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12 Agosto 2023 15:00

Cosa mangia un genio? L’incredibile lista della spesa di Michelangelo Buonarroti

Vino, tortellini, pane, spinaci, aringhe, alici: una lista della spesa ricchissima quella scritta (e disegnata) dal grande genio toscano del Rinascimento.

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Foto di Wikipedia

Quando sei un genio perfino se scrivi distrattamente la lista della spesa ti esce fuori dal calamaio un vero e proprio capolavoro. Basta guardare la lista della spesa di Michelangelo, un semplice foglio di carta redatto sul retro di una lettera, scritto con una calligrafia impeccabile e con tanto di disegni accanto al nome del cibo da comprare. Piccoli schizzi del prodotto, con addirittura le ombreggiature per dare tridimensionalità agli alimenti che rendono questo semplice foglio di carta, chissà come sopravvissuto fino a noi, un piccolo capolavoro.

Un piccolo capolavoro nascosto a Firenze

La lettera si può vedere al Museo Casa Buonarroti di Firenze ed è davvero speciale. Secondo gli storici, Michelangelo Buonarroti avrebbe elencato tutti i prodotti, disegnando la richiesta, per aiutare il proprio servo analfabeta. Il documento ci aiuta a conoscere la quotidianità dell'artista, andando oltre le grandi opere che lo hanno consegnato alla storia.

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Michelangelo era a Firenze per realizzare la facciata della Basilica di San Lorenzo

La lista della spesa è stata illustrata il 18 marzo 1518 sul retro di una lettera ed è curioso vedere come Michelangelo fosse un devoto osservante della quaresima: non c'è alcun piatto di carne perché la Pasqua del 1518 sarebbe caduta di domenica 4 aprile. Leggiamo dal "menu":

Pani dua” (due pagnotte), “un bochal di vino” (una caraffa di vino ), “un aringa” (una aringa), “tortegli” (tortelli), “una salama” (un’insalata), “quatro pani” (quattro pagnotte), “un bochal di tondo” (un boccale di vino corposo), “un quartuccio di bruscho” (un quartino di vino secco), “un piatello di spinaci” (un piatto di spinaci), “quatro alice” (quattro alici), “tortelli” (tortelli), “sei pani” (sei pagnotte), “dua minestre di finochio” (due minestre di finocchio), “una aringa” (un’aringa), “un bochal di tondo” (un boccale di vino corposo).

Oggi sembra una lista modesta ma contestualizzata nel ‘500 è invece una lista della spesa di una persona molto ricca. I soldi a Michelangelo arrivano direttamente da Papa Leone X, figlio di Lorenzo il Magnifico, che gli ha assegnato il compito di realizzare la facciata della Basilica di San Lorenzo. Molti pensano che non fosse solo in casa: una spesa troppo corposa che sarebbe andata presto a male non avendo a disposizione dei frigoriferi per la conservazione. Inoltre gli storici assegnano a Michelangelo la nomea di artista sobrio e frugale, poco dedito a peccati di gola e all'alcol. Secondo molti queste caratteristiche avrebbero aiutato Buonarroti a vivere fino a 89 anni, quasi il doppio dell'aspettativa di vita media del periodo.

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Quello che i piatti non dicono
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