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4 Giugno 2025 13:36

Allevamenti di trote, l’Inchiesta di Report rivela maltrattamenti e crudeltà

L'inchiesta Report svela le crudeltà negli allevamenti di trote Erede Rossi Silvio: sovraffollamento, acque sporche, aggressioni tra pesci e macellazione inappropriata.

A cura di Enrico Esente
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Immagini che nessuno avrebbe mai voluto vedere quelle mostrate dal servizio "Laguna nera" di Report in cui, con un'inchiesta di Giulia Innocenzi, si è fatta luce sul sistema di allevamento trote più grande e redditizio d'Italia. Facciamo riferimento all'azienda di troticoltura Erede Rossi Silvio che copre circa un terzo della produzione nazionale. L'inchiesta ci ha portato nel mondo degli allevamenti di questo pesce in cui il nostro Paese è tra i leader europei nella produzione: qui viene mostrato un lato oscuro che tutti dovrebbero conoscere. Vengono fatte vedere immagini esclusive che mostrano le reali condizioni in cui versano i pesci negli allevamenti intensivi e i bruschi metodi utilizzati per abbatterli.

Condizioni raccapriccianti nell'allevamento di trote più grande d'Italia

L'inchiesta firmata da Giulia Innocenzi per Report mostra le condizioni in cui versano le trote negli allevamenti di Erede Rossi Silvio che, come specificato poc'anzi, da solo copre oltre il 30% della produzione di trote nazionale. Le immagini che vengono mostrate sono raccapriccianti: le trote nuotano in condizioni igieniche scarse e, di conseguenza, in acque sporche e paludose in cui gli escrementi dei pesci si mischiano con il cibo che viene distribuito da alcuni camion. La legge non stabilisce un numero massimo di trote per vasca, il che porta a un grave sovraffollamento e a uno spazio vitale estremamente ridotto per gli animali.

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Essendo le trote dei pesci carnivori, come spiegato dall'inchiesta, il poco spazio provoca casi di aggressione tra gli individui che presentano varie lesioni. Altre immagini scioccanti mostrate da Report fanno vedere molte trote vivere in un vero e proprio stato di agonia. Molte di queste muoiono perché vengono aggredite mortalmente da altri individui o perché restano intrappolate nelle reti anti-predatori che delimitano le vasche. Enrico Moriconi, veterinario e consulente di benessere animale, intervistato durante la puntata, ha raccontato che negli allevamenti di trote manca accuratezza in ogni aspetto, persino nella rimozione dei pesci morti, che andrebbero prelevati quotidianamente dopo ispezioni regolari che, invece, non vengono effettuate.

Il vero dramma è l'ultima fase della vita dei pesci

La parte più drammatica del servizio però riguarda l'ultima fase della vita delle trote. Una volta cresciute e allevate, quelle destinate alla vendita vengono immerse in una poltiglia di acqua e ghiaccio, ancora coscienti e si dimenano freneticamente lottando per non morire di asfissia. Gli esperti intervistati garantiscono che questo non è assolutamente un metodo di stordimento efficace ma, al contrario, provoca e prolunga inutilmente la sofferenza dell'animale.

Come spiegato nel servizio, l'industria di troticoltura Erede Rossi Silvio continuerebbe a utilizzare metodi ritenuti inappropriati e smentiti dalle linee guida internazionali di Efsa e Omsa. Altri paesi europei come Francia e Spagna, hanno iniziato ad adottare metodi alternativi per causare meno sofferenze ai pesci favorendo pratiche di stordimento più rispettose. Le trote, come tutti i pesci, sono degli esseri senzienti che devono essere trattati con dignità e rispetto. 

A dicembre, durante Atreju 2024, Nicola Rossi (Ad di Erede Rossi Silvio) è stato premiato dal ministro Lollobrigida con il premio Alta Qualità. In quell'occasione, l'Ad si era espresso contro la carne coltivata in laboratorio, la farina di grillo e a sfavore di alcune pratiche ambientaliste e animaliste.

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Non si è fatta attendere la risposta dell'azienda che ha dichiarato che l'utilizzo della poltiglia di acqua e ghiaccio riguarda solo una piccola percentuale della produzione (10%) e che l'azienda è in transizione verso il suo abbandono definitivo.

Simone Montuschi, presidente di Essere Animali, ha spiegato che c'è ancora tanta strada da fare. "Dal 2018 – spiega il presidente a Report – chiediamo alle aziende di adottare politiche che eliminino sofferenze evitabili e che garantiscano uno stordimento efficace. Non ci fermeremo fino a quando questi metodi non saranno definitivamente superati". Essendo il settore ittico quello che in futuro ci garantirà più risorse proteiche a livello alimentare, qualcosa deve cambiare, probabilmente partendo da una presa di posizione netta dalle istituzioni e dalle aziende che devono assumersi le proprie responsabilità.

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