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8 Febbraio 2021 15:00

Ciò che mangiamo da piccoli influenzerà la nostra vita per sempre: una ricerca lo dimostra

Mangiare bene fin dalla tenerissima età, con una dieta sana, bilanciata e un giusto esercizio fisico. Sono questi i punti eclatanti dell'ultima ricerca pubblicata sul Journal of Experimental Biology: due gruppi di topi con una stessa identica alimentazione per la maggior parte della loro vita ma con diete diverse per le prime 3 settimane hanno sviluppato un metabolismo molto differente gli uni dagli altri.

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Ciò che mangiamo da piccoli influenza il nostro metabolismo per tutta la vita, anche se cambiamo tipo di alimentazione. Questo è ciò che emerge dall'ultima ricerca dell'Università di Riverside, in California. Se la dieta dei primi mesi della nostra vita, subito dopo lo svezzamento, è ricca di grassi e zuccheri, l'effetto sarà duraturo e negativo per tutta la durata della nostra esistenza. Lo studio è stato  pubblicato sul Journal of Experimental Biology, uno dei magazine di riferimento nella comunità scientifica, e afferma l'importanza della buona alimentazione fin dalla giovanissima età. Secondo i ricercatori questo è dovuto al microbiota intestinale, profondamente influenzato dai primi cibi assunti. Anche se la dieta migliora dal punto di vista della qualità, non ci sono cambiamenti altrettanto evidenti nelle specie che colonizzano l’intestino.

Lo studio sui topi: alimentazione ed esercizio fondamentali per una vita lunga

Per realizzare lo studio, gli autori hanno utilizzato 4 tipi di topi divisi in due gruppi. I primi sono stati sottoposti a una dieta malsana, carica di zuccheri e grassi, definita "occidentale", i secondi sottoposti a una dieta standard e messi nelle condizioni di doversi muovere molto. Dopo circa un mese tutti i roditori sono stati riportati a condizioni di vita normali, con un'alimentazione standard per 14 settimane. A questo punto l'età dei topi è paragonabile all'infanzia dei bambini, corrispondente a circa 6 anni. Badate bene: tutti i topi hanno avuto una dieta identica per 14 settimane su 17 di vita, ma la flora batterica esaminata è risultata molto diversa. La capacità metabolica dei soggetti sottoposti alla dieta occidentale è evidentemente minore rispetto alle cavie che hanno avuto una dieta bilanciata fin da subito, accompagnata all'esercizio fisico.

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Andamento simile è stato riscontrato anche in altre specie controllate dai biologi che hanno sottolineato quanto l'alimentazione incida di più dell'attività fisica, pur essendo visibile una certa influenza da parte dell’esercizio. Lo studio non termina qui perché l'obiettivo dei ricercatori è monitorare l'influenza dell'alimentazione su altre specie e comprendere meglio tutto il fenomeno. Le differenze tra la struttura dei topi e quelle dell'uomo non sono così tante da questo punto di vista, quindi è presumibile che lo stesso effetto si possa riscontrare anche negli esseri umani.

Le ricerche in tal senso stanno dando risultati sempre più univoci, anche in atenei molto distanti tra loro geograficamente o con indirizzi dedicati a materie molto diverse. In tal senso il caso di See&Eat è emblematico, la serie di eBook nati in un progetto congiunto dell’Università di Torino e dell’Università di Reading supportato dalla British Nutrition Foundation. In questo caso gli studiosi hanno dimostrato come l'uso di strumenti interattivi e attività educative riuscisse a spingere i bambini a mangiare più volentieri le verdure conosciute attraverso le immagini e i giochi. Poco importa se fossero vegetali "universalmente piacevoli" come può essere una dolce zucca, o più "ostici", come i tanto temuti broccoli: i bambini che imparano a conoscere queste verdure attraverso il gioco apprezzano maggiormente i piatti che le vedono protagoniste.

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Quello che i piatti non dicono
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