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7 Settembre 2021 11:00

Confetti di Sulmona: le perle dolci (e colorate) nel cuore dell’Abruzzo

Tra i prodotti più caratteristici della gastronomia abruzzese, accanto ai forse fin troppo sdoganati (e imitati) arrosticini e spaghetti alla chitarra, trovano spazio gli iconici confetti di Sulmona. Nella cittadina all'ombra del monte Amaro dal 1400 si producono gli inconfondibili bon bon che, nel corso degli anni, sono stati anche scelti dalla Royal Family britannica per le nozze dei suoi più illustri membri.

A cura di Alessandro Creta
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A poco più di 160 chilometri a est di Roma, quasi in linea d’aria con la Capitale, all’ombra del gruppo montuoso della Maiella e a circa un’ora e un quarto di auto dal mare abruzzese, dove la Costa dei Trabocchi offre scenari, panorami (e itinerari gastronomici) unici, sorge Sulmona, borgo da 24 mila abitanti che ha impresso il suo nome nel libro della gastronomia italiana grazie a un prodotto identitario della città: il confetto.

Fa quasi strano pensare come un manicaretto così piccolo e diffuso in tutta Italia abbia associato il suo nome a una città specifica come Sulmona (e viceversa). Tornando indietro nel tempo e leggendo la sua storia, però, si giustifica questa notorietà che, nel corso dei decenni, ha travalicato anche i confini nazionali. Basti pensare che per il loro matrimonio, nel 2018, Harry e Meghan, come anni prima WIlliam e Kate, fecero distribuire ai propri invitati proprio i confetti di Sulmona. Anche nel 1981, in occasione del Royal Wedding tra Carlo e Diana, vennero i scelti i prodotti dell’azienda Pelino, che nel centro abruzzese è quasi un'istituzione in materia. Negli anni pure celebrità italiane come Pavarotti e Totò, così come il napoletano d'adozione Maradona, per le loro nozze, hanno optato per il caratteristico confetto di Sulmona.

I confetti nella storia

Testimonianze storiche raccontano come, già in epoca romana, l’imperatore Tiberio (primo secolo dopo Cristo) amava gustarsi gli “antenati” dei confetti, dei piccoli bon-bon che vedevano l’utilizzo del miele e non dello zucchero (al tempo bene di lusso, ma introdotto massicciamente in Europa dagli Arabi dopo l'800) per coprire la mandorla. Inoltre Apicio, colui che viene considerato il primo “gastronomo” della storia (al quale viene attribuito il De re coquinaria, una vasta raccolta di ricette di epoca romana) parla di questi dolciumi in un'epoca datata pochi anni prima della nascita di Cristo.

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Uno scorcio di Sulmona

Apprezzati in egual misura da Boccaccio e in epoca più “recente” da Goethe, a partire dal 1400 i confetti hanno contribuito sia alla crescita economica di Sulmona (tra le prime città a produrli) sia alla sua notorietà su territorio nazionale, al punto da meritarsi oggi un museo dedicato presso un antico edificio che, alla fine del 1800, fu impianto di produzione di confetti. Si capisce, insomma, come non si tratti di banali dolcetti, ma di una rarità gastronomica legata visceralmente a Sulmona che il mondo ci invidia, e che allo stesso tempo tiene alto il nome dell’Italia (e dell’Abruzzo) anche oltre confine.

I confetti di Sulmona: una tradizione di 600 anni

A Sulmona la produzione “moderna” del confetto (oggi riconosciuto con la denominazione Pat, Prodotto Agricolo Tradizionale) risale al Medioevo, intorno al XV secolo (testimonianze scritte sono datate a fine 1400), quando soprattutto per merito delle suore Clarisse del monastero di Santa Chiara si diffuse anche la lavorazione artistica del prodotto che è tutt’ora in voga.

Il confetto veniva legato con tecniche particolari a fili di seta per formare composizioni che ricordassero bouquet floreali, grappoli, spighe o rosari. Anche grazie a queste opere artigianali e di fantasia si deve l'immediato successo del confetto sulmonese, inaugurando una tradizione che sopravvive anche oggi e che, per qualità e storia, rappresenta un unicum.

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Nel corso dei secoli si sono ovviamente affinate tecniche e perfezionati procedimenti di produzione, fil rouge che lega passato e presente è però rappresentato dalla qualità delle mandorle, "anima" dei confetti, che provengono sia dalla non lontana Valle Peligna sia dalla Sicilia, raccolte per lo più tra le province di Siracusa (in particolar modo Avola) e Ragusa.

Confetti di Sulmona: quanti gusti esistono

È forse impossibile quantificare con esattezza l’ampio ventaglio di gusti dei confetti di Sulmona, anche per l’importante quantità di botteghe (più o meno storiche) che oggi ne continuano la produzione, preservandone la tradizione "sfornando" sempre nuovi prodotti. Ai classici e immancabili, come quelli alla mandorla circondati da una glassa bianca di sciroppo di zucchero, se ne affiancano di più caratteristici e peculiari. L’anima del confetto, il suo nucleo interno, infatti può essere formato da altri ingredienti come nocciola (in questo caso si parla di Sassi di Sulmona, per la loro forma sferica), cannella, cioccolato, canditi vari, pistacchio, frutta secca rivestita da strati di zucchero colorati o di cioccolato.

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Cerimonie e ricorrenze: cosa significano i colori dei confetti

Tipicamente ricoperti da zucchero bianco, il colore dei confetti varia a seconda della ricorrenza che si vuole festeggiare. Tra i più diffusi citiamo quelli, per l’appunto, bianchi per celebrare matrimonio, comunione o cresima, azzurri o rosa invece per il battesimo. Se ne scelgono verdi per il fidanzamento mentre sono rossi quelli per la laurea. Color argento o oro per la ricorrenza dei 25 o 50 anni di matrimonio.

I confetti non vengono certamente acquistati solamente per celebrare occasioni particolari, ma possono anche essere consumati da ghiottoni che, passeggiando per Sulmona, non riescono a resistere al loro richiamo. Per molti rappresenta un dolce souvenir da riportare a casa (dove immaginiamo avrà vita breve) dopo una visita nel centro abruzzese.

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Quello che i piatti non dicono
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