strumenti impiegati per cucinarli. E non è solo una questione di gusto. Certo, materie prime e utensili di qualità alzano sicuramente il livello del sapore dei tuoi piatti, ma in gioco c’è anche la sicurezza di ciò che ingerisci. Non tutti i materiali con cui sono realizzate pentole e padelle, infatti, sono uguali: alcuni sono migliori perché non variano le caratteristiche organolettiche degli alimenti, né trasferiscono alla preparazione sostanze che potrebbero essere poco salubri per il tuo organismo. Chiaramente i materiali autorizzati al commercio sono tutti certificati e non prevedono l’uso di sostanze realmente pericolose, però rimane il fatto che alcune tipologie di pentole sono più sicure di altre. Ecco quali sono quelle che devi preferire per l’uso quotidiano e quelle di cui dovresti ridurre l’utilizzo.

I materiali più sicuri per pentole e padelle

Forse ti sorprenderà scoprirlo, ma i materiali più sicuri in assoluto per pentole e padelle, ma anche per pirofile, teglie e contenitori in generale da sottoporre a temperature elevate (come quelle del forno, per esempio), sono la terracotta e il vetro. Questi due materiali, infatti, sono gli unici totalmente atossici, naturalmente privi di nichel e adatti al contatto con gli alimenti che, al loro interno, non perdono il sapore e nemmeno trasferiscono agli alimenti in cottura sostanze potenzialmente tossiche. Attenzione, quando le acquisti, che siano in terracotta e vetro puri al 100%.

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Lo stesso discorso vale per le pentole in ceramica, da non confondere con le pentole antiaderenti in ceramica: se l’utensile ha una certificazione che attesta la purezza del materiale può essere considerato sicuro, se invece si tratta solo di un rivestimento in ceramica potrebbero essere presenti materiali potenzialmente nocive. Gli unici difetti di queste pentole, così come di quelle in terracotta, è che risultano più fragili, più soggette a scheggiature o crepe, e che impiegano più tempo ad assorbire il calore e quindi scaldarsi.

Anche la ghisa rappresenta un materiale sicuro in cucina perché non rilascia sostanze tossiche neppure ad alte temperature, a patto però che la smaltatura sia completamente naturale. È particolarmente adatta per cuocere alla piastra o per le cotture lente, ma grazie alla sua particolare capacità di trattenere il calore si presta a diversi altri tipi di preparazioni. È un materiale affidabile, ma devi stare attento a lavarlo e conservarlo in modo corretto.

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Gli altri materiali: sono da evitare?

Questo vuol dire quindi che tutti gli altri materiali sono da evitare? Assolutamente no, anche perché oggi i controlli sui produttori sono molto più attenti e severi. Vuol dire solo essere più consapevole dello strumento che stai usando, di quando è bene non utilizzarlo più e che sarebbe meglio alternarlo con altre tipologie di pentole.

Il materiale sicuramente più diffuso è l’acciaio inossidabile o inox, ottenuto da una diversa combinazione di metalli tra cui sono presenti anche il nichel e il cromo, due elementi non proprio salutari per l’organismo se ingeriti. Aspetta però prima di buttare tutte le tue pentole in acciaio: questi elementi potrebbero passare negli alimenti solo se la pentola è usurata, graffiata o danneggiata, magari dopo un lungo utilizzo. Se la pentola è in condizioni perfette non corri nessun tipo di rischio, quindi ricorda che quando il tuo strumento in acciaio inox inizia a rovinarsi è buona abitudine sostituirlo.

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Attenzione anche alle pentole di rame, un tipo di materiale storico che ai tempi dei tuoi nonni era molto usato e apprezzato per cucinare. Questo perché effettivamente è uno dei migliori conduttori di calore che esistano e si scalda anche molto rapidamente rispetto alla ghisa o alla terracotta. Proprio questa caratteristica, però, è un’arma a doppio taglio: se non controlli a dovere la temperatura di cottura la pentola in rame potrebbe surriscaldarsi e andare a intaccare lo strato di stagno che viene applicato all'interno delle pentole per proteggerle dall'ossidazione, permettendo così il rilascio di micro particelle negli alimenti. Il rame, lo ricordiamo, è considerato tossico soprattutto per il fegato. Inoltre le pentole in rame si ossidano facilmente e quindi richiedono un accurato lavoro di manutenzione, tra cui una stagnatura periodica, per potere utilizzare con sicurezza nel tempo.

Un discorso a parte meritano le padelle antiaderenti, tra gli strumenti più usati e diffusi in cucina ma a lungo considerate problematiche per via della presenza di il PFOA, una sostanza inquinante, bandita dall'Unione Europea, tossica per il fegato e la tiroide. Anche in questo caso, però, i controlli in merito sono diventati molto più severi e il materiale è stato vietato a livello produttivo: nonostante i molti dubbi che ancora ci sono a riguardo, puoi usare le padelle antiaderenti a patto che ti assicuri riportino sull’etichetta il non uso di PFOA e che non siano graffiate o dal fondo particolarmente rovinato.

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Questione alluminio: si può o non si può usare?

L’alluminio è un materiale utilizzatissimo in cucina, sia per produrre pentole e padelle sia per vaschette usa e getta e rotoli di foglio per conservare il cibo: è un materiale leggero ed economico, inoltre dal punto di vista del pentolame ha una conduttività termica eccellente, superata solo dal rame ma senza il problema dell’ossidazione. Ultimamente, però, si è parlato molto di come l’alluminio in realtà sia tossico per il nostro organismo e come, a contatto con alte temperature, rilasci particelle che finiscono sul cibo e quindi nel nostro corpo.

Questo è vero, ma è una questione che necessita chiarezza: l’alluminio diventa pericolo se ingerito in quantità superiore al limite di tollerabilità, che l'Organizzazione Mondiale della Sanità ha stabilito essere circa 6o mg al giorno, una soglia piuttosto alta se consideri che l’European Food Safety Authority ha accertato che mediamente assumiamo circa di 6 mg di alluminio al giorno. L’alluminio quindi può essere utilizzabile, a patto che impari a usarlo nel modo corretto, ovvero come indicato dalle linee guida rilasciate dal Ministero della Salute nella sua campagna informativa sull’uso sicuro dell’alluminio in cucina.

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Quello che i piatti non dicono
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