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Tokyo è alle prese con un problema piuttosto serio: crisi del riso e prezzi altissimi. Stiamo parlando di una delle peggiori emergenze degli ultimi decenni con il costo di un alimento che, per la dieta nipponica, è praticamente essenziale e insostituibile. La crisi è iniziata a maggio quando, secondo i dati diffusi dal ministero dell'Agricoltura, il prezzo del riso è più che raddoppiato e, data la situazione, il governo giapponese ha deciso di mettere sul mercato scorte di emergenza nella speranza che i prezzi possano calmierarsi. Essendo in una posizione geografica in cui i disastri naturali possono essere dietro l'angolo, le autorità nipponiche hanno messo da parte circa un milione di tonnellate in equivalente di riso bianco ed è proprio da queste risorse che si sta attingendo in questi mesi.
Il sushi quindi diventerà un lusso?
Se stai pensando di trascorrere le tue vacanze alla scoperta di città come Tokyo, Osaka o Kyoto devi sapere che, con la scarsità nei raccolti di riso, il prezzo di questo alimento vive un periodo di inflazione. Sempre tenendo sott'occhio i dati del ministero dell'Agricoltura, tra fine aprile e inizio maggio, il costo medio per cinque chilogrammi di riso al supermercato ha raggiunto i 4.233 yen (circa 26 euro), rispetto ai 2088 yen (12,50 euro) dello scorso anno. Un'inflazione che ha avuto un impatto diretto sui piatti a base di questo alimento: dai tradizionali onigiri (polpette di riso) aumentati del 11,8%, ai pasti d'asporto (bento), saliti dell'8,4% fino al sushi servito al ristorante che ha visto un rincaro dell'8,4%.

Tutto è partito da un raccolto parecchio deludente dell'estate 2023 causato da temperature molto elevate che hanno compromesso la produzione di riso, in particolare la pregiata varietà del koshihikari, che è proprio indicata per il sushi. A tutto questo va registrata un'impennata clamorosa del turismo che è raddoppiato dopo la riapertura del Giappone post-covid. La domanda proveniente da questo settore – e quindi in parte da quello della ristorazione – è stata super elevata e soddisfarla sta diventando una missione parecchio delicata. Ecco perché la decisione di mettere sul mercato le scorte destinate alle emergenze dovute alle catastrofi di varia natura. A partire da marzo, attraverso tre aste pubbliche, sono state vendute oltre 210 mila tonnellate di riso ma i risultati tardano a manifestarsi: la Federazione nazionale delle cooperative agricole (Zen-Noh), che ha acquistato quasi il 90% del riso all'asta, ne ha distribuite poco più del 30% totale.
La gaffe e le dimissioni del ministro
In questo contesto di crisi, il ministro dell'Agricoltura giapponese Taku Eto, ha pensato a fare una gaffe che lo ha costretto alle dimissioni. Il tutto è avvenuto dopo aver dichiarato, durante un evento di raccolta fondi, di non sapere nulla sui rincari del riso in quanto non lo aveva mai dovuto comprare. Questo perché, come raccontato da Eto, erano i suoi sostenitori a occuparsi di rifornirlo con questo alimento e che ne aveva accumulato così tanto da poterlo addirittura vendere.

Le sue parole ovviamente hanno suscitato indignazione in un Paese dove il riso non rappresenta solo un alimento, ma un elemento chiave dell'identità culturale. La crisi del riso in Giappone ha evidenziato quindi le fratture di un sistema agricolo nazionale che si sta piegando dinanzi ai cambiamenti climatici e alle dinamiche di mercato. Mentre il governo cerca soluzioni per stabilizzare i prezzi e garantire l'approvvigionamento, i consumatori e i ristoratori devono affrontare un periodo di incertezza e adattamento.