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10 Maggio 2024 12:30

Ti piace il caffè? Provalo nei cocktail: i drink più famosi e come usarlo in mixology

Il caffè è un ingrediente molto sottovalutato dai bartender eppure offre uno spettro unico di sapori: amaro, agrumato, intenso e se ben dosato difficilmente il cocktail risulta "cattivo" al palato dei clienti. Vediamo i drink più famosi e come usare il caffè in mixology.

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Il caffè non è solo una bevanda per iniziare la giornata, è un ingrediente versatile per creare cocktail originali e gustosi. I drink che utilizzano la bevanda originaria dell'Etiopia offrono un'eccitante fusione di aromi e sapori, combinando l'eleganza dei cocktail classici con l'intenso profumo e la ricchezza del caffè. Esploriamo questo mondo meraviglioso, con i drink più famosi e i migliori metodi per utilizzare il caffè nell'alcol.

Il fascino dei cocktail al caffè

I cocktail al caffè rappresentano un'esperienza sensoriale unica, che unisce l'energia stimolante del caffè con la raffinatezza dei cocktail. Queste bevande sono perfette per chi cerca un modo intrigante per godersi il caffè in modo diverso, durante una serata con gli amici o come delizioso dopocena. I più famosi cocktail al caffè sono tre dei drink più celebri del pianeta: l'Espresso Martini, il Black Russian e l'Irish Coffee. I drink con il caffè sono tantissimi però e quasi tutti molto gustosi, vediamo insieme quelli più celebri.

1. L'Espresso Martini

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L'Espresso Martini sarebbe stato inventato negli anni '80 su richiesta di una top model al bancone di Dick Bradsell del Freds Club di Londra. La genesi del drink la racconta proprio il bartender in un'intervista un po' colorita: la richiesta sarebbe stata di "un drink che mi faccia svegliare un po' e che poi mi fotta il cervello". Negli anni ci sono state varie speculazioni sulla modella richiedente: si è parlato di Kate Moss, ma all'epoca della creazione la top model aveva solo 9 anni, altri hanno fatto il nome di Naomi Campbell ma di anni ne aveva 13 quindi il segreto resta al sicuro ma possiamo escludere le due supermodelle simbolo degli anni '90. Ma com'è fatto questo drink? È a base di vodka, liquore al caffè, zucchero e un espresso intero. Ha una gradazione piuttosto alta, è shakerato e tradizionalmente si serve con tre chicchi "in sospensione" sulla schiuma.

2. Il Black Russian

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Il Black Russian è un cocktail dal sapore intenso e ricco, che combina vodka e liquore al caffè per creare una bevanda elegante e dal gusto deciso. La ricetta del Black Russian è incredibilmente semplice, ma il risultato è straordinario per un drink molto equilibrato tra la "violenza" della vodka e la dolcezza del liquore al caffè che, quando combinati, creano un gusto rotondo e avvolgente. Nonostante il nome, il drink dovrebbe essere belga e sarebbe nato nel 1949 grazie a Gustave Tops, barman dell'hotel Metropole di Bruxelles.

3. Il White Russian

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È una variante più dolce del Black Russian, diventata però un drink a sé stante. Oltre alla vodka e al liquore al caffè qui è prevista l'aggiunta della panna quindi il drink è più dolce del suo "papà". In realtà dobbiamo dire che secondo molti il White Russian sarebbe nato anche prima del Black, sempre dalla sapiente mano di Gustave Tops ma la prima prova della sua esistenza c'è solo nel 1965.

Questo cocktail ha avuto due grandi momenti di popolarità: il primo negli anni '70, diventa il drink simbolo della cosiddetta "Era disco music" per un decennio; il secondo è alla fine degli anni '90 grazie all'uscita del film cult "Il grande Lebowski" in cui il protagonista beve più volte questo cocktail.

4. L'Irish coffee

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Questo drink si serve caldo ed è a base di whiskey irlandese, caffè caldo e zucchero con abbondante panna montata fresca e una grattugiata di noce moscata in superficie. L'Irish coffee un classico intramontabile che ha radici profonde nella tradizione irlandese e ha guadagnato popolarità in tutto il mondo come bevanda deliziosa e rinvigorente.

5. Il Bushwacker

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Non è molto famoso in Italia ma è molto amato nel resto del mondo e soprattutto negli Stati Uniti. È un drink molto dolce, simile a una cremosa piña colada al cioccolato. Inventato nel 1975 allo Sapphire Pub di St.Thomas, nelle Isole Vergini, è un drink a base di vodka, liquore al caffè, liquore al cacao, crema di cocco, triple sec, latte frullato con il ghiaccio e noce moscata. Oggi in realtà questo drink viene fatto in innumerevoli varianti, con gin e rum che sostituiscono la vodka e c'è chi aggiunge anche l'espresso vero e proprio al liquore al caffè.

In America ha visto un picco di popolarità nel 2010 perché il presidente Barack Obama è stato fotografato mentre si gusta un Bushwhacker in un ristorante di Orange Beach, in Alabama.

Tutti i modi in cui puoi usare il caffè nei cocktail

L'espresso è sicuramente la modalità più semplice e usata nei bar per preparare i cocktail al caffè. La bevanda offre un intenso sapore impossibile da ricreare con altre modalità. Usare l'espresso è anche il modo più "antico" di abbinamento tra alcol e caffè: una modalità di estrazione molto simile a quella italiana era già in voga nel 1800 in Messico: il carajillo è un cocktail messicano antichissimo preparato versando l'espresso e un liquore spagnolo direttamente sul ghiaccio. Anche noi abbiamo un drink antichissimo fatto con un caffè simile all'espresso: il Livorno Punch, inventato ovviamente in Toscana, risalente al XVII secolo a base di caffè, rum, zucchero e limone.

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Altro metodo molto usato è quello del semplice caffè caldo americano. È la versione più pratica, sia al bar sia a casa, perché una volta preparato con l'infusione lo puoi tenere lì comodamente al caldo e usarlo alla bisogna. Oggi molti bartender usano l'espresso per l'Irish coffee ma tradizionalmente veniva preparato proprio con quest'altra tipologia.

Infine abbiamo il cold brew, la più moderna tipologia di caffè a nostra disposizione. Inventata nel 2015, ha subito conquistato il cuore dei bartender perché è una bevanda più morbida e dolce, ma soprattutto è fredda. I cocktail tropicali e in stile tiki, con il loro profilo fruttato e speziato, completano particolarmente bene l'ingrediente.

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A cura di
Leonardo Ciccarelli
Nato giornalista sportivo, diventato giornalista gastronomico. Mi occupo in particolare di pizza e cocktail. Il mio obiettivo è causare attacchi inconsulti di fame.
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