Tra i prodotti della terra che maggiormente rappresentano la bella stagione ci sono le albicocche, apprezzate per la loro dolcezza e versatilità. Un frutto comune che nel nostro paese può vantare delle eccellenze da Nord a Sud: andiamo alla loro scoperta.
Dolci, succose e profumate, le albicocche sono uno dei frutti simbolo dell’estate: amatissime per il loro tipico sapore in perfetto equilibrio tra lo zuccherino e l’acidulo, ma anche per le tante proprietà benefiche, in quanto sono ricche di vitamina C, A, antiossidanti come i carotenoidi, fibre e potassio. Si tratta di un frutto che può essere consumato così com’è, intero alla fine del pasto, in fresche macedonie o con lo yogurt, oppure utilizzato come ingrediente per golose confetture, dolci da forno semplici e scenografici e cheesecake senza cottura, senza dimenticare la sua versione essiccata o sciroppata, per averlo a disposizione anche fuori stagione. Da Nord a Sud, l’Italia vanta molteplici varietà di albicocche, dalle Campane alle Pugliesi, passando per quelle dell’Emilia Romagna e Alto Adige: le tipologie differiscono nella forma, nel colore, nella pezzatura, nella consistenza della polpa e nel periodo di maturazione, tra precoci, medie e tardive, regalando eccellenze legate al territorio di provenienza. Di seguito, ecco 12 albicocche made in Italy da conoscere.
Dai terreni che sorgono intorno al vulcano, fertili e ricchi di potassio, ecco una delle tipologie campane più note. Sotto l’ombrello di “Albicocca vesuviana” si contano più di 40 diversi biotipi tutti originari di quest’area, tanto da rientrare all’interno dei PAT, ovvero i prodotti agricoli tradizionali della Campania. Sono frutti che si caratterizzano per essere dolci e zuccherini e presentano un colore rosso sfumato o punteggiato su una base gialla o arancione: in dialetto locale vengono anche chiamate crisommole e la raccolta avviene tra giugno e luglio.
Seconda varietà campana, è meno diffusa della precedente e delle altre varietà partenopee in genere: gli alberi sono poco vigorosi e danno vita a frutti di piccola pezzatura, ma molto zuccherini.
Restiamo in Campania con l’albicocca Diavola, che si distingue prima di tutto per le striature rosso fuoco, caratteristica da cui prende il nome. Sono frutti di dimensioni maggiori rispetto a quelli comuni e hanno una dolcezza spiccata.
L’albicocca Reale di Imola è conosciuta fin dagli inizi del ‘900: originaria dell’Emilia Romagna, è una tipologia di taglia medio-grande che si adatta alle basse temperature, resistendo alle gelate tardive. Matura nella seconda metà di luglio, il suo aspetto è ovale o cuoriforme, ha un colore dorato con sfumature rosse e una polpa dolce e ricca.
Siamo in Alto Adige, dove tra i 500 e i 1000 metri di altitudine cresce la tipica albicocca della Val Venosta: importata in tempi antichi, ha trovato un territorio ideale per svilupparsi grazie all'elevata escursione termica e alle scarse precipitazioni. Ha un colore giallo-aranciato intenso ed è molto aromatica: per questo (e per la veloce deperibilità), è tradizionalmente usata in confetture e distillati.
Tra i comuni di Busca e quello di Saluzzo, in provincia di Cuneo, si estende la coltivazione di questo albicocco tardivo, considerato autoctono, perfettamente adattato a queste zone collinari, tra i 400 e 500 metri sul livello del mare. Siamo di fronte a un frutto dalla forma tondeggiante, con la buccia dalle marezzature rossastre su un fondo giallo-arancione. Anche la polpa è di un bel colore acceso, soda, dolce e intensamente profumata.
Tra uliveti, mandorleti, vigneti e alberi di fico, ecco che in quest’area del Salento, nel leccese, si trovano anche gli albicocchi: leggenda vuole che siano stati i Cavalieri Templari al ritorno dalle Crociate a portarli fino a qui. L’albicocca di Galatone è una varietà precoce, dalla polpa morbida e ricca di gusto, con alberi longevi che vivono più di 50 anni.
Dolce, ma non eccessivamente zuccherina, possiamo trovarla sui banchi di frutta intorno alla fine di giugno: stiamo parlando dell’albicocca Amabile Vecchioni, riconoscibile per la sua buccia giallo accesa e le grandi dimensioni. Il nome si rifà al suo sapore, ideale per la consumazione fresca appena raccolta.
Disponibile a fine giugno e capostipite di numerose cultivar, l'albicocca precoce di Toscana è una varietà presente soprattutto nei territori di Pisa e Livorno: ha una polpa arancione, tenera e al palato risulta dolce e zuccherina.
L'albicocca di Valleggia, eccellenza del savonese riconosciuta come PAT della Liguria, matura in un tempo molto breve che non supera le tre settimane tra metà giugno e metà luglio e, proprio per questo motivo, non è sempre facile reperirla. La varietà, detta anche valleggina, è di piccole dimensioni, ha la buccia sottile di un arancio tenue puntinata di marrone: rispetto ad altre tipologie è particolarmente saporita e aromatica.
Approdiamo in Sicilia per fare la conoscenza dell'albicocca di Scillato, localizzata nell’omonimo comune in provincia di Palermo all’interno del Parco delle Madonie. Ecco una varietà piccola, caratterizzata da un gusto zuccherino molto intenso. Ottime per confetture e granite, le albicocche di Scillato si segnalano anche per il metodo di coltivazione, manuale, senza trattamenti: una vera e propria perla dell'isola.
Chiudiamo la nostra rassegna in Basilicata, più precisamente del Metaponto, territorio a forte vocazione agricola da dove arrivano eccellenze regionali quali fragole, finocchi e anche albicocche. Il nome da ricordare è quello di Rotondella, località in provincia di Matera celebre per le sue albicocche, che ogni anno vengono festeggiate in una famosa sagra (nel 2025 l’appuntamento è per il 28 e 29 giugno): non si tratta di un’unica cultivar, ma di varietà pregiate accomunate dalla bassissima acidità e dalla succosità, perfette per ogni tipo di utilizzo.