
Dalla Costiera Amalfitana all'Europa, passando per gli Stati Uniti fino all'Australia: il limoncello è diventato una star globale. Da qualche anno ormai, ci avrai fatto caso anche tu, che da piccolo digestivo (quasi sempre offerto al ristorante), adesso lo si trova sotto forma di aperitivo o miscelato nei cocktail in molti menu in giro per il mondo. Una riflessione che parte da un articolo del The Guardian firmato da Rachel Dixon. "L'ho bevuto in versione Spritz non solo in Italia – scrive – ma anche in Grecia, in Germania durante un viaggio di lavoro e a una festa a Londra. Perché questo prodotto improvvisamente è diventato onnipresente? Come ha fatto a trasformarsi da digestivo noioso in aperitivo seducente?"
La storia del limoncello parte dall'Antica Pompei
Prima di addentrarci tra gli interrogativi e capire cosa ha reso questo alcolico così famoso nel mondo, bisogna conoscere la sua affascinante storia. Risalire alle origini del limoncello non è una cosa semplice. Per farlo devi ritornare per un momento tra i banchi di scuola, e andare molto indietro nel tempo, precisamente all'epoca degli antichi Romani. Qui si coltivavano tantissimi limoni nella zona di Pompei (come testimoniano gli affreschi rinvenuti), perché considerata ideale per il clima mite. Durante l'Impero Romano, la coltivazione e l'uso del limone non erano del tutto sconosciuti: infatti si ritiene che i Romani lo usassero per preparare elisir medicinali e tonici.

Altre leggende legate alle origini del limoncello risalgono alle invasioni saracene, periodo in cui si ritiene che popoli arabi abbiano introdotto la coltivazione dei limoni. Di fonti certe, e quindi scritte, abbiamo dei documenti risalenti al XIV secolo dove, il termine "limoncello", veniva usato a Sorrento per indicare i limoni comuni, quasi come se fosse un vezzeggiativo, visto che i limoni della Costiera erano e sono molto più grossi di quelli classici. Solo nel 1600, l’Accademia della Crusca lo identifica come bevanda e viene citato anche da Francesco Redi nel suo libro "Bacco in Toscana". Nel XVIII secolo, alcuni conventi lo usavano, ma si pensa che i pescatori lo preparassero già da secoli per riscaldarsi. Negli anni ’80, grazie al suo basso costo e al colore vivace, il limoncello diventa popolare in tutta Italia, specialmente nelle trattorie e oggi è riconosciuto come Prodotto agroalimentare tradizionale italiano.
Il "boom" internazionale di un prodotto sempre più celebre
Ritornando all'articolo del The Guardian, sembra una cosa giusta pensare che l'enorme popolarità del limoncello sia dovuta alla fama degli spritz in generale. È stato proprio l'Aperol Spritz, emblema dell'aperitivo italiano, a spianare la strada al "piccolo" limoncello. Come viene sottolineato dal tabloid inglese, il "Limoncello Spritz" viene apprezzato per la sua dolcezza e come alternativa meno amara ad altri cocktail più tradizionali. Non si tratta insomma solo di una moda, ma di una tendenza che ha preso piede in tutto il mondo, rivelandosi perfetta per le serate estive o per un aperitivo al tramonto.

Scavando ancora più a fondo, un'altra chiara motivazione della popolarità inarrestabile del limoncello, è dovuta anche dalla cosiddetta componente emotiva. I limoni della Costiera evocano quei ricordi estivi e offrono un richiamo alla "dolce vita mediterranea", quella moda italiana per cui gli stranieri, una volta messo piede nel nostro Paese, "impazziscono". Questi sono tutti elementi che fanno pensare alle vacanze estive e ai momenti di relax, quindi forse a quello che dovrebbe essere tra i periodi più felici dell'anno. Uno scenario che, unito alla freschezza del limone, ha contribuito non solo a rendere il limoncello un fenomeno, ma anche a inserirlo a pieno titolo tra i simboli culturali della felicità e della leggerezza italiana.
L'autrice dell'articolo infatti scrive "Sunshine and sweetness, lemons and la dolce vita", ovvero sole, dolcezza, limoni e la dolce vita, un'associazione che non può fare a meno di catturare l'immaginario collettivo, portando la magia della Costiera Amalfitana nei bar di tutto il mondo. In pochi anni, i produttori italiani di limoncello hanno visto le loro vendite crescere con oltre il 50% delle bottiglie esportate in tutto il mondo, a differenza del passato quando, oltre due terzi della produzione, venivano consumati esclusivamente in Italia. Oggi, tantissimi turisti comprano bottiglie di limoncello in diversi formati – alcune anche simili allo Stivale italiano – per portarlo ai loro cari dall'altra parte del mondo come souvenir.
Un futuro ancora più brillante
Prima di concludere ci poniamo un'ulteriore domanda: il limoncello potrà diventare ancora più popolare di così? Probabilmente è difficile, ormai è un'icona globale che ha superato i confini della tradizione per affermarsi nel mondo. C'è chi lo associa già ai tipici cliché italiani (pizza, pasta, spaghetti … and limoncello), ma ora ha superato il concetto di digestivo semplice, arrivando a diventare parte della cultura gastronomica di un Paese e un simbolo di benessere e convivialità.

Personaggi famosi come George Clooney e Danny De Vito hanno giocato un ruolo chiave nel far conoscere la bevanda a livello globale. De Vito, in particolare, ha rivelato che durante una serata con Clooney aveva bevuto ben sette bicchieri di limoncello, il che ha fatto salire alle stelle la popolarità del prodotto negli Stati Uniti. Il richiamo delle star ha contribuito a trasformare il limoncello da una bevanda tipica delle vacanze italiane a un simbolo di stile e sofisticazione da esportare nel mondo intero.
Diventato un prodotto intergenerazionale, oggi, il limoncello non è più quindi solo un “digestivo da fine pasto”, ma una bevanda che è entrata anche nelle migliori cucine del mondo, nei cocktail più innovativi, nei dolci e perfino in piatti gourmet. L’autrice del The Guardian cita nuovi cocktail come il Negroni d’Amalfi, una rivisitazione del classico negroni, e i dessert come il limonemisu, un tiramisù arricchito con una riduzione di limoncello, che stanno guadagnando terreno nei menu internazionali.