Da qualche tempo circola in rete una fake news che attribuisce alle tazze di rame presunti effetti benefici. Ecco cosa c'è di vero e cosa no.
Negli ultimi anni, complice l’onda lunga della cultura del benessere e della medicina alternativa, sono emerse online numerose teorie secondo cui bere acqua (o altre bevande) da tazze di rame apporterebbe una lunga serie di benefici per la salute. Tra le bufale più ricorrenti si leggono promesse di disintossicazione dell’organismo, miglioramento della digestione, rafforzamento del sistema immunitario e persino prevenzione dell’invecchiamento. Secondo alcuni, l’acqua lasciata a contatto con il rame per qualche ora si “caricherebbe” di proprietà benefiche, grazie al presunto rilascio di ioni di rame in quantità controllata e “terapeutica”. Ma quanto c'è di vero in queste affermazioni? La risposta, come spesso accade quando si parla di salute sul web, è: molto poco. E in certi casi, non solo non fanno bene, ma possono anche far male.
L’origine di queste credenze affonda le radici in antiche tradizioni mediche, in particolare in quella ayurvedica indiana, dove il rame viene da secoli utilizzato in vari contesti, anche come materiale per contenitori dell’acqua potabile. Questa pratica, in origine, aveva un senso in contesti in cui l'acqua non era trattata e il rame, grazie alle sue proprietà antibatteriche, poteva effettivamente contribuire a limitare la proliferazione di alcuni batteri patogeni.
A questa base storica si è poi aggiunto, nell’epoca moderna, un interesse sempre maggiore verso le cure naturali e i metodi “non convenzionali”, amplificato dai social media e da influencer del benessere, che diffondo informazioni spesso prive di basi scientifiche. In questo contesto, è facile che un’idea affascinante come quella dell’"acqua ionizzata dal rame" venga presa per buona e condivisa acriticamente, generando un effetto valanga di disinformazione.
Il fascino dell’antico, unito al desiderio di trovare soluzioni “naturali” e facili per stare meglio, ha reso le tazze di rame un oggetto di culto nel mondo del benessere fai-da-te. Ma come spesso accade, la scienza racconta una storia diversa: il rame è utile al nostro organismo, sì, ma in quantità minime e ben controllate e non attraverso l’acqua che beviamo.
Bere occasionalmente da una tazza di rame rivestita e certificata per uso alimentare non è pericoloso: tuttavia, affidarsi al rame come "elisir di lunga vita" è infondato e, in certi casi, potenzialmente dannoso.
Il Comitato congiunto FAO/OMS di esperti sugli additivi alimentari (JECFA) ha stabilito un limite massimo tollerabile di assunzione giornaliera (PMTDI) di rame pari a 0,5 mg per chilogrammo di peso corporeo. Per un adulto di 70 kg, ciò corrisponde a circa 35 mg al giorno. Questo valore considera l'assunzione totale da tutte le fonti, inclusi cibo e acqua. Anche l’EFSA (Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare) conferma che il rame è un nutriente essenziale, ma che livelli eccessivi possono comportare tossicità acuta e cronica.
Infine, la Food and Drug Administration (FDA) statunitense specifica che recipienti in rame non rivestiti non devono essere usati per servire alimenti o bevande con pH inferiore a 6 (ossia acidi), proprio per evitare un eccessivo rilascio di rame nei liquidi.
Ma quando il rame diventa pericoloso?
È vero che il rame è un micronutriente essenziale per il corpo umano: partecipa a numerosi processi biologici, come la produzione di globuli rossi, la funzione enzimatica e la salute del sistema nervoso. Tuttavia, il fabbisogno giornaliero è estremamente basso (circa 1 mg per gli adulti), e viene normalmente soddisfatto attraverso una dieta equilibrata. L’assunzione eccessiva di rame, invece, può risultare tossica.
Bere regolarmente da tazze di rame non rivestite internamente, specialmente se contenenti liquidi acidi (come acqua con limone, succhi di frutta o cocktail), può portare al rilascio di ioni di rame in quantità significative. Questo fenomeno è ben documentato e riconosciuto anche da enti regolatori come l’FDA statunitense. I sintomi di un'intossicazione da rame includono nausea, vomito, dolori addominali e, nei casi più gravi, danni al fegato e ai reni.
Per questo motivo, molte tazze di rame in commercio sono rivestite internamente con acciaio inox o stagno, per impedire il contatto diretto del liquido con il metallo. Se si utilizzano tazze di questo tipo, il rischio è ridotto, ma ciò non trasforma comunque il rame in una fonte di benessere. Non ci sono prove scientifiche che bere da un contenitore di rame, anche rivestito, apporti vantaggi misurabili per la salute.