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28 Novembre 2024 12:34

Una filosofa ha aperto un forno in Romagna che permette a tutti di cuocere il proprio pane

Sabrina Bianchi ha deciso di rinnovare una tradizione ormai sepolta: aprire le porte del proprio forno a chiunque ne abbia bisogno. Domenica tutti i cittadini di Longiano che vogliono cuocere il proprio impasto possono recarsi da Demetra e fare un'esperienza collettiva che va molto oltre il semplice gesto della cottura di una pagnotta.

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Nel cuore dell'entroterra romagnolo, Sabrina Bianchi ha trasformato un piccolo borgo in provincia di Forlì-Cesena in un punto di ritrovo collettivo attraverso il suo forno artigianale. Nato dalla passione per la panificazione e da un forte senso di comunità, la filosofa e fornaia ha deciso di trasformare la sua bottega a Longiano in un forno comunitario, un po' come si faceva agli inizi del Novecento e come si fa ancora oggi in tantissime comunità del Nord Africa e del Caucaso. Si chiama Demetra-Forno di paese questa attività e dal 1 dicembre 2024 apre le proprie porte a chiunque voglia cuocere il proprio impasto.

Il forno come centro sociale e comunitario

Un tempo il forno rappresentava il fulcro delle attività sociali dei paesini, dove le persone si riunivano per cuocere insieme pane e pietanze varie, scambiando storie e tradizioni. Sabrina ha deciso di recuperare questo spirito, creando eventi che riportino il forno al centro della vita di Longiano. "Una volta si andava tutti al forno del paese con teglie di coniglio, lasagne e ciambelle", racconta Bianchi al Gambero Rosso, ispirata dai ricordi della comunità. Questo legame con il passato si riflette nella volontà di ricreare un punto di incontro che valorizzi le relazioni umane.

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Foto da Facebook

La donna ha "40 anni e tre bambine, in luoghi come Longiano non ci sono più molte situazioni che aiutino le persone a vivere il paese in maniera collettiva". L'idea nasce da una conversazione con un vecchio fornaio della città, Pierino, che le ha raccontato di quando "le persone portavano teglie di coniglio da fare arrosto e lasagne, oltre alle loro pagnotte e ciambelle, e lui dedicava proprio uno spazio del forno ai compaesani. Il responsabile del nostro piccolo museo etnografico, Giorgio, mi ha spiegato che a ogni teglia si metteva una sorta di sigillo di riconoscimento, oppure sulle pagnotte si faceva un taglio particolare a seconda della famiglia o si imprimeva la chiave di casa di chi l'aveva portata per poi riconsegnare la pagnotta cotta alla persona giusta. Lui stesso si ricorda che andava con la sua mamma a portare teglie e pagnotte a cuocere al forno dietro al teatro e ricorda le file delle persone che nel frattempo chiacchieravano e parlavano tra loro, ho scoperto che tante persone in paese hanno bei ricordi legati al forno".

Sabrina Bianchi, laureata in filosofia, ha unito la sua formazione accademica alla passione per farine e lieviti, maturata nei primi anni trascorsi nel ristorante di famiglia. Dopo un periodo dedicato alla crescita dei suoi figli, durante il lockdown ha deciso di avviare la sua attività. Ha creato un laboratorio artigianale a vista, progettato per valorizzare la trasparenza e l’autenticità del suo lavoro.

Il forno lavora con cereali integrali, come farro monococco e segale, privilegiando farine biologiche macinate da un mugnaio locale. Ogni tipo di farina è abbinato al lievito madre più adatto, garantendo un pane che esprime al meglio il sapore del cereale di origine. Sabrina produce esclusivamente pani da un chilo, perché si conservano più a lungo. La lavorazione è artigianale, con maturazioni di almeno 20 ore e cotture giornaliere. Gli orari sono molto umani:  non si lavora di notte e pomeriggio, si chiude alle 13:30 così possono tutti dedicarsi alla famiglia (in primis la titolare che ci tiene a passare del tempo coi tre bambini).

La fornaia ha proposto l’idea di installare un forno a legna comunitario nel borgo, ma le difficoltà burocratiche hanno rallentato il progetto. Per superare questi ostacoli ha deciso di organizzare cotture collettive direttamente nel suo negozio. La prima infornata si terrà il primo dicembre, con i cittadini invitati a portare il proprio impasto da cuocere. "Appena si è sparsa la voce tante signore del paese avrebbero voluto portare teglie di arrosti e lasagne… proprio come una volta, ma per quello dobbiamo vedere se è possibile, intanto cominciamo dalle cose più semplici" conclude Sabrina Bianchi al Gambero Rosso. Bisogna cominciare dalle cose facili anche perché le leggi sono cambiate (fortunatamente) rispetto agli inizi del secolo scorso. Le persone che vogliono cuocere il proprio pane (a partire dalle 15:00 di domenica) non potranno ad esempio entrare in laboratorio: consegneranno l'impasto a Sabrina e alle sue colleghe Barbara Fina, Stephanie Baldini e Sara Savorelli che poi cuoceranno il pane per i cittadini. Nel mentre saranno proprio loro quattro a intrattenere gli ospiti parlando degli argomenti più disparati. Alla fine della cottura collettiva anche Demetra sfornerà una propria gigantesca pagnotta da servire con olio extra vergine nuovo locale da condividere con i presenti.

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