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22 Marzo 2024 15:30

Calia e simenza: dalla Sicilia l’antenato del moderno street food

Càlia e simenza sono il duo protagonista di tutte le feste di Paese siciliane: un proto street food salutare ed economico, ancora oggi molto amato.

A cura di Francesca Fiore
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"Càlia, simenza!": così abbaniano, ovvero urlano, i venditori ambulanti durante le sagre di paese siciliane o le feste patronali. Calia e simenza, che nell'immaginario siculo vanno sempre in coppia ma spesso sono vendute separatamente, sono due pietanze tipiche di quello che potremmo definire il proto-street food: si tratta di ceci e semi di zucca tostati, venduti nelle bancarelle distribuite per le vie dei borghi siciliani, in occasione della festa locale.

Càlia e simenza: lo "scaccio" siciliano della festa

Sono conosciuto anche come "scaccio", anche se lo scaccio è un insieme un po' più ampio: tutta la frutta secca che si deve "schiacciare", appunto, per essere sbucciata. Càlia e simenza, o semenza, sono dunque una parte dello scaccio: uno street food pronto da sgranocchiare passeggiando per le vie del proprio paese. Ma di cosa si tratta nello specifico? Il termine calia viene dal latino calare, che significa "scaldare", mentre la parola simenza viene da semen, ovvero "seme".

La calia è composta da ceci di taglia piccola, chiamati appunto caliati, che vengono tostati fino a diventare croccanti: la tostatura, detta caliannu, si fa spesso in grandi barili riempiti di sabbia, con ai piedi un fornelletto acceso: la cottura nella sabbia dona ai ceci un sapore intenso e una consistenza decisamente croccante. La simenza è invece fatta con semi di zucca secchi, sempre tostati, e poi anche salati leggermente.

Si tratta insomma di uno snack semplice e saporito, oltre che economico, da gustare in momenti di convivialità: vengono tradizionalmente vendute nelle apposite bancarelle, nei coppi, ovvero in cartocci di carta, oppure nei sacchetti sempre di carta. Non importa quale sia la stagione, perché questo cibo di strada si prepara anche ad agosto, in barba alle temperature elevate.

Una tradizione particolarmente importante è quella di Noto, borgo del Parco dei Nebrodi, in provincia di Messina, dove sono state messe appunto dei macchinari speciali proprio dai caliari, ovvero i tostatori: la càlia nasitana (di Naso) è infatti conosciuta in tutta la zona. Ma non si tratta di uno street food esclusivamente siciliano: la càlia, infatti, è condivisa anche con i "cugini" calabresi.

Calia e simenza preparate con l'apposita macchina nasitana e vendute a Frazzanò, borgo sui Nebrodi, in provincia di Messina

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