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31 Ottobre 2023 13:52

Qual è la confezione più iconica della gastronomia italiana?

Dall'ovetto kinder al barattolo di Nutella: l'Italia del design si è distinta anche nel mondo del cibo e dell'alcol. Vediamo quali sono i packaging più iconici.

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L'Italia è rinomata per il suo talento nello stile, con una tendenza a portare in giro per il mondo un design elegante e sofisticato: questo si riflette anche nel packaging dei prodotti. Le confezioni che hanno fatto la storia delle nostre aziende sono in mostra a Bari: "un secolo di packaging del made in Italy". Dall'ovetto Kinder alle lattine delle Pastiglie Leone, passando per i pacchi di pasta Barilla, la Coppa del Nonno, la Nutella o il Campari. La mostra in corso dal 4 al 28 novembre 2023 allo spazio Murat di Bari, in occasione della seconda edizione della Biennale dei Racconti di Impresa, ha raccolto 20 dei packaging più iconici tra scatole, bottiglie, involucri. Vediamo quali sono le confezioni in mostra e, più in generale, i packaging italiani più iconici del mondo dell'enogastronomia.

L'Italia ha fatto scuola nel mondo dei packaging

In mostra ci sono 20 esempi dei prodotti più iconici della nostra storia ma oltre alle due decine di packaging ci sono tanti altri esempi importantissimi. Su tutti il barattolo Nutella, forse il packaging italiano più iconico nel mondo del cibo: il barattolo di vetro con l'etichetta rossa, bianca e marrone è diventato riconoscibile in tutto il mondo ed è considerato un'icona del design italiano nel settore alimentare. Questo packaging è diventato un simbolo di gustosità e qualità, ed è stato imitato da molti altri produttori di creme spalmabili nel corso degli anni. Dello stesso stampo anche l'iconico vaso delle amarene Fabbri, con il suo inconfondibile stile liberty, lo si ritrova in tantissime case e tanti ristoranti in Italia e non solo.

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Foto dal sito ufficiale di Spazio Murat

Il packaging è fondamentale per la vendita di un prodotto e a volte, a prescindere dalle aziende, fa scuola in tutto il mondo: pensa alle bottiglie dell'olio, messe a punto proprio in Italia, che sono verde scuro ovunque e tutte tendenzialmente tondeggianti. Il colore serve a conservare meglio il prodotto ma la forma e lo stile sono dovuti all'immaginario collettivo. Idem per le confezioni di parmigiano e grana: spesso vediamo marchi che non riguardano le due Dop che offrono però il prodotto in confezioni triangolari. Un'idea di vendita messa a punto nel Bel Paese tantissimi anni orsono.

Il packaging deve avere nuova vita

Una delle fortune dei packaging che abbiamo descritto è la loro mission: mostrare il prodotto ed essere riutilizzati. Questo concetto è ancor oggi futuristico, quindi pensa a quanto poteva esserlo 50 anni fa.

Tralasciando la nuova legge approvata dall'Unione Europea sull'addio al monouso, c'è una tendenza sempre più sentita dalla popolazione a dare un occhio alla possibilità di riutilizzo. Si stima che il 95% del valore del packaging vada perduto dopo il primo utilizzo e le Nazioni Unite hanno calcolato che il costo globale in termini di capitale naturale per la plastica nell’industria alimentare si aggiri intorno ai 15 miliardi di euro l’anno. Nel 2022 il 65% delle famiglie italiane ha inserito nel proprio carrello un prodotto perché aveva una confezione più sostenibile rispetto a quella di altre marche. Al contempo, il 19% ha smesso di acquistare un prodotto perché il packaging non era considerato sostenibile secondo l'Osservatorio Packaging del Largo Consumo curato da Nomisma. Usare un giusto packaging al giorno d'oggi non vuol dire "vestire" il cibo a regola d'arte. Vuol dire anche farlo essere un figlio del proprio tempo.

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Quello che i piatti non dicono
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