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26 Aprile 2025 18:00

Utilizzare il pane raffermo per produrre acqua potabile? Sì secondo un gruppo di scienziati

Sono diverse le cose che si possono fare con il pane raffermo: dalle polpette al pangrattato fino ad arrivare ad utilizzarlo per desalinizzare l'acqua e renderla potabile. Vediamo l'importante scoperta di un gruppo di scienziati.

A cura di Enrico Esente
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Quando il pane fresco avanza non bisogna gettarlo via il giorno dopo. Nella cucina italiana il pane vecchio, o raffermo, si può utilizzare per preparare tante ricette: dal polpettone (la più comune) passando per i canederli e la pappa al pomodoro fino alla pizza di pane o al pangrattato. Ma avresti mai immaginato di poterlo utilizzare per rendere l'acqua potabile? È quanto scoperto da un gruppo di scienziati del Saint Vincent College, dell’Università di Pittsburgh e dell’Università della Pennsylvania. I ricercatori, infatti, sono riusciti a desalinizzare l'acqua rendendola bevibile grazie proprio al pane raffermo.

I risultati dello studio

Pubblicati sulla rivista The Royal Society Open Science, a essere determinante, secondo questo studio, è il carbonio. Contenuto nel pane, è stato trasformato in elettrodi, ossia conduttori elettrici che possono desalinizzare l'acqua. A primo impatto sembrerebbe una cosa semplice da comprendere, almeno per chi mastica un po' di elementi di chimica. Presente tra i ricercatori, il professor Adam Wood, già noto in ambito accademico per essere stato tra i primi a scoprire le potenzialità del pane raffermo in ambito scientifico.

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Il professore infatti aveva pubblicato una ricerca in cui veniva spiegata la possibilità di trasformare il pane raffermo in elettrodi di carbonio. Ragion per cui, in questa ricerca, era già conscio di alcuni tipi di risultati che sarebbero potuti arrivare dopo diversi esperimenti. Nella fattispecie Wood ha usato due strategie sperimentali. Per la prima bisognava utilizzare uno stampo 3D per imprimere al pane una forma specifica e poi scaldarlo a una temperatura di 800 °C per un'ora, accompagnando tutto con un flusso di azoto. Per gli scienziati l'obiettivo era formare un elettrodo di carbonio solido. 

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Il secondo metodo era un po' diverso dal primo ma sempre con il pane raffermo protagonista. Gli scienziati infatti lo hanno mischiato con dell'acqua in frullatore modellandolo in una forma simile a quella del primo metodo e poi scaldarlo sempre a 800 °C in assenza di ossigeno. Il risultato, secondo gli studiosi, sarebbe dovuto essere lo stesso ma hanno pensato che, con il secondo metodo, i modelli sarebbero stati più resistenti e precisi. L'obiettivo della ricerca è la produzione in serie dell'elettrodo pane per poi arrivare a sistemi di desalinizzazione a basso costo. Un risultato che, nella più rosea delle aspettative, porterebbe a dare una spallata allo spreco alimentare.

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