Nella grande distribuzione l'offerta di etichette si è fatta sempre più ricca e diversificata, portando il consumatore a sentirsi quasi all'interno di un'enoteca, ma senza una guida a consigliarlo. Ecco qualche suggerimento per fare l'acquisto migliore.
Orientarsi tra gli scaffali del supermercato alla ricerca di una buona bottiglia di vino può trasformarsi in un’esperienza spaesante, soprattutto se non si è sommelier o appassionati di enologia, ma allo stesso tempo si può tornare a casa con un prodotto molto soddisfacente. Negli ultimi tempi, infatti, la grande distribuzione ha messo a disposizione una scelta più ampia e variegata, dove coesistono etichette che vanno da pochi euro fino a cifre più importanti. Il prezzo è sempre indice di una qualità maggiore su cui fare automaticamente affidamento? Di seguito, ecco qualche consiglio da seguire per non restare delusi.
Partiamo dalla domanda che ci siamo appena fatti. Molti consumatori associano il prezzo alla qualità: più costa, meglio è. Ma non è sempre così. I supermercati, per esigenze di mercato e di rotazione degli scaffali, spesso vendono vini buoni a cifre contenute, soprattutto quando si tratta di cantine meno note, ma serie. Secondo gli esperti, un range tra i 5 e i 15 euro può offrire piacevoli sorprese: restare intorno ai 10 euro è solitamente un parametro valido per essere tranquilli. Evitare i vini sotto i 4 euro (a meno che non siano presenti sconti) è una regola utile. Il motivo? Produrre un vino ha dei costi: sotto quella soglia è difficile che ci siano stati investimenti significativi in vigna, in cantina e, in generale, nelle fasi che coinvolgono l’intera filiera.
Non è solo filosofia: il motto “conosci te stesso” si rivela efficace nel momento in cui si ha davanti un’offerta vasta e si deve prendere una decisione. C’è chi ama i vini morbidi e fruttati e chi preferisce quelli più tannici e strutturati, chi va matto per i bianchi freschi e chi non riesce a rinunciare ai rossi corposi. Da questo punto di vista avere una minima familiarità con i vitigni può essere d’aiuto: il più delle volte sono legati a doppio filo con il territorio, quindi il suggerimento è di optare per bottiglie dov’è indicata una regione specifica e non una provenienza generica (Italia, Spagna, Francia). Per iniziare, punta su un vitigno che hai già provato e che ti piace: che sia un Barbera o un Verdicchio, un Merlot o una Falanghina è meno probabile che resterai spiazzato.
Sappiamo che l’etichetta negli alimenti è una carta d’identità che, se interpretata correttamente, può dare molti elementi utili. Quella del vino è doppia, con informazioni che si trovano davanti e sul retro: entrambi i lati sono importanti. Oltre alla tipologia del vino, alla cantina, e all'annata, ecco che possono comparire le sigle Igt, Doc e Docg, tre certificazioni che regolano la produzione del vino attraverso un disciplinare che si fa sempre più restrittivo. Non sono automaticamente garanzia di superiorità, ma allo stesso tempo consentono al consumatore di avere più dettagli sul prodotto.
A cosa prestare attenzione? Alla provenienza dell’uva e alla zona di imbottigliamento, meglio se viene realizzata nello stesso territorio da una sola azienda. Compaiono il grado alcolico e possono esserci brevi descrizioni sensoriali e istruzioni sugli abbinamenti e sul servizio.
Come abbiamo accennato, un criterio da prendere in considerazione è la provenienza geografica del vino. I supermercati offrono spesso una buona selezione di vini regionali italiani, divisi per scaffali: sfruttare questa varietà è un ottimo modo per scoprire “piccole eccellenze”. Non limitarsi ai nomi noti, ma guardare anche a etichette meno pubblicizzate può essere la chiave per portare a casa un ottimo vino a un prezzo competitivo. Un altro trucco semplice è fare una ricerca online: ecco che possiamo scoprire recensioni, articoli e avere un quadro più completo del produttore.
Per rendere più facile l’esperienza di acquisto e non essere colti subito dal disorientamento, è bene avere anche un’idea di come si presenta l’area destinata al vino al supermercato. Generalmente, i vini sono organizzati per tipologia: rossi, bianchi, rosati, spumanti e vini dolci occupano sezioni distinte, permettendo una “navigazione” intuitiva tra le diverse categorie.
All'interno di queste sezioni, poi, le bottiglie possono essere ulteriormente suddivise per provenienza geografica, evidenziando le regioni vinicole italiane e/o i paesi esteri di origine.
Un altro criterio di disposizione riguarda la fascia di prezzo: i vini più economici sono spesso collocati nei ripiani inferiori, mentre quelli di fascia media e alta si trovano all'altezza degli occhi o sugli scaffali superiori, sfruttando la visibilità per attrarre l'attenzione.
Le testate di gondola, ovvero le estremità delle corsie, sono di frequente riservate a promozioni o a vini selezionati: si tratta molte volte di posizioni strategiche oggetto di accordi commerciali tra produttori e catene di distribuzione, da non sottovalutare.