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28 Ottobre 2022 10:16

Se esiste lo champagne dobbiamo dire grazie ai dinosauri

Il terreno della regione di Champagne è ricco di gesso e minerali risalenti alla preistoria, quando la Francia era sommersa all'Oceano e piena di dinosauri. Senza i fossili e senza il gesso oggi non potremmo bere alcun tipo di champagne.

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È probabilmente il vino più iconico del mondo, simbolo stesso dei festeggiamenti e della nobiltà: parliamo dello champagne, il vino più rappresentativo della Francia. Non siamo qui per parlare delle doti organolettiche o delle qualità del prodotto, bensì vogliamo dirti un segreto: se oggi possiamo bere champagne lo dobbiamo solo ai dinosauri. Sembra incredibile ma se lo champagne è così buono è proprio grazie alla copiosissima presenza dei dinosauri, in particolare quelli marini perché sì, nel cuore dell'Europa c'era il mare. Andiamo alla scoperta dello champagne "preistorico".

La ricchezza dello champagne è sotto terra

Uno dei segreti della Champagne, la zona in cui si fa questo straordinario vino, non si vede a occhio nudo. Bisogna andare nel sottosuolo, bisogna scandagliare il terreno in cui le preziose vigne affondano le proprie radici.

La particolare composizione di questo terreno è dovuta all'acqua marina che c'era fino a 45 milioni di anni fa. La Francia preistorica era una delle zone più fertili che si siano mai viste: un oceano tropicale con milioni di pesci e la Valle della Marna che accoglieva mostruosi rettili e una quantità infinita di animali marini. Quando le acque si ritirarono lasciarono una spessissima crosta di gesso nel terreno e tutti i fossili degli animali qui vissuti. I fossili col tempo hanno rilasciato minerali e residui organici arricchendo il sottosuolo calcareo: il 75% del terreno è composto da marna, calcare e gesso. Una stratificazione che favorisce il drenaggio e dona la particolare mineralità allo champagne.

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Una parte della cava: le scalanature del "soffitto" sono tutti fossili non ancora estratti

Non ci troviamo però di fronte a un gesso "normale": il gesso di questa zona è composto da granelli di calcite provenienti dagli scheletri di microorganismi marini (detti coccoliti) e caratterizzato dalla presenza di fossili di belemniti, molluschi risalenti a circa 100 milioni di anni fa. Per comprendere a pieno quanti fossili siano sepolti nella zona c'è una cantina a Fleury-la-Rivière, un piccolo villaggio poco lontano da Epernay, che ha creato delle gallerie in cui è possibile vedere tutti questi dinosauri a sfioro: Cave aux Coquillages, la "cava delle conchiglie". Tutti i "rilievi" che vedi in foto sono vere e proprie conchiglie risalenti a milioni di anni fa conficcate nel terreno, uno spettacolo davvero impressionante.

Tutte queste particolarità rendono il terreno estremamente poroso e creano dei veri serbatoi d'acqua, di circa 300-400 litri per metro cubo, assicurando alle viti un apporto idrico ideale, sia nelle estati secche sia in quelle piovose. Tra l'altro questo terreno costringe la vite a compiere uno sforzo sovraumano per assorbire l'acqua e questo provoca il cosiddetto stress idrico, una situazione che favorisce l'acquisizione di sali minerali e l'equilibrio tra i diversi acidi contenuti nel frutto, gli zuccheri e i precursori degli aromi che emergono poi nel vino. La "tecnica" dello "stress idrico" in Italia è usata molto nella coltivazione dei pomodori, soprattutto nella zona del Vesuvio: i contadini sfruttano la particolarità unica del terreno vulcanico per far "sforzare" le piante, "costringendole" ad acquisire tantissimi sali minerali in più rispetto ad altre tipologie di pomodori.

Senza i dinosauri e il ritrarsi dell'oceano oggi non avremmo questo vino straordinario: se nel giorno dello Champagne Day puoi gustarti un calice una parte del merito va ai protagonisti di Jurassic Park che si sono "sacrificati" per la causa qualche annetto fa.

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