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18 Ottobre 2021 15:00

Che cos’è il frutto miracoloso: la bacca “magica” che trasforma i sapori

Il suo effetto al palato sembra l'incantesimo di un maghetto appassionato di gastronomia. Niente stregonerie però per il "frutto miracoloso", una bacca che cresce nelle zone tropicali dell'Africa e che con la miracolina (una glicoproteina presente nella sua polpa) "illude" la bocca, facendo sembrare dolce ogni alimento. La sua commercializzazione in Italia, però, è ancora vietata.

A cura di Alessandro Creta
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Lo chiamano frutto miracoloso ma, considerati gli effetti che provoca, potrebbe anche essere soprannominato frutto magico. Pare uscito dal mondo di Harry Potter, dove tutto sembra il contrario di tutto e niente è come sembra. In realtà anche la stessa denominazione scientifica di questa bacca, Synsepalum dulcificum, potrebbe essere confusa per un incantesimo di qualche mago, magari appassionato di gastronomia.

Il nome, di certo affascinante, di frutto miracoloso è però esemplificativo e deriva da una sua caratteristica unica. Se alla vista questa bacca vi sembrerà un pomodorino allungato, o un piccolo ravanello (di dimensioni veramente ridotte), è al palato che manifesta la sua curiosa peculiarità. In tutto ciò non c’è nulla di irrazionale, ma ci troviamo davanti a un altro capolavoro regalatoci dalla natura. Parliamo infatti di un frutto che, come per magia, ha la capacità di modificare la percezione dei sapori, trasformando in dolce anche l'alimento più acido o amaro. Roba da libri (o forse meglio dire ricettari) di stregoneria…

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Sì avete letto bene, dopo aver mangiato un po’ di questo frutto, grazie a una sua sostanza che reagisce al Ph acido della saliva, per un breve lasso di tempo (mezzora o un’ora) tutto ciò che andrete a ingerire vi sembrerà dolce. Niente bacchette magiche o incantesimi “cibari”, nessun contest gastronomico tra le cucine di Hogwarts, ma l’ennesimo sorprendente gioco di Madre Natura. Niente di più reale, insomma.

Dove cresce il frutto miracoloso

Ci troviamo di fronte a una pianta sempreverde originaria delle zone tropicali (con terreno a Ph acido) dell’Africa Occidentale (soprattutto del Ghana) che, per la sua caratteristica unica, ha fatto parlare di sé in tutto il mondo. Il frutto non viene consumato per il suo gusto (è praticamente insapore) o per nutrimento, ma per l’effetto quasi sconvolgente che provoca al palato, andando a influire sul sapore del cibo ingerito. È qui, infatti, che avviene l’illusione di cui sopra.

Le bacche “miracolose” sono formate da una sostanza, chiamata appunto miracolina (una glicoproteina) che pur non avendo sapore una volta in bocca reagisce ai recettori del gusto delle nostre papille, addolcendo il sapore dei cibi acidi o amari ingeriti successivamente (o accentuando eventuali sostanze zuccherine). Più il frutto viene tenuto in bocca (uno o due minuti bastano e avanzano) maggiore e di più lunga durata sarà l’effetto.

In parole povere, se mangiate una bacca di Synsepalum dulcificum e poi un limone (solo per fare un esempio) questo in bocca vi sembrerà dolce. La vostra mente dirà “limone”, ma il palato non assocerà il frutto al suo tipico sapore acido. E l’incantesimo è servito. Per questa sua strana reazione, nei Paesi in cui è consentito il consumo, i frutti miracolosi (o suoi derivati) vengono utilizzati da pazienti in chemioterapia ai quali, altrimenti, a causa delle cure a cui sono sottoposti il cibo assumerebbe un sapore metallico.

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L’arbusto cresce autonomamente in natura, arrivando a raggiungere anche i 5 metri di altezza, ma viene anche coltivato dall’uomo. In questo caso, però, non supera i due metri. La pianta ha una grande resistenza sia al caldo torrido che alla siccità, ma soffre particolarmente il freddo. Il frutto, di pochi centimetri di diametro ma con un grande seme all'interno, nasce da fiori bianchi e poco appariscenti, che in circa un mese e mezzo diventano le bacche effettive. Per coglierle bisogna attendere il giusto grado di maturazione, "segnalato" da un colore rosso vivo e dalla consistenza carnosa. In alternativa si può attendere che cadano da sole dai rami, ma una volta staccate hanno vita breve: vanno consumate in due o tre giorni massimo.

Perché il frutto miracoloso è vietato in Italia

In gran parte degli Stati Uniti la commercializzazione del miracle fruit è molto comune, tanto che a Miami un’azienda non solo li coltiva, ma li lavora fino produrre una polpa surgelata per preparare smoothies e arricchire yogurt e centrifughe. Discorso simile per il Giappone, dove le bacche riscuotono un grande successo tra la popolazione.

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Compresse a base di miracolina

Diversa invece la situazione in Europa, dove essendo considerato un Novel Food si attendono studi sulla possibile pericolosità per la salute umana. Il Ministero della Salute, nel 2014, ha diramato una nota in cui segnalava la vendita online di queste bacche o di specifici derivati. Il suo utilizzo nel nostro Paese, così come in tutta l’Unione Europea, dipende da specifica autorizzazione che può essere rilasciata solo in caso di parere favorevole dell’Autorità Alimentare Europea. Oggi il suo uso non è quindi permesso nell’UE, dove è considerato “dolcificante illegale non dichiarato”. Per vederlo (regolarmente) anche da noi, insomma, bisogna aspettare ancora un po’ di tempo…

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