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21 Agosto 2025 13:00

Le varietà di fichi d’India e le specialità italiane da scoprire

Rossi, gialli o bianchi: ecco le diverse varietà di questi frutti dalla polpa succosa e zuccherina. Vediamo come distinguere i fichi d'India, pulirli e gustarli al meglio.

A cura di Federica Palladini
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Il fico d'India (o ficodindia) è una pianta scenografica che appartiene alla famiglia delle Cactacee, comunemente chiamati cactus, i cui frutti succosi e zuccherini abbondano nei mesi più caldi dell'anno, tra luglio e settembre, diventando protagonisti di confetture e liquori, ma anche ingrediente per originali pastasciutte e risotti. Di origini messicane, il fico d'India arrivò in Europa dopo la scoperta dell’America, a partire dal XVI secolo e, grazie alla sua ottima capacità di adattamento alle alte temperature e al clima secco, riuscì a diffondersi in tutto il bacino del Mediterraneo, diventando parte integrante del paesaggio, in particolare in Sicilia, Puglia e Calabria guardando all’Italia. I frutti del fico d'India sono ricchi di vitamine e sali minerali, poveri di calorie e ottimi apportatori di fibre: hanno una polpa carnosa, più o meno dolce in base alle tipologie, ma sempre nascosta e protetta da una buccia dura e spinosa. Quante e quali varietà si trovano in commercio? Scopriamolo insieme.

Varietà di fichi d'India

L’Italia è un paese che vede un’importante produzione di fichi d’India, grazie al clima mediterraneo subtropicale e al terreno di origine vulcanica, ricco di minerali che caratterizza alcune aree della penisola: non è un caso, quindi, che a spiccare sia il fico d’India dell'Etna che, nel 2003, ha ottenuto il marchio Dop europeo. Le varietà di questa eccellenza rispecchiano le tre maggiori cultivar che si trovano a livello mondiale e che si distinguono in base al colore della polpa e della buccia:

  • Sanguigna: dai frutti di colore rosso intenso, quasi porpora, ha una polpa dal sapore deciso e pungente.
  • Sulfarina: anche nota come "nostrale", è probabilmente la più diffusa e conosciuta. La polpa è giallo oro, mentre il sapore gentile, meno intenso rispetto alla precedente.
  • Muscaredda: tipologia più rara e per questo motivo più pregiata, è anche detta "Sciannarina" e produce frutti dalla polpa bianca e dal sapore incredibilmente delicato.
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Come pulire i fichi d'India

Quante volte hai pensato di rinunciare al gusto di questo frutto per paura di non sapere come pulirlo o, peggio, per non incappare nelle sue spine? In realtà, trattare in modo corretto il fico d’India può non essere così intuitivo, ma, con i nostri suggerimenti, imparerai a farlo facilmente, senza pungerti e senza errori.

Il primo step è eliminare le spine: se acquisti i fichi d'India al supermercato molto probabilmente qualcuno ha già svolto questa operazione al posto tuo, se invece hai la fortuna di cogliere direttamente i frutti dalla pianta, il consiglio è quello di lasciarli in ammollo per 40 minuti in acqua tiepida, il tempo necessario affinché le spine si ammorbidiscano, così da staccarle senza difficoltà. Si può fare anche tenendo il frutto sotto l’acqua corrente, ma è buona pratica non sprecarla.

Secondo passo: bisogna sbucciarlo. Procurati dei guanti e un coltello ben affilato, sistema il frutto su un tagliere ed elimina la base e l'estremità superiore; a questo punto "blocca" il fico d'India con una forchetta infilzandolo su uno dei due lati, con il coltello incidi nel senso della lunghezza e con la punta incidi la parte della buccia opposta al lato in cui avete infilato la forchetta. Fai rotolare il fico d'India tirando via man mano la buccia. Ciò che resta è la polpa, succosa, ma che contiene numerosi semini: mangiarli interi, nello stesso boccone, invece di tentare di masticarli, visto che sono duri.

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Concludiamo con una curiosità. Forse non tutti sanno che le foglie della pianta, dette pale, non solo sono commestibili, ma anche incredibilmente saporite, tanto da trovare posto nella cucina tradizionale messicana, ma anche made in Italy. Una volta tolta la buccia e le spine, puoi bollirle e impanarle per realizzare delle sfiziose cotolette vegetali, oppure saltarle in padella o gustarle in una tipica insalata con pomodorini e mais (l'insalata di nopales) o, ancora, provare una specialità dell’isola di Ponza: una variante della classica e amatissima parmigiana di melanzane che, grazie al suo inconfondibile gusto, è riconosciuta dal Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali come Prodotto Agroalimentare Tradizionale Italiano.

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