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16 Ottobre 2025 11:12

Trovate microplastiche in latte e formaggi: ecco quali sono i prodotti più contaminati

Una ricerca italiana ha rilevato la presenza di microplastiche in alcuni prodotti lattiero-caseari: i formaggi più stagionati sono quelli con la percentuale più alta. Il motivo della contaminazione potrebbe derivare direttamente dalla lavorazione di questi alimenti.

A cura di Arianna Ramaglia
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Presenza di microplastiche nei prodotti lattiero-caseari: è quanto emerge da un nuovo studio e non lascia spazio a interpretazioni. Già da tempo si discute sull'impatto che queste microparticelle hanno sull'ambiente e, in alcuni casi, si è parlato della loro presenza anche in particolari alimenti: ora, un team di ricerca dell'Università di Padova ha scoperto che neanche latte e formaggi sono esenti da questo pericolo invisibile.

La ricerca

L'analisi è frutto di uno studio condotto dall’Università di Padova e pubblicato su NPJ Science of Food. Le prove sono state condotte all'interno di una camera bianca di classe 7 per evitare eventuali contaminazioni esterne: qui sono stati analizzati 10 formaggi freschi (stagionati meno di un mese), 14 formaggi stagionati (oltre quattro mesi) e latte confezionato. Il risultato è stato chiaro e anche un po' sconcertante: 26 campioni su 28 mostravano tracce di microplastiche.

Tra quelle identificate prevalgono frammenti di PET, polietilene e polipropilene – materiali comunemente usati per gli imballaggio – con dimensioni inferiori ai 150 micrometri. Per entrare più nel dettaglio, nei campioni di latte sono state rinvenute circa 350 microparticelle per chilogrammo, nei formaggi freschi oltre i 1.200 MP/kg, mentre nei formaggi stagionati si raggiungono quasi 1.900 MP/kg.

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Cosa sono le microplastiche e come finiscono nei formaggi

Si tratta di particelle di piccolissime dimensioni (tra 1 e 5 mm) prodotte sia dalla degradazione di prodotti di plastica sia dalle industrie stesse. Il problema riguarda l'intero ecosistema: queste microplastiche finiscono in mari, fiumi, laghi e oceani, vengono ingerite da animali acquatici che noi poi mangiamo e che, quindi, entrano nella nostra catena alimentare.

Ma come arrivano fino ai formaggi? L'ipotesi più accreditata è che queste microplastiche derivino direttamente dai processi di lavorazione. Infatti, tutte le varie fasi – pressatura, taglio, manipolazione e confezionamento – possono contribuire a rilasciare queste piccole particelle. Non è un problema, come si potrebbe pensare, che ha a che fare solo con il packaging esterno, ma la contaminazione può avvenire già nelle fasi antecedenti all'imballaggio. Superfici, guarnizioni, impianti, film plastici usati e la stessa aria possono essere tutti fattori che contribuiscono al rilascio di questi elementi.

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Bisogna preoccuparsi?

Come abbiamo già affermato in altre occasioni, se da un lato sono noti i danni ambientali provocati da queste microplastiche, dall'altro non esistono ancora dati sufficienti per comprendere come queste particelle impattino sulla nostra salute. Anche in questo caso, il team di ricerca non ha espresso pareri in merito a eventuali rischi per il nostro organismo: è di sicuro un tema che necessita di ulteriori studi e approfondimenti, ma, nel frattempo, è bene sapere quali sono i cibi che contengono queste sostanze e come bisogna comportarsi.

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