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2 Novembre 2023 13:04

Si può riconoscere la presenza del botulino nei cibi cotti?

Non è possibile riconoscere il botulino in cibi cotti, ma è del tutto irrilevante: è una tossina che col calore si distrugge, quindi un cibo cotto è innocuo per l'organismo, soprattutto negli adulti. Può causare qualche problema di pochissimo conto nei bambini, ma nulla di serio.

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Ad Ariano Irpino, in provincia di Avellino, è morta una donna in preda a spasmi, dolori fortissimi e sudori freddi: si teme che il decesso sia dovuto al botulismo alimentare, una malattia causata dall’ingestione di una particolare tossina prodotta dal batterio del botulino. La donna avrebbe accidentalmente mangiato qualcosa di contaminato in una pizzeria della zona. L'autopsia, predisposta dal magistrato, farà luce sulla faccenda, ma è possibile riconoscere il botulino in cibi cotti? Purtroppo no, non è possibile riconoscere la presenza di botulino in piatti già cotti attraverso l'aspetto, il sapore o l'odore del cibo. Il botulino è prodotto da un batterio chiamato Clostridium botulinum, che può crescere in ambienti privi di ossigeno, come ad esempio in cibi conservati in modo improprio. Se anche ci fosse del botulismo in un alimento cotto, sarebbe comunque irrilevante: la tossina è termolabile, quindi col calore si distrugge. In linea di massima i cibi cotti sono assolutamente sicuri perché naturalmente privi di botulino.

Il botulino produce una tossina chiamata botulinica, che è estremamente potente e può causare gravi intossicazioni alimentari. I sintomi del botulismo possono includere debolezza muscolare, difficoltà a parlare e a deglutire, secchezza delle fauci e problemi respiratori. Questi sintomi possono verificarsi diverse ore o giorni dopo aver mangiato cibi contaminati.

La migliore precauzione per prevenire il botulismo è seguire le corrette pratiche di conservazione e manipolazione degli alimenti. Conservare gli alimenti deperibili in modo adeguato, cuocerli a temperature adeguate ed evitare di consumare cibi in scatola o inscatolati se il contenuto sembra rigonfio, gonfio o se il contenitore è danneggiato. In caso di dubbi sulla sicurezza di un alimento, è meglio evitarlo e gettarlo via. Vediamo i dettagli della triste faccenda anche perché dobbiamo specificare cosa significa il termine "cottura" quando si parla di questioni mediche.

Il botulismo non si può riconoscere in cibi cotti

Stando a quanto scrive Sky Tg24, il problema della donna potrebbe essere dovuto a un olio al peperoncino contaminato con cui Angelo Mennino, marito della deceduta e anch'egli intossicato e in gravi condizioni, avrebbe condito la propria pizza. L'avrebbe fatta assaggiare alla moglie pur avvertendo uno strano odore nell'olio. Nel caso in cui questa ipotesi fosse confermata dall'autopsia ci troveremmo dinnanzi a un prodotto comunque crudo.

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Il concetto di "cottura" è, però, diverso: anche se l'olio fosse stato cotto nel forno insieme alla pizza, avrebbe comunque potuto intossicare la coppia. Questo perché i cibi cotti che non corrono rischio di contaminazione sono tali se subiscono un trattamento termico di 80 °C per almeno 10-15 minuti fino al cuore del prodotto. Questo permette la distruzione della tossina perché termolabile, ma non del microrganismo. Un cibo cotto può essere contaminato e può causare dei problemi di pochissimo conto ai bambini, è innocuo invece per gli adulti. Proprio per questo motivo si consiglia di portare a bollitura le conserve fatte in casa prima di utilizzarle. Per lo stesso motivo l'Istituto Superiore di Sanità dice che i cibi cotti sono sicuri.

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Quello che i piatti non dicono
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