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23 Marzo 2023 15:00

Cucina aga: cos’è, come funziona, quanto conviene

A metà tra una cucina completa e una fonte di calore per l'ambiente domestico, la cucina aga è sinonimo di stile, resistenza ed eleganza: un metodo per cucinare particolare, molto usato nei paesi anglosassoni.

A cura di Rossella Croce
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"La cucina aga è un modo di vivere": potremmo riassumere così, con le parole dell'inglese Mary Berry che al modello aga ha dedicato perfino un libro, la bellezza e la storia di questa cucina affascinante. Una struttura in ghisa che, a partire da una fonte a bassa intensità, rilascia costantemente calore cuocendo i nostri piatti e riscaldando, al contempo, l'ambiente domestico. Una vera e propria rivoluzione avvenuta un secolo fa, una cucina divenuta ben presto simbolo di gusto, raffinatezza e allo stesso tempo di elemento di rara bellezza, dal fascino rustico e familiare. Scopriamo come è fatta, come funziona e perché la cucina aga non passa mai di moda.

Come funziona la cucina aga

La cucina aga è una stufa-cucina in ghisa: una struttura in grado di accumulare ed erogare calore a partire da una fonte a bassa e costante intensità. Il calore, lentamente immagazzinato, viene poi irradiato non solo delle piastre (fungendo da piano cottura) ma anche dalla struttura stessa, che si trasforma così in una sorta di calorifero in grado di scaldare anche l'ambiente circostante.

Le fonti di calore sono cambiate nel tempo: il primo modello prevedeva un bruciatore a carbone, sono state poi introdotte cucine a gas e, a partire dagli anni 80, anche elettriche. La produzione della cucina aga rispetta ancora oggi standard molto precisi: la ghisa viene versata in appositi stampi e ogni "pezzo" viene rigorosamente lavorato a mano, motivo per cui si parla di cucine molto costose ("avere una cucina aga è l'equivalente di un posto a Westminster", scrive, non a caso, la Berry).

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In base ai diversi modelli, la cucina aga avrà due o più fuochi e un forno di cui, nel modello base, non è possibile controllare la temperatura, per via del lento e continuo irradiarsi del calore: una volta accese, le cucine aga restano calde per ore, con una minima dispersione di energia.

Tra le carte vincenti della cucina aga c'è senza dubbio la resistenza: una aga, direbbe qualcuno, è per sempre, una cucina realizzata in ghisa (di cui non occorre sottolineare la longevità) e, oggi, ricorrendo a materiali di recupero fino al 70%.

Cucina aga: una storia d'amore

Come spesso accade nelle storie casalinghe, la cucina aga nasce da un atto d'amore prima che da un intuizione scientifica. Il suo inventore, il premio Nobel per la fisica Gustaf Dalén, costretto a una lunga convalescenza a casa dopo un incidente, si rese conto di quanti sforzi facesse la moglie per le faccende domestiche; così, per facilitarle il lavoro, pensò a una cucina che potesse scaldare l'ambiente oltre che le pietanze, fungendo così da asciugatrice. Il nome aga deriva dall'azienda svedese di cui Dalén era impiegato, la Aktiebolaget Gas Accumulator, produttrice del primo modello. Grazie al suo design e alla sua indiscussa utilità, la aga divenne particolarmente popolare in Gran Bretagna, tanto che la Aktiebolaget Gas Accumulator decise di cedere i diritti all'inglese aga Rangemaster Group, ancora oggi principale azienda produttrice.

Una storia affascinante che ha intrecciato anche quella della regina Elisabetta II: fonti certe affermano che la famiglia regale inglese sia particolarmente legata a questa cucina, tanto da averne una in tutte le residenze di campagna, da Balmoral a Sandringham.

La cucina aga conviene?

Per quanto bella da vedere e utile in casa, anche la cucina aga ha dei difetti. Il primo neo è senza dubbio il costo, a dir poco considerevole, il secondo è il consumo energetico che può variare a seconda della fonte di calore: se hai una cucina aga a gas, meglio fare attenzione al peso della bolletta, decisamente più leggera se si opta per un modello elettrico.

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Quello che i piatti non dicono
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