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9 Maggio 2025 13:00

Lo spumante sardo affinato a 40 metri di profondità nelle acque di Alghero

Un progetto audace che prevede l’affinamento delle bottiglie di un celebre spumante sardo in mare, a 40 metri di profondità: ecco come avviene l'affascinante processo di produzione.

A cura di Martina De Angelis
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foto dal profilo Facebook della cantina

Immagina un vino che nasce dai vigneti soleggiati della Sardegna, nello specifico nella terra baciata dal sole e dal mare del Parco Naturale di Porto Conte, nei pressi di Alghero, ma che racchiude in sé anche la potenza dell'acqua. In questo contesto magico nasce un progetto audace che vuole raccontare le due anime dell’isola, il mare e la terra: è l’Akènta Sub, una particolare variante dell’omonimo spumante prodotto dalla Cantina Santa Maria La Palma. Cosa lo differenzia dal classico Vermentino di Sardegna Doc? Che, in questo caso, il processo di affinamento avviene sott’acqua, precisamente a circa 40 metri di profondità in una vera e propria cantina subacquea nata dalla collaborazione tra la Cantina, istituzioni e partner del territorio. Un progetto audace, un vino che racconta non solo la terra ma anche il mare, uno spumante prodotto in quantità limitate che racchiude in sé tutto ciò che rende la Sardegna speciale.

Come nasce l’idea di uno spumante “subacqueo”

La Cantina Santa Maria La Palma produce già da diversi anni l’Akènta, un Vermentino di Sardegna DOC spumante, prodotto da uve Vermentino coltivate nelle campagne di Alghero, di fronte al mare, su alcuni dei terreni tra i più vocati alla produzione di vino di tutta l’isola. Il nome stesso dello spumante racconta lo stretto legame con la sua terra: “Akènta” deriva dall’antico augurio sardo di lunga vita “a chent’annos” che significa “a cent’anni”, una frase usata per augurare buon auspicio.

Nel 2011 arriva l’idea di rendere l’Akènta ancora più speciale: e cosa c’è di più speciale, in Sardegna, del suo mare? Così iniziano le prime sperimentazioni per riuscire a far affinare una selezione di bottiglie sott’acqua e, dopo vari tentativi, viene trovato un metodo di affinamento subacqueo perfetto. Ecco che nasce ufficialmente la Cantina Sottomarina della Sardegna, una delle prime in Italia e nel mondo a lasciare riposare il vino sott’acqua.

Da allora, periodicamente e in produzione limitata, alcune bottiglie di Akènta vengono sistemate in una particolare cassa che viene calata al largo della costa del Parco Naturale di Porto Conte e lasciate maturare lì, nelle profondità marine, tra correnti delicate e acque cristalline, diventando Akènta Sub, il vino subacqueo della Sardegna.

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foto dal profilo Facebook della cantina

Come viene prodotto l’Akènta Sub

L’Akènta Sub nasce dal classico Akènta prodotto dalla Cantina Santa Maria La Palma, uno spumante extradry ottenuto da uve di Vermentino di Sardegna DOC vendemmiate a mano e coltivate nei terreni adiacenti il Parco Naturale di Porto Conte, di fronte al mare. Un numero limitato di questa produzione viene selezionato per l’affinamento subacqueo, ma nello specifico che cosa vuol dire?

Le bottiglie scelte sono sistemate in una particolare gabbia munita di sbarre che viene calata al largo delle coste del Parco Naturale di Porto Conte in quella che ora è nota come “cantina subacquea di Alghero e della Sardegna”. La gabbia con le bottiglie viene posizionata sul fondale tra i 30 e i 40 metri di profondità, dove rimane per un periodo che va da un minimo di 6 mesi a un massimo di 12 mesi.

Questo affinamento unico, studiato in modo che rispetti precisi criteri di sostenibilità ambientale, non è solo una trovata “scenica”: nel periodo di maturazione le bottiglie sono esposte a una serie di fattori, tra cui temperatura costante, pressione elevata, movimento gentile delle correnti, assenza di luce diretta e di ossigeno, che tutti insieme preservano l’integrità aromatica del vino e impediscono l’ossidazione, in modo del tutto naturale e senza l’uso di nessun macchinario.

Quando l’Akènta Sub rivede la luce e si ossigena nel bicchiere, con il suo perlage fine, elegante e persistente, racconta il suo viaggio sottomarino e il risultato è un vino che assume una serie di caratteristiche organolettiche uniche, tra cui una straordinaria intensità, una maggiore complessità e una maggiore profondità a livello di gusto, oltre a un sapore vagamente salino dovuto non solo al riposo sottomarino, ma anche alla composizione del terreno in cui crescono le vigne.

A partire dal 2016 l’emersione della “cantina sottomarina” è diventato un vero e proprio evento. Si chiama l’Akènta Day, un appuntamento spettacolare con centinaia di spettatori che assistono alla delicata operazione di estrazione della gabbia dal mare, un’operazione delicata che coinvolge sommozzatori tecnici e persino un elicottero, per poi culminare in una grande festa che celebra non solo lo spumante, ma anche la bellezza e l’unicità del territorio sardo.

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foto dal profilo Facebook della cantina

Le bottiglie speciali dell’Akènta Sub

C’è un altro dettaglio che rende l’Akènta Sub ancora più speciale di quanto già non sia ed è la sua bottiglia. La gabbia in cui le bottiglie sono lasciate a riposare, infatti, è aperta e quindi ogni bottiglia finisce per essere decorata naturalmente dalle incrostazioni marine che si formano durante i mesi di riposo in fondo al mare. Una volta estratte, le bottiglie non vengono pulite ma sono lasciate così come il mare le ha abbellite, avvolte in una carta trasparente azzurra per poi essere vendute: in questo modo ogni bottiglia è un pezzo unico, esclusivo e da collezione.

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