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13 Ottobre 2020 12:35

Ristoranti chiusi alle 24, alcol d’asporto vietato dopo le 21. Il nuovo Dpcm nel dettaglio

Il nuovo decreto firmato da Conte e Speranza sarà in vigore per 30 giorni. Bar, ristoranti, pub, gelaterie, pasticcerie che operano il servizio al tavolo dovranno chiudere obbligatoriamente alle 24, mentre alle 21 scatterà il divieto di vendere alcolici da asporto. Le attività che non prevedono servizio al tavolo dovranno chiudere alle 21. Permesso il delivery e anche l'asporto, ma senza consumazione in loco o nelle vicinanze.

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Chiusure anticipate per bar e ristoranti, stretta su feste e ricevimenti, divieto delle gite scolastiche. Questi i punti nevralgici per il comparto dell'ospitalità nel nuovo decreto firmato nella notte da Giuseppe Conte.

  • Bar, ristoranti, pub, gelaterie, pasticcerie che operano il servizio al tavolo e dovranno chiudere obbligatoriamente alle 24;
  • tutte le attività che non prevedono il servizio al tavolo (es. bancone o chiosco) devono invece chiudere alle 21;
  • resta intatta la possibilità di continuare le consegne a domicilio e il servizio d'asporto ma "con divieto di consumazione sul posto o nelle adiacenze dopo le ore 21″;
  • alle 21 scatta invece il divieto di vendere alcolici da asporto;
  • salvi da questo provvedimento tutti i ristoranti e i bar presenti in ospedali e aeroporti, consentite le attività di mense e catering continuativo su base contrattuale fermo restando l'obbligo del distanziamento interpersonale di almeno un metro.

Le misure saranno valide per 30 giorni, dal prossimo mese si valuterà nuovamente la situazione. C'è poi la possibilità per le regioni d'introdurre norme più restrittive qualora la situazione epidemiologica interna lo richieda, un po' come accaduto per il lockdown.

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Altro punto controverso e contraddittorio riguarda le feste private: restano chiuse sale da ballo e discoteche mentre sono permessi fiere e congressi. Le feste sono vietate in tutti i luoghi, che siano all'aperto o al chiuso, a casa o in un posto pubblico. A casa, però, non c'è un vero e proprio divieto ma è "fortemente raccomandato di evitare feste e di ricevere persone non conviventi in numero superiore a 6″. Uniche eccezioni le feste conseguenti alle cerimonie che possono invece svolgersi con la partecipazione massima di 30 persone nel rispetto dei protocolli e delle linee guida vigenti.

Il decreto è stato firmato dal premier Conte e dal ministro della salute Roberto Speranza in accordo al comitato tecnico scientifico. Le prime indicazioni sulle norme sono arrivate per scongiurare un'impennata non controllata dei casi, un pacchetto pensato per evitare un lockdown o ulteriori azioni che portino un danno economico eccessivo, tutelando allo stesso tempo la salute pubblica. Non mancano le proteste delle categorie per questa norma stringente e, a loro dire, discriminante verso una categoria che sta pagando a caro prezzo la pandemia e la gestione della stessa. In Campania la settimana scorsa c'è stata una protesta ai piedi della Regione, con il governatore De Luca che ha anticipato delle restrizioni prima di tutti gli altri colleghi. Potrebbero seguire le altre regioni italiane e in particolare la Lombardia: secondo indiscrezioni non ancora confermate, infatti, la Lombardia potrebbe attuare misure molto più stringenti con chiusure alle 18 per tutti i bar.

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Quello che i piatti non dicono
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