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11 Luglio 2025 11:35

Una nuova ordinanza vieta i “buttadentro” all’esterno dei locali di Lucca

Stop a pratiche di promozione invadenti: multe di quasi 700 euro e tre giorni di sospensione per chi non rispetta le nuove disposizioni. La città toscana non è la prima a perseguire questa strada, in nome del rispetto e della tranquillità dei passanti.

A cura di Arianna Ramaglia
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Da turista o da cittadino ti sarà capitato almeno una volta di passeggiare per le strade della città e sentirti dire "Signori, mangiamo qualcosa?": una richiesta che non avrà più voce a Lucca. Grazie a una nuova ordinanza, nella città toscana, sono vietati i "buttadentro" fuori a bar e ristoranti e, per chi non osserva la legge, rischio di multe e chiusura dell'attività fino a tre giorni.

"Una pratica che non si sposa con l'eleganza della nostra città"

Un'usanza condivisa da Nord a Sud, una domanda, molto spesso, troppo insistente che invita i passanti ad accomodarsi all'interno per un caffè, un pranzo o un drink: un comportamento che potrebbe definirsi quasi molesto e che, adesso, a Lucca, potrebbe essere solo un lontano ricordo. Un'ordinanza, deliberata dal Comune, ha vietato questo tipo di pratica promozionale, considerata invadente e irritante e che non si adatta all'immagine della cittadina toscana. La pena? Una multa che va dai 173 ai 694 euro fino ad arrivare a una sospensione di tre giorni per l'attività commerciale.

Una misura che mira a offrire un'atmosfera serena a visitatori e cittadini, come affermato da Antonio Fava, presidente di Fipe (ristoratori) Confcommercio, secondo cui si tratta di "una pratica che non si sposa con l'eleganza e il decoro della nostra città, anzi è proprio l'esatto contrario dell’immagine e del tipo di accoglienza per il quale tutti noi lavoriamo tutti i giorni. È ciò che abbiamo detto sin dai primi incontri sul tema all’assessore Granucci. Purtroppo, invece, negli ultimi tempi in particolare, la pratica si era diffusa anche nelle vie principali e più iconiche della città. Non è un approccio bello, di certo non si addice alla nostra Lucca".

Non si tratta di condannare la promozione di un'attività, che è legittima e sacrosanta, ma il modo in cui ciò avviene, oltrepassando un limite invisibile che rischia di ledere la libertà e la tranquillità dei passanti. Una visione condivisa dal sindaco Mario Pardini e l'assessore al commercio e decoro urbano Paola Granucci che intendono ribadire che l'ordinanza "non limita l’attività commerciale, ma tutela la bellezza urbana e salvaguarda l'esperienza autentica di cittadini e visitatori".

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Non solo a Lucca

Chi ha girato un po’ il nostro Belpaese sa benissimo che questa modalità di autopromozione è largamente condivisa e, negli ultimi tempi, ugualmente osteggiata da molti. Il caso di Lucca, infatti, si inserisce in un contesto in cui già altre realtà hanno deciso di percorrere la stessa strada: "Lucca in questo non è una mosca bianca, molti altri comuni turistici hanno adottato ordinanze simili. Mi riferisco ad esempio a Ischia, a Capri e anche a Como, nell’intento condiviso di tutelare l’immagine dei centri storici di pregio" conferma Fava. Una decisione che interessa sempre più località, per una pratica che si intensifica soprattutto nei momenti di maggiore affluenza turistica. Ovviamente, però, un’ordinanza non basta, ma "servono i controlli affinché diventi veramente efficace".

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