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30 Ottobre 2025 15:00

Tutte le differenze tra castagne e marroni

Pur arrivando dallo stesso albero, il castagno, non sono la stessa cosa: le castagne hanno un aspetto più rustico, dimensioni minori e un sapore semplice, poco complesso, perfetto per ricette comfort food, mentre i marroni sono i re della pasticceria, grandi, dolci ed eleganti.

A cura di Federica Palladini
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Più che un alimento, sono diventate uno status symbol della stagione autunnale: insieme alle foglie che cadono, alle zucche e alle tisane bevute sotto la copertina ci sono loro, le castagne, da gustare comodamente a casa, in versione snack – una tira l’altra – o ready to eat in fiere e venditori ambulanti di caldarroste. Con le castagne, però, nei banchi dei supermercati e dei fruttivendoli compaiono anche i marroni: pur provenendo entrambi dallo stesso albero, il castagno, le due prelibatezze non sono la stessa cosa. Le castagne sono considerate più rustiche, piccole e di forma irregolare, rispetto agli eleganti marroni, dolci, lisci e facili da sbucciare facendoli restare integri, e, non a caso, star della pasticceria. Vediamo quali sono tutte le differenze, che anche in cucina hanno la loro importanza.

Origini

Se per l’uovo e la gallina ancora resta il dubbio tra chi sia nato prima, in questo caso non c’è nessun mistero. Castagne e marroni sono il frutto dello stesso albero, il castagno (Castanea sativa) che cresce nei boschi di collina e di montagna: dalla pianta spontanea ha origine la castagna, che per secoli è stata alla base dell’alimentazione di molte popolazioni, essendo un alimento nutriente da cui si ricava la farina – economica, in passato – utilizzata in panificazione al posto del grano. Nel tempo l’uomo ha iniziato a selezionare varietà differenti al fine di ottenere prodotti non dalla raccolta selvatica, ma coltivati: tra le numerose cultivar messe a punto e caratterizzate da una qualità superiore compare il marrone, che viene venduto a un prezzo più alto.

Aspetto

Una delle prime differenze che saltano agli occhi è relativa alle dimensioni. I marroni tendono a essere più grandi, mentre le castagne più piccole. Per quanto riguarda la forma, quella dei primi è armoniosa e bombata, quasi a ricordare un cuore, mentre le seconde si presentano appiattite e schiacciate, dall’aspetto meno regolare. Il motivo? All’interno di un riccio di castagne si possono trovare fino a 7 semi, mentre nei marroni se ne contano al massimo 3.

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Buccia e polpa

La buccia delle castagne è marrone scuro, quella dei “cugini”, invece, ha sfumature rossicce, con striature chiare. Un dettaglio da non sottovalutare al momento dell’acquisto è relativo alla polpa: quella dei marroni ha una texture più liscia e omogenea, invece la castagna è attraversata da venature nelle quali si incastra la pellicina che l’avvolge. Cosa significa? Che nei marroni si toglie più facilmente, rendendoli meno ostici da sbucciare.

Sapore

Anche qui abbiamo parecchie diversità. Le castagne offrono un sapore più blando, meno intenso, con una consistenza in bocca che può risultare più farinosa. I marroni, al contrario, sono più dolci, aromatici, e la polpa appare fine e compatta.

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Usi in cucina

Le peculiarità che abbiamo appena visto portano i due frutti del castagno a usi differenti in cucina. Semplificando, possiamo dire che le castagne sono le protagoniste dell’autunno “verace”: bollite o arrostite, trasformate in farina per castagnaccio o necci toscani, o come ingrediente per piatti dal mood rustico, come zuppe e polpette. I marroni entrano in scena quando hai intenzione di preparare qualcosa di più raffinato. Sceglili per dessert scenografici come il Montblanc, falli sciroppati e glassati (ecco i prelibati marrons glacé) o trasformali in creme golose.

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Quello che i piatti non dicono
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