Molti cereali da colazione contengono una quantità di zuccheri elevata, inclusi prodotti che promettono "salubrità": ecco i marchi peggiori e quelli più equilibrati.
Chi non ha mai fatto colazione – o merenda a volte anche cena, – con una tazza di latte e cereali? Entrati stabilmente nelle abitudini alimentari degli italiani a partire dagli anni ’60, i cereali da colazione si sono evoluti fino a diventare una presenza costante e variegata sugli scaffali dei supermercati. Oggi l’offerta si divide essenzialmente in due grandi categorie: da un lato quelli destinati ai bambini, più dolci e spesso arricchiti con cacao e zuccheri; dall’altro i prodotti che strizzano l’occhio al benessere, a base di cereali integrali, frutta secca ed essiccata, con aggiunte vitaminiche, tendenzialmente destinati agli adulti. In generale, sono considerati un’alternativa più equilibrata rispetto a brioche o merendine, grazie al minor contenuto di grassi e zuccheri. Tuttavia, questa immagine salutistica non è sempre supportata dai fatti.
Come riporta Il Fatto Alimentare in un approfondito confronto tra diverse tipologie di cereali, il contenuto di zucchero è un aspetto cruciale da considerare, soprattutto alla luce del consumo eccessivo da parte degli italiani.
Secondo l'ultima indagine SCAI IV 2023 condotta dal CREA (Consiglio per la Ricerca in Agricoltura e l'Analisi dell'Economia Agraria), gli italiani consumano in media 83 grammi di zuccheri semplici al giorno, superando la soglia raccomandata di 50 grammi per una dieta da 2.000 kcal.
I dati più recenti disponibili sul consumo di zuccheri nei bambini italiani, invece, provengono dall'indagine "Okkio alla SALUTE" dell'Istituto Superiore di Sanità: secondo l'ultima rilevazione, il 24,6% dei bambini di 8-9 anni consuma quotidianamente bevande zuccherate e/o gassate. Inoltre, l'indagine evidenzia che il 19% dei bambini di questa fascia d'età è in sovrappeso e il 9,8% è obeso, con una prevalenza maggiore tra i maschi e nelle regioni del Sud Italia.
Per valutare l'effettivo contenuto di zuccheri nei cereali, Il Fatto Alimentare ha analizzato i dati dell’Unione Italiana Food, prendendo in esame i prodotti più venduti in tre categorie principali: muesli e cereali croccanti, cereali per bambini, e cereali per adulti.
In questa categoria si trovano i prodotti con un contenuto medio di zuccheri pari a 20 grammi per 100 grammi di prodotto. La cosa da considerare è che sia l'Oms, l'Istituto mondiale della sanità, sia l'Efsa, l'Autorità europea per la sicurezza alimentare considerano un prodotto che per 100 grammi apporta più di 12,5 grammi di zucchero un alimento dal contenuto elevato: in questa categoria siamo già ben oltre im limiti. I valori di riferimento generali infatti considerano:
Ma qual è la quantità di cereali che mettiamo nella ciotola al mattino? La maggior parte dei produttori indica una porzione da 30 grammi come quantità di riferimento per i valori nutrizionali, ma molti adulti consumano porzioni più abbondanti, intorno a 40–60 g in una ciotola standard, specialmente se i cereali sono considerati leggeri (come fiocchi di mais o soffiati).
In questa sezione, il Cruesli alla frutta secca (Quaker) si distingue per il contenuto più basso (12%), mentre il Kellogg’s Extra alla frutta raggiunge il 27%. Altri esempi includono la granola Nestlé Fitness al cioccolato (17,9%) e il Cameo Vitalis doppio cioccolato (23%).
In media contengono dal 20 al 23% di zucchero, ma alcuni prodotti superano questa soglia. I Kellogg’s Rice Krispies classici contengono meno dell’8%, ma i Coco Pops e i Miel Pops arrivano fino al 27%, sebbene per i Coco Pops sia in corso una riduzione a circa il 22%. I Choco Krave di Kellogg’s e i Nesquik Duo di Nestlé contengono fino al 26% di zuccheri.
Questa categoria presenta i valori medi più bassi, circa 14 grammi di zuccheri per 100 grammi. I Weetabix Original, con solo il 4,2% di zucchero, sono tra i più virtuosi. Anche i classici Corn Flakes Kellogg’s (8%) e i Nestlé Fitness (10-11%) sono opzioni valide. Tuttavia, prodotti come Special K al cioccolato o frutta secca arrivano al 17%, e alcune varianti di Nestlé Fitness raggiungono il 19%.
L'ampia varietà dell’offerta impone una lettura attenta delle etichette nutrizionali, soprattutto per evitare prodotti che, pur mascherati da salutari grazie all’aggiunta di cereali integrali o vitamine, contengono quantità di zucchero tali da contribuire alla costruzione di una preferenza per il gusto dolce. Una scelta oculata può non solo migliorare l’equilibrio della colazione, ma anche aiutare a ridurre l’assunzione complessiva di zuccheri. Non va infine dimenticato che molti supermercati offrono versioni a marchio proprio, spesso più economiche ma con profili nutrizionali comparabili.