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2 Luglio 2022 15:00

Come scegliere un buon vino al supermercato senza essere esperti e senza spendere tanto

Come poter scegliere un buon vino a un prezzo non esagerato pur senza essere esperti del mondo enoico? Si può individuare un prodotto di qualità, e non caro, con le giuste accortezze? Una mini guida all'acquisto.

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A cura di Alessandro Creta
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Si può scegliere con facilità un vino al supermercato senza essere sommelier? Come si individua una buona bottiglia tra gli scaffali della grande distribuzione pur non essendo esperti del mondo enoico? Il dubbio che affligge in molti in fase di scelta, per fare magari bella figura a una cena importante, è quale vino scegliere adatto all'occasione, e soprattutto come poterlo individuare senza l'aiuto di qualcuno più esperto di noi. Per provare a dimenarci nel vasto mondo del vino abbiamo redatto questa mini guida anche con qualche dritta del sommelier Marzio Taccetti.

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Una premessa è comunque d'obbligo: così come per quanto riguarda l'olio, anche il vino sarebbe preferibile acquistarlo direttamente dal produttore o, al più, in un'enoteca. Meglio se di fiducia. Qualora dovessimo essere impossibilitati per entrambe le situazioni, allora rechiamoci al supermercato. Dove è pronto ad accoglierci uno scaffale lungo anche 20-30 metri, e alto un paio, pieno delle bottiglie più disparate. E i nostri dubbi, invece di diminuire, aumentano di conseguenza di fronte a centinaia e centinaia di etichette. La fase di scelta si fa quindi ancor più dura e complicata.

Ecco alcuni piccoli, generali, accorgimenti da tenere a mente per cercare di prenderci una buona bottiglia senza spendere una fortuna. In fin dei conti, sono tutti bravi a fare bella figura con un vino da 50 e passa euro…

Leggere l'etichetta: i consigli per scegliere un buon vino

Detto di come il prezzo possa essere un primo indizio sulla qualità del prodotto, non tutti possono o vogliono spendere varie decine di euro per un vino. Dopotutto di bottiglie buone se ne trovano anche a prezzi decisamente contenuti, anche nella fascia 10-20 euro. Non a caso il vino bianco più buono del mondo, eletto qualche mese fa dal Wine Enthusiast, è un Verdicchio di Jesi anno 2019, dal costo di poco più di 20 euro. Per il New York Times invece tra i migliori vini al di sotto dei 20 dollari ha inserito un rosso calabrese del 2015. Un prezzo alto, insomma, è sì garanzia ma comunque non sempre indicativo.

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Andando oltre il prezzo, quindi, come possiamo capire se un vino è buono (fermo restando che di gusti non si discute) e di qualità, senza spendere un'enormità? Il segreto (di pulcinella) è leggere l'etichetta: qui c'è praticamente tutto quello che dovremmo sapere sul vino.

Logici conti alla mano si dovrebbe comunque evitare di optare per bottiglie al di sotto dei 4-5 euro, perché considerando tutti i processi dalla produzione al confezionamento fino alla logistica è davvero poco probabile che a quel prezzo si acquisti qualcosa di buono. A quella cifra, insomma, a malapena si riuscirebbero a coprire anche i costi di produzione. Immaginiamoci quindi di che fattura potrà essere il vino. In questi casi è possibile che il produttore abbia risparmiato sulla manodopera oppure abbia utilizzato uve di bassa qualità.

Come anticipato, una volta presa in mano una bottiglia stiamo attenti all'etichetta. Precisamente è importante leggere quanto riportato in retroetichetta, dove è bene che ci sia scritto "prodotto e imbottigliato da" oppure "prodotto all'origine da". Una sorta di garanzia sulla filiera, sul produttore sul fatto che chi ha coltivato le uve è lo stesso che ha trasformato poi il prodotto, pensando pure all'imbottigliamento.

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Il nome della cantina riportato in etichetta è un altro sinonimo di garanzia: quale produttore metterebbe mai la faccia consapevole di commercializzare un vino scadente? Sarebbe un autentico autogol.

Di base, poi, cerchiamo di evitare le bottiglie situate in prima fila. Queste, infatti, potrebbero essere più soggette alla luce (magari quella del sole che entra dalle finestre), tra le principali minacce del vino (per quanto con bottiglie più o meno scure si cerca di preservare il prodotto).

Le denominazioni Doc/Docg sono per lo più una traccia, non tanto una sicurezza in senso assoluto. Qualora ci dovessimo ritrovare di fronte a un Barolo Docg a 15 euro, meglio evitare. Se non si conoscono le denominazioni optare per un evergreen che non delude mai: un Chianti, un Fiano, una Falanghina, Montepulciano D’Abruzzo o Verdicchio sono i grandi classici, abbinabili a tanti piatti. Da non escludere a priori poi le cantine sociali: hanno prodotti buoni, ben distribuiti e a prezzi modici.

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Non facciamoci poi troppe "pippe mentali" sulle annate. A meno che non optiamo per un riserva cerchiamo una bottiglia giovane, da bere subito. Concludiamo poi suggerendo di prendere il giusto tempo in fase di scelta, “Si sceglie con cura e si beve con gusto” chiosa il nostro amico sommelier. E noi non possiamo che essere d'accordo.

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A cura di
Alessandro Creta
Laureato in Scienze della Comunicazione prima, Pubblicità e Marketing poi. Giornalista gastronomico per professione e mangiatore seriale per passione, mi piace navigare tra le pieghe del cibo, perché il food non è solamente cucina, ristoranti e chef. Appassionato di olio evo ma anche di viaggi, sono particolarmente incuriosito da cibi strani e sconosciuti. Mi fate felice con un Verdicchio. Mi trovate su Instagram: @cretalex
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