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Hai presente quei piatti che a prima vista sembrano "banali" e che invece riscopri come sorprendenti? Così come nella cucina italiana esistono piatti iconici che, pur partendo da pochissimi ingredienti – pensiamo alla cacio e pepe o al pesto genovese – riescono a sprigionare una ricchezza di gusto sorprendente, anche in Giappone troviamo esempi simili. Uno dei più rappresentativi è proprio il tamago sando, un sandwich che sulla carta sembra quasi ordinario, ma che al primo morso rivela tutta la sua eleganza e profondità. Si tratta di due fette di pane bianco morbido che racchiudono una crema di tuorlo d'uovo vellutata e dorata. Un panino così semplice ed equilibrato da conquistare non solo il salaryman di Tokyo in pausa pranzo ma anche i turisti e in generale un po' tutti. In Giappone lo trovi ovunque: dai frigoriferi illuminati dei konbini, i mitici minimarket onnipresenti e aperti 24 ore su 24, fino agli izakaya di tendenza che lo servono come una piccola opera d'arte.
Che cos'è il tamago sando e come si prepara
Chiamati spesso in causa come star dei pic-nic nel periodo della fioritura dei ciliegi o nei pasti dei beniamini degli anime giapponesi, i tamago sando sono il panino simbolo del Sol Levante e sono una vera e propria delizia che per forza piace a tutti. Il nome viene da tamago(uovo) e sando (abbreviazione nipponica della parola inglese sandwich). Parliamo di un panino all'apparenza essenziale: pane morbidissimo (solitamente viene utilizzato lo shokupan), uova sode e la celebre maionese giapponese Kewpie, più vellutata e acidula rispetto a quella occidentale. A differenza del nostro classico sandwich italiano, le uova vengono schiacciate e rese cremose, mentre nei ristoranti più ricercati, il ripieno diventa una mousse compatta e delicata.

La preparazione è semplice ma non ammette scorciatoie o alternative. Così come alcuni piatti nostrani (carbonara), anche il tamago sando ha le regole ben precise da seguire. La base essenziale deve essere lo shokupan, ossia il pane in cassetta giapponese cotto in stampo, alto e morbido. Le uova vengono cotte fino alla consistenza perfetta: il tuorlo tendente al sodo ma leggermente cremoso (né troppo sodo né troppo crudo) che poi si mescolano alla maionese, sale e un goccio di latte o panna per alleggerire la consistenza.
Come un sandwich riesce a conquistare tutti
Solo tre ingredienti per una preparazione che mette tutti d'accordo, questa è la forza del tamago sando. Sostanzialmente stiamo parlando del comfort food giapponese per eccellenza, alla stregua dell'onigiri. È economico, si trova in ogni angolo, sazia senza appesantire e ha un gusto che piace sia ai bambini che agli adulti. Nei kombini è un best seller assoluto: costa poco, si mangia in due morsi ed è sempre fresco. Nei bistro e nei kissaten (bar più pregiati), lo stesso sandwich diventa un piatto da degustazione: tagliato con precisione millimetrica in due triangolini e arricchito con uova e maionese di alta qualità.

In Italia non è ancora diffuso come altri piatti della cucina nipponica tra cui sushi o ramen. È possibile trovarlo in alcuni bar in stile giapponese che, in città come Milano e Roma, si stanno si stanno diffondendo rapidamente. Ovviamente non è un tramezzino "light" e poco calorico, ma nemmeno un peccato di gola così eccessivo. Le uova, seppur abbastanza caloriche, sono ricche di proteine e micronutrienti, mentre il pane fornisce i carboidrati per energia immediata. La maionese aggiunge grassi, certo, ma in quantità contenute. Stiamo quindi parlando di un sandwich piccolo e compatto che in Giappone si mangia spesso come snack veloce o come merenda proteica.